La mappa del terrorismo in Europa e perché l’Italia (finora) è immune

Un know how non paragonabile a quello di qualsiasi altro Paese comunitario e la minore convenienza a compiere attentati nella porta d'ingresso d'Europa. Questo il mix di motivi che, fino ad oggi, ci ha protetto

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Con le ultime uccisioni avvenute in Belgio e in Francia il terrorismo islamico torna a far tremare l’Europa. Dopo lo scoppio della guerra fra Israele e Hamas, e l’appello lanciato dai guerriglieri palestinesi a colpire ovunque i nemici dell’Islam, la tensione torna nuovamente alle stelle.

Urla “Allah Akbar” e uccide un docente

Ad Arras, nel nord della Francia, il 13 ottobre il 20enne Mohammed Mogouchkov ha accoltellato a morte il professore Dominique Bernard urlando “Allah Akbar”. Il giovane aveva precedentemente registrato un video in cui inneggiava all’Isis.

Attentato a Bruxelles “per vendicare i musulmani”

Il 16 ottobre a Bruxelles in Belgio il tunisino Abdesalem Lassoued ha ucciso nel nome dell’Isis due turisti svedesi che erano in città per assistere alla partita di calcio Belgio-Svezia. L’uomo era già stato schedato dalla polizia norvegese, svedese e italiana. Gli 007 italiani avevano già inviato un’informativa ai colleghi belgi in merito alla sua pericolosità, ma l’allarme è caduto nel vuoto. Abdesalem Lassoued è infine stato ucciso nella mattina del 17 ottobre.

Gli attentati di matrice islamica in Europa

Non solo Charlie Hebdo, Bataclan, Nizza, metro di Londra e stazione di Madrid. Quelli appena elencati sono solo gli attacchi che si sono radicati con maggiore nitidezza nella memoria collettiva, a causa del numero dei morti e per il risalto mediatico degli eventi. Ma il radicalismo islamico ha flagellato molte altre volte l’Europa: negli ultimi 20 anni si sono contati oltre 370 morti per gli attacchi del terrorismo islamico nel Vecchio Continente, senza contare le migliaia di persone ferite che hanno riportato conseguenze permanenti. Di seguiti l’elenco degli attacchi dovuti all’Isis, ad Al Qaeda, a gruppi minoritari e ai lupi solitari.

  • 16 ottobre 2023 – Bruxelles (Belgio): un tunisino che si dichiara membro dell’Isis uccide 2 cittadini svedesi.
  • 13 ottobre 2023 – Arras (Francia): un uomo accoltella a morte un insegnante urlando “Allah Akhbar”.
  • 10 novembre 2022 – Bruxelles (Belgio): un belga di origine marocchina uccide un poliziotto urlando “Allah Akhbar”.
  • 15 ottobre 2021 – Leigh-on-Sea (Regno Unito): un anglo-somalo accoltella a morte il deputato conservatore David Amess.
  • 28 maggio 2021 – Nantes (Francia): un radicalizzato uccide una poliziotta.
  • 29 ottobre 2020 – Nizza (Francia): un tunisino ammazza 3 persone nella basilica di Notre-Dame a Nizza. L’attentato è attribuito all’Isis.
  • 02 novembre 2020 – Vienna (Austria): attacco nel centro storico, 4 morti e 23 feriti.
  • 29 novembre 2019 – Londra (Regno Unito): un uomo uccide 2 persone a coltellate e ne ferisce 8 a London Bridge. Dietro ci sono gli islamisti di al-Muhajiroun.
  • 12 dicembre 2018 – Strasburgo (Francia): un radicalizzato uccide 5 persone e ne ferisce 11 sparando sulla folla al mercatino di Natale.
  • 14 agosto 2018 – Londra (Regno Unito): un anglo-sudanese investe i pedoni a bordo di un’utilitaria, 3 feriti.
  • 29 maggio 2018 – Liegi (Belgio): un radicalizzato belga uccide 2 poliziotte e 1 studente. L’Isis rivendica.
  • 12 maggio 2018 – Parigi (Francia): un giovane uccide 1 persona e ne ferisce 4 a coltellate urlando “Allah Akhbar”.
  • 23 marzo 2018 – Trèbes (Francia): un marocchino spara in un supermercato. Il bilancio: 3 morti e 16 feriti.
  • 18 agosto 2017 – Cambrils (Spagna): in serata un’auto investe i pedoni sul lungomare. Il bilancio è di 6 persone morte.
  • 18 agosto 2017 – Turku (Finlandia): un marocchino armato di coltello uccide 2 persone e ne ferisce 8.
  • 17 agosto 2017 – Barcellona (Spagna): un furgoncino investe la folla sulle Ramblas. Il bilancio: 13 morti e 100 feriti circa.
  • 19 giugno 2017 – Parigi (Francia): un radicalizzato si schianta con la macchina contro un furgone della polizia. Nessun danno a persone.
  • 03 giugno 2017 – Londra (Regno Unito): 3 uomini usano un furgone per investire i pedoni, poi scendono e colpiscono i passanti a coltellate: 8 morti e 48 feriti. L’Isis ha rivendica.
  • 22 maggio 2017 – Manchester (Regno Unito): bomba al concerto di Ariana Grande: 22 morti e 120 feriti. L’Isis rivendica.
  • 20 aprile 2017 – Parigi (Francia): un uomo uccide 1 poliziotto e ne ferisce altri 2 nei pressi dell’Arco di Trionfo. L’Isis rivendica.
  • 07 aprile 2017 – Stoccolma (Svezia): camion sulla folla, 5 morti e 15 feriti. Dietro c’è l’Isis.
  • 22 marzo 2017 – Londra (Regno Unito): un radicalizzato investe i passanti e poi attacca col coltello: 4 morti e circa 40 feriti.
  • 19 dicembre 2016 – Berlino: tir sulla folla in un mercatino di Natale, 12 morti e 56 feriti. L’Isis rivendica.
  • 26 luglio 2016 – Rouen (Francia): due uomini entrano in chiesa e sgozzano un prete di 84 anni. L’Isis rivendica.
  • 14 luglio 2016 – Nizza (Francia): un camion guidato da un tunisino travolge la folla lungo la Promenade des Anglais uccidendo 86 persone e ferendone altre 434. L’Isis rivendica l’attacco.
  • 22 marzo 2016 – Bruxelles (Belgio): bombe in aeroporto e in metro, 32 morti e 340 feriti. Dietro c’è l’Isis.
  • 13 novembre 2015 – Parigi (Francia): è la notte dell’attacco al Bataclan e a diversi altri locali della zona della movida. Muoiono in 130, dietro c’è l’Isis.
  • 14 febbraio 2015 – Copenhagen (Danimarca): un danese di origine giordano-palestinese uccide il regista Finn Norgaard e poi un giovane ebreo.
  • 08 gennaio 2015 – Parigi (Francia): strage al supermercato. A terra rimangono 17 morti e 22 feriti.
  • 07 gennaio 2015 – Parigi (Francia): due giovani di origine algerina irrompono nella redazione del giornale satirico francese Charlie Hebdo. Il risultato: 12 morti e 12 feriti.
  • 24 maggio 2014 – Bruxelles (Belgio): un uomo franco-algerino legato all’Isis uccide 4 persone al Museo ebraico.
  • 22 maggio 2013 – Londra (Regno Unito): ucciso un soldato da due militanti di Al Qaeda.
  • 11, 15 e 19 marzo 2012 – Tolosa e Montauban (Francia). Un terrorista franco-algerino uccide 7 persone in diversi attacchi nelle due cittadine. La rivendicazione arriva da un gruppo legato ad Al Qaeda.
  • 07 luglio 2005 – Londra (Regno Unito): attacco esplosivo alla metro e a un autobus: 52 morti in totale, 700 i feriti. Rivendica Al Qaeda.
  • 11 marzo 2004 – Madrid (Spagna): 192 persone muoiono alla stazione ferroviaria a causa di 10 zainetti piedi di esplosivo. L’attacco è rivendicato da Al Qaeda.

Perché non ci sono stati attentati in Italia

Quasi tutta l’Europa occidentale è stata flagellata da attentati di origine jihadista, ma il terrorismo fino ad ora non ha mai colpito l’Italia. Il nostro Paese è stato però più volte minacciato dall’Isis e a suo tempo la rivista Dābiq, organo di propaganda dello Stato Islamico, pubblicò un fotomontaggio in cui la sua bandiera campeggiava su San Pietro in Vaticano. Allora perché l’Italia non è mai stata colpita dai terroristi fino ad oggi?

I motivi sono essenzialmente due: l’Italia ha una lunga tradizione di contrasto al terrorismo maturata durante gli Anni di Piombo in cui magistrati, 007 e forze di pubblica sicurezza si trovarono a fronteggiare l’eversione rossa e nera. Nessun altro Paese europeo possiede un simile know how in merito al contrasto al terrorismo.

Il secondo motivo è legato a questioni di convenienza: l’Italia è la porta dell’Europa. Una porta piuttosto accessibile data la vicinanza alle coste africane. E secondo gli accordi di Dublino l’Italia è chiamata a gestire in totale autonomia l’enorme numero di migranti che ogni anno sbarca sulle sue coste. Colpire l’Italia significherebbe spingere la politica a invocare una stretta sugli accessi. E non solo, dal momento che la gestione delle espulsioni è in gran parte virtuale: l’espulsione di un migrante, in mancanza di accordi con gli Stati di origine, consiste nella semplice consegna di un foglio di carta che intima l’immediato allontanamento. Un attentato potrebbe spingere la politica a mettere in campo una stretta sulle espulsioni.

Tutto ciò, tuttavia, non significa che gli attentati contro il nostro Paese non siano mai stati programmati, dal momento che ne sono stati sventati diversi. A giocare in favore della sicurezza italiana è semplicemente il minore fattore probabilistico che un attentato possa verificarsi.