Come funziona la polizza per la perdita dell’impiego

La scheda di QuiFinanza sull'assicurazione per la perdita del lavoro. Regole e meccanismo

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Claudio Garau

Editor esperto in materie giuridiche

Laureato in Giurisprudenza, con esperienza legale, ora redattore web per giornali online. Ha una passione per la scrittura e la tecnologia, con un focus particolare sull'informazione giuridica.

Ogni volta che si contrae un debito, ad esempio un mutuo ipotecario o un finanziamento, è importante considerare qualsiasi imprevisto. La situazione peggiore è quella della perdita dell’impiego, una condizione che comporta l’azzeramento del reddito e il rischio di non riuscire a ripagare le pendenze.

Per tutelarsi è possibile attivare un’apposita polizza, perciò vediamo subito come funziona l’assicurazione per la perdita del lavoro.

Cos’è l’assicurazione per la perdita dell’impiego e a cosa serve

Le compagnie assicurative mettono a disposizione delle polizze per la perdita del lavoro, coperture che intervengono in caso di fuoriuscita dall’azienda, pagando il debito contratto presso banche o finanziarie. Si tratta di una soluzione che consente di proteggere i propri familiari, evitando che la sospensione della fonte di reddito possa provocare un danno non soltanto alla propria persona, ma anche al coniuge e/o ai figli. Basti pensare ad es. alle altre spese che attengono ai bilanci familiari, come quelle scolastiche o quelle relative alle utenze luce e gas.

In alcune circostanze tali assicurazioni sono obbligatorie, ad esempio nei prestiti con cessione del quinto per dipendenti pubblici o privati, finanziamenti riservati ai lavoratori con contratto a tempo indeterminato. In questo caso la banca rilascia il prestito soltanto dietro sottoscrizione di una copertura assicurativa, poiché la cessione del quinto è caratterizzata dal pagamento delle rate tramite trattenuta sullo stipendio, quindi in assenza dell’impiego non potrebbe recuperare il debito rimanente.

In altre condizioni è invece una scelta completamente libera, e perciò rimane al proprio giudizio decidere di acquistare o meno una polizza contro la perdita del lavoro.

L’assicurazione può essere comprata in modo indipendente, quindi rivolgendosi a una compagnia non collegata alla società che eroga il credito, oppure essere rilasciata dalla banca stessa o dalla finanziaria tramite apposite convenzioni, inserendone il costo all’interno delle spese accessorie che vanno a comporre la rata mensile da pagare.

Polizza mutuo perdita lavoro: come funziona

Quando si chiede un mutuo ipotecario in banca, per l’acquisto della prima casa di residenza o di un secondo immobile, l’istituto di credito richiede la sottoscrizione di una polizza sull’abitazione. Si tratta di una copertura che protegge l’immobile contro eventuali incendi e scoppi, di fatto tutelando la banca che rimane proprietaria della casa fino all’estinzione completa del debito, con una validità pari a quella del rimborso del mutuo.

Allo stesso tempo è possibile attivare una seconda assicurazione a protezione del finanziamento, ovvero una polizza sul mutuo per la perdita del posto di lavoro.

Questa garanzia difende contro l’eventualità di un licenziamento (ed è interessante saperne di più anche sul preavviso), per questo motivo viene chiamata nel settore ‘assicurazione di rischio d’impiego’. A seconda del tipo di polizza sottoscritta, la compagnia assicurativa può offrire vari tipi di copertura, ad esempio includendo il rimborso parziale del debito oppure in maniera integrale.

Il premio assicurativo può essere versato con un pagamento unico, da realizzare al momento dell’attivazione dell’assicurazione, altrimenti molte società consentono di dilazionare il pagamento della polizza. In questo caso il versamento dell’importo può essere concordato con una cadenza annuale, semestrale, trimestrale oppure mensile, tramite addebito diretto sul proprio conto corrente, bonifico bancario o carta di credito. Per maggiori informazioni occorrerà chiedere alla propria compagnia assicurativa di fiducia.

La maggior parte delle polizze per la perdita del posto di lavoro sono di natura temporanea, con una validità da 6 e 18 mesi. È un tempo sufficiente di solito per fronteggiare un eventuale licenziamento (anche collettivo), trovando una nuova occupazione per ripristinare la fonte di reddito.

In altre circostanze è possibile richiedere una durata più elevata, tuttavia bisogna considerare – inevitabilmente – il maggiore costo della polizza, che sarà legato anche al fattore temporale.

Assicurazione finanziamento perdita lavoro: come funziona

Anche quando si contrae un prestito è possibile tutelare se stessi e i propri cari, comprando una polizza sul finanziamento contro la perdita del lavoro. Il funzionamento della copertura è il medesimo, quindi in presenza di un licenziamento la compagnia assicurativa si fa carico del debito, pagando le rate mensili per il periodo previsto dal contratto. Ciò avviene fino al raggiungimento del limite previsto dall’assicurazione, oppure perché l’assicurato è riuscito a trovare un nuovo impiego.

La polizza sul prestito non è obbligatoria, ad eccezione dei citati finanziamenti tramite cessione del quinto rivolti ai dipendenti pubblici e privati, in cui questa copertura è indispensabile e inserita all’interno del costo del prestito.

In verità sono circostanze che impongono di sottoscrivere una doppia copertura, acquistando sia un’assicurazione rischio impiego che una polizza vita, per tutelare la banca o la finanziaria contro l’eventuale perdita del posto di lavoro, ma anche il decesso prematuro e una condizione di invalidità permanente o di inabilità.

