Vaccino anti covid Novavax, prime consegne in Europa dal 21 febbraio 2022. Lo prevede la Commissione europea, come riferito dalla portavoce dell’esecutivo Ue per la Salute, Stefan de Keersmaecker, durante il briefing con la stampa a Bruxelles.
I titoli della biotech Usa ieri hanno lasciato sul terreno oltre il 15% al Nasdaq dopo che la società ha detto alla Reuters, riporta Barron’s, di aver consegnato meno dosi del previsto.
Vaccino Novavax, perché è tanto atteso
Il vaccino di Novavax è piuttosto atteso perché, essendo basato su una tecnologia più tradizionale, potrebbe convincere a vaccinarsi contro il Covid chi esita a farlo perché diffida dei vaccini a Rna messaggero di Pfizer e Moderna.
Novavax lavora preparando il corpo a difendersi dal Covid. Il vaccino contiene una versione di una proteina che si trova sulla superficie del SARS-CoV-2 (la proteina spike), che è stata prodotta in laboratorio. Contiene anche un “adiuvante”, una sostanza che aiuta a rafforzare le risposte immunitarie al vaccino.
Quando a una persona viene somministrato il vaccino, il suo sistema immunitario identificherà la proteina come estranea e produrrà difese naturali – anticorpi e cellule T – contro di essa. Se, in seguito, la persona vaccinata entra in contatto con SARS-CoV-2, il sistema immunitario riconoscerà la proteina spike sul virus e sarà pronto ad attaccarla. Gli anticorpi e le cellule immunitarie possono proteggere dal Covid lavorando insieme per uccidere il virus, impedire il suo ingresso nelle cellule del corpo e distruggere le cellule infette.
La differenza coi vaccini mRna
La speranza delle autorità scientifiche è che questo nuovo prodotto possa convincere molti scettici della vaccinazione, se non addirittura convincere un buon numero di no vax duri e puri. Nuvaxovid si basa, infatti, sulla tecnologia delle proteine ricombinanti, già usata da decenni per altri vaccini, come quello già in uso contro l’epatite B e il papilloma virus. Nulla a che fare dunque con la tecnologia mRna invisa in alcuni ambienti.
Novavax: efficacia
I due studi principali sono stati condotti negli Usa e in Gran Bretagna. Presi insieme, i risultati dei due studi mostrano un’efficacia del vaccino per Nuvaxovid di circa il 90%. Il ceppo originale di SARS-CoV-2 e alcune varianti preoccupanti come Alpha e Beta erano i ceppi virali più comuni in circolazione quando gli studi erano in corso. Riguardo alla nuova