Arrriva il “ciclone della Befana”, mentre in Svezia il freddo polare registra – 40

Non si arrestano gli eventi estremi scatenati dal cambiamento climatico, in Svezia il freddo polare registra - 40 gradi e in Italia si attende l'arrivo del "ciclone della Befana"

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Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

In Svezia il freddo polare registra – 40 gradi, mentre in Italia si attende l’arrivo del “ciclone della Befana”: continuano così a susseguirsi e preoccupare gli eventi estremi scatenati dal cambiamento climatico. Ma cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi giorni?

Arriva il “ciclone della Befana”: cosa dicono le previsioni meteo per l’Epifania

Dopo un caldo anomalo registrato a Natale, con temperature decisamente alte rispetto a quelle tipiche della stagione invernale, l’Epifania sarà caratterizzata da raffiche di vento, piogge e eventi climatici violenti, facendo piombare l’Italia nel freddo.

Nello specifico, le prime piogge si registreranno già nella mattina di venerdì 5 gennaio e interesseranno soprattutto le regioni del Nord Italia, ovvero: Liguria, Toscana, Piemonte e Valle d’Aosta.

Sabato 6 gennaio invece il ciclone si sposterà, colpendo con forti raffiche di vento e mal tempo le regioni di Sicilia, Puglia e Pianura Padana. Previste burrasche anche sulle coste tirreniche e sulle Alpi. Previsto inoltre più di mezzo metro di neve tra Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia.

Correnti molto fredde dei Balcani invece si sposteranno verso il Medio Adriatico domenica 7 gennaio.

Freddo polare in Svezia: le temperature scendono sotto i – 40

Intanto, proprio in queste ore, un’ondata di freddo gelido ha travolto Svezia e Finlandia, con temperature nella Svezia settentrionale che sono scese ai minimi storici.

Mercoledì 4 gennaio la Svezia ha registrato alcune delle temperature più fredde degli ultimi anni, per il secondo giorno consecutivo, quando i termometri sono crollati fino a meno 40 gradi Celsius in diverse località.

A Kvikkjokk-Årrenjarka, nella montagna più settentrionale della Lapponia, la colonnina di mercurio è scesa a meno 43,6° C. Si tratta della temperatura più fredda mai segnata nel paese nel mese di gennaio dal 1999, secondo l’Istituto meteorologico e idrologico svedese.

Il freddo polare ha così bloccato il traffico in molte aree, sia stradale che ferroviario, mettendo in difficoltà l’intero stato.

Anche nella vicina Finlandia, le temperature sono crollate a due cifre in molte parti, con temperature che sono oscillate tra meno 20 e meno 30 gradi nella maggior parte del paese. Si prevede inoltre che nelle zone centrali e settentrionali della Finlandia nei prossimi giorni le temperature dovrebbero scendere, anche in questo caso, fino a meno 40 gradi.

Inondazioni colpiscono anche l’Europa

Non solo Scandinavia, alcuni parti d’Europa stanno vivendo un inizio d’anno estremo dal punto di vista climatico, con inondazioni devastanti ed eventi climatici sempre più violenti.

È una storia di estremi diversi rispetto a Svezia e Finlandia però. Nonostante le temperature più miti, le piogge incessanti hanno fatto scattare centinaia di allarmi per inondazioni in Europa. Per esempio, nel Regno Unito la tempesta Henk ha decisamente messo in ginocchio la parte meridionale del paese, con forti venti e forti acquazzoni. La stessa tempesta ha provocato intense inondazioni nelle parti settentrionali della Francia, lasciando centinaia di persone senza elettricità e costringendo più di 370 evacuazioni. Il dipartimento del Pas-de-Calais, nel nord della Francia, è in “allerta rossa” per rischio inondazioni, con altri sei dipartimenti nella regione in allerta arancione, secondo il servizio meteorologico nazionale del paese Météo France.

Cosa dobbiamo aspettarci in Italia?

La crisi climatica non fa sconti, nemmeno all’Italia. Il cambiamento climatico, causato principalmente dall’uso di combustibili fossili, sta facendo sì che eventi meteorologici estremi, come forti piogge e tempeste, diventino più frequenti e più intensi in tutto il mondo. Man mano che l’atmosfera terrestre si riscalda, è in grado di trattenere più vapore acqueo, quindi quando piove, piove molto più intensamente, aumentando la probabilità di inondazioni distruttive.

Si tratta di un problema che ormai riguarda tutti e da vicino, infatti, secondo l’International Energy Agency la temperatura media annuale dell’Italia è aumentata al ritmo di 1°C negli ultimi 100 anni, con un tasso di riscaldamento molto più accelerato negli ultimi 50 anni. Di fatto, negli ultimi due decenni le temperature in Italia hanno registrato una tendenza al rialzo in modo leggermente più forte rispetto alla media mondiale, anche se il riscaldamento è stato più marcato in estate, primavera e in alta quota.

Secondo le previsioni degli esperti, è probabile che la temperatura media annuale dell’Italia continui a salire, provocando un aumento del numero di giorni estivi e di notti tropicali. Insomma, sempre più caldo estremo. Quello che può succedere, purtroppo, lo abbiamo già visto nel 2023, con le giornate torbide, la siccità e le inondazioni che hanno colpito l’Emilia Romagna, frane e alluvioni in molti casi mortali sono ancora un altro esempio di cambiamenti climatici estremi.