Al giorno d’oggi molti istituti specializzati nell’erogazione del credito, quindi banche e finanziarie autorizzate, propongono assicurazioni contro la perdita dell’impiego in convenzione con alcune compagnie assicurative.

Ciò permette di sottoscrivere entrambi i prodotti allo stesso tempo, inserendo il costo della polizza all’interno del conteggio delle spese accessorie del finanziamento, e pagando così una rata mensile unica.

In alternativa è possibile attivare una copertura assicurativa da soli, anche in un secondo momento, rivolgendosi a una società terza in modo indipendente. Questa opzione consente di usufruire di maggiore libertà di scelta, infatti alcune compagnie propongono delle coperture piuttosto versatili, personalizzabili in base alle proprie esigenze.

Ad esempio è possibile legare la polizza al tenore di vita, garantendosi il pagamento di qualsiasi debito entro i limiti del capitale assicurato.

Cosa copre la polizza perdita impiego

Le coperture dell’assicurazione per la perdita del lavoro dipendono dal tipo di prodotto, tuttavia di solito sono incluse le seguenti garanzie:

  • perdita dell’impiego
  • riduzione del reddito

Ovviamente è indispensabile verificare sempre restrizioni e clausole della polizza, leggendo attentamente il contratto assicurativo prima di finalizzare la sottoscrizione. Alcune compagnie, infatti, possono prevedere delle esclusioni, situazioni non tutelate dall’assicurazione che non permettono di usufruire della copertura. Si tratta ad esempio del prepensionamento tramite accordo tra il lavoratore e l’azienda.

In altre situazioni potrebbe non essere inclusa la risoluzione consensuale, la perdita dell’impiego per motivi disciplinari o in alcune circostanze specifiche. Inoltre bisogna prestare attenzione anche al massimale della polizza, quindi alla soglia limite prevista per il pagamento del debito durante il periodo di inoccupazione.

La durata, invece, può andare in genere da 6 mesi a un massimo di 18 mesi, a seconda dei criteri previsti dalla compagnia e del tipo di copertura.

Garanzie accessorie assicurazione perdita lavoro

Oltre alla coperture standard, la polizza contro la perdita del lavoro può prevedere una serie di garanzie accessorie. Sono ovviamente delle protezioni opzionali, tipiche delle assicurazioni non vincolate esclusivamente al rischio di licenziamento, ma al mantenimento del reddito.

In questo caso viene tutelato il tenore di vita, perciò è possibile scegliere l’importo da assicurare e la durata della prestazione, di fatto creando una polizza su misura.

Ad esempio è possibile integrare l’assicurazione con coperture supplementari per il decesso, l’infortunio, l’invalidità permanente, la malattia, il ricovero ospedaliero e l’inabilità temporanea o totale. Alcune tutele sono riservata soltanto ai dipendenti pubblici o privati, mentre altre sono accessibili anche dai liberi professionisti e dai lavoratori autonomi, in base alle condizioni della polizza.

Quanto costa l’assicurazione rischio impiego

Ovviamente, il costo della polizza perdita impiego non è sempre lo stesso, ma è vincolato ad una serie di fattori, tra cui:

  • tipo di lavoro
  • reddito
  • durata della copertura
  • valore del debito
  • età anagrafica
  • importo del premio

Per un’assicurazione sul mutuo contro la perdita del lavoro, il premio assicurativo dipende anche dal valore commerciale dell’immobile, mentre attivando questa polizza su un finanziamento dall’importo del prestito.

In media il prezzo dell’assicurazione si stima intorno ai 50-100 euro al mese, valore inserito all’interno della rata del finanziamento insieme agli altri oneri accessori del prestito o del mutuo.

Polizza perdita lavoro: quando farla

L’assicurazione rischio impiego è una copertura che può rivelarsi piuttosto utile e conveniente, tuttavia è importante considerare ogni caso in modo indipendente. Il vantaggio principale di questa copertura è la possibilità di proteggere la propria famiglia, mettendo al riparo i propri cari da un’eventuale rischio finanziario, legato in questo caso alla perdita del posto di lavoro e dal conseguente crollo del reddito familiare. Non dimentichiamo infatti che le spese mensili sono potenzialmente molto numerose e riguardano, tra le altre, cibo, istruzione dei figli, bollette e carburante.

Ovviamente in alcune circostante le possibilità di licenziamento sono più elevate, quindi la convenienza di una polizza contro la perdita dell’impiego è di fatto maggiore. Ad esempio un dipendente privato è più a rischio rispetto a un lavoratore del settore pubblico, lo stesso vale per una persona over 50 rispetto a un giovane, oppure per un neoassunto rispetto a un dipendente con alcuni anni d’anzianità.

Lo stesso vale per il tipo di azienda, infatti un datore di lavoro proprietario di una piccola impresa, ad esempio con meno di 20 dipendenti, sarà senza dubbio più vulnerabile rispetto a una grande società con migliaia di lavoratori.

Queste considerazioni sono indispensabili, poiché consentono di capire se sia realmente conveniente sottoscrivere un’assicurazione per la perdita del lavoro – sostenendone il relativo costo – oppure se si tratta di una copertura non necessaria.

In altre situazioni, invece, potrebbe essere preferibile sottoscrivere una polizza non vincolata al posto di lavoro, ma legata al tenore di vita e al reddito. È il caso ad esempio dei lavoratori autonomi con partita IVA, soggetti tipicamente a fluttuazioni dei guadagni. Per essi un’assicurazione del genere permette di tutelare la propria famiglia, qualora l’attività dovesse entrare in crisi mettendo a rischio il reddito del nucleo familiare.

Al contrario, per un dipendente pubblico è meno probabile il licenziamento, quindi il vantaggio della polizza sarebbe comunque ridotto.