Passaporto biometrico: le caratteristiche e come funziona

Scopri cos'è il passaporto biometrico, come riconoscerlo e in quali paesi è necessario

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Francesca Cimellaro

Avvocato Civilista

Laureata presso l'Università degli Studi di Milano, in seguito alla formazione presso il Foro di Milano, è iscritta all'albo degli avvocati di Varese e si occupa principalmente dell'ambito civilistico.

Il passaporto biometrico è la recentissima versione del passaporto, documento d’identità necessario per l’espatrio in alcuni paesi. La differenza dal classico passaporto è dovuta al fatto che quello biometrico contiene un microchip all’interno del quale sono registrati tutti i dati dell’intestatario, oltre ad altri elementi di riconoscimento con la fotografia e le impronte digitali.

Grazie a queste caratteristiche per la prima volta vengono inseriti in banca dati una serie di dati che permettono in riconoscimento istantaneo, garantendo il massimo livello di sicurezza.

Come funziona il passaporto biometrico

Dopo un periodo in cui nel 2006 sono stati introdotti in prova i passaporti elettronici, in seguito sono entrati in uso i cosiddetti passaporti biometrici. Solo dal 2010, infatti, sono state incluse nel passaporto anche i dati biometrici. Quando si parla di biometria, si fa riferimento a una serie di caratteristiche dell’individuo che lo rendono unico e perfettamente identificabile. Tra queste, ci sono le impronte digitali che sono i dati biometrici più utilizzati per l’identificazione delle persone.

Le impronte digitali, infatti, permettono di distinguere le persone con una percentuale di precisione molto elevata e, allo stesso tempo, sono difficilmente manipolabili. Oltre a queste, nel passaporto biometrico, sono registrate anche le fotografie dell’intestatario del passaporto. Il tutto viene inserito nel microchip assieme ai dati anagrafici. La lettura del microchip come fosse un codice a barre permette di identificare il soggetto senza rischio di scambi di persona.

Il rilascio del passaporto biometrico

Attualmente per il rilascio del passaporto è necessario fare domanda presso la Questura più vicina. Poiché in tale sede devono essere seguite delle prassi aggiuntive rispetto al passaporto tradizionale, come la rilevazione delle impronte digitali, è necessario presentarsi su appuntamento.

L’appuntamento può essere prenotato attraverso il sito della Polizia di Stato, nel quale bisognerà identificarsi tramite lo Spid oppure con le credenziali ottenute dopo la registrazione. Per fare domanda in Questura, è necessario presentare una serie di documenti che identificano il richiedente e attestano i versamenti delle tasse per l’ottenimento del passaporto.

Quali documenti presentare per fare domanda

Per richiedere il passaporto devono essere presentati i seguenti documenti:

  • due fotografie in formato fototessera. Le due fotografie devono essere uguali, recenti e devono mostrare il volto senza che alcuna parte venga coperta. Se si portano gli occhiali non devono avere lenti oscurate né riflessi. Inoltre, i copricapi possono essere portati solo per motivi religiosi e non devono coprire il volto;
  • un documento d’identità in corso di validità con una fotocopia;
  • un contrassegno telematico di 73,50€, che sostituisce la vecchia marca da bollo e che deve essere acquistato prima di recarsi in Questura;
  • l’attestazione del versamento di 42,50€ sul conto corrente postale del Ministero dei Trasporti. Si tratta di un bollettino precompilato, nel quale sono indicati il numero di conto corrente, il beneficiario, l’importo e la causale.

Passaporto biometrico: come riconoscerlo

Il passaporto biometrico è del tutto simile a quello tradizionale. L’unica differenza consiste infatti nella presenza del microchip. Questo è inserito nella copertina e la sua presenza è ben visibile anche senza aprirlo. Inoltre hanno una numerazione particolare, composta di 9 cifre, all’interno delle quali le prime due sono lettere progressive, a partire dalla serie AA, e le altre sette sono numeri.

Per quali paesi è necessario il passaporto

Il passaporto è uno dei principali documenti utilizzabile per l’espatrio, ma non è l’unico. Per recarsi nei paesi dell’Unione Europea, infatti, è sufficiente la carta d’identità valida per l’espatrio. Quando invece si esce dalla UE è indispensabile il passaporto. Alcuni stati esteri, però, hanno regole particolari che bisogna conoscere prima di partire.

Entrare negli Stati Uniti, per esempio, non è molto facile, in quanto in quel paese c’è una legislazione piuttosto severa per quanto riguarda l’immigrazione. Se si va negli States per motivi di turismo, si può usare il Visa Waiver Program, ovvero un programma che permette di non richiedere il visto. Per accedere al Visa Waiver Program bisogna rientrare in determinate casistiche:

  • si deve viaggiare esclusivamente per motivi di lavoro o per turismo;
  • non si può rimanere oltre 90 giorni negli Stati Uniti;
  • bisogna possedere il biglietto di ritorno;
  • bisogna richiedere l’autorizzazione elettronica al viaggio, detta ESTA (Electronic System for Travel Authorization).

Dal 2016 per potersi recare negli Stati Uniti, accedendo al programma Visa Waiser Program, bisogna essere in possesso di passaporto elettronico. Se il passaporto posseduto non contiene ancora le impronte digitali, può essere ancora utilizzato, a condizione che sia comunque presente il microchip e che sia in corso di validità fino alla data del rientro.

Tuttavia, possono esserci dei casi in cui l’autorizzazione ESTA per entrare negli USA non si può richiedere, come nel caso in cui il richiedente abbia viaggiato dopo il 1 marzo 2011 in determinati paesi come Libia, Somalia, Iran, Iraq, Yemen, etc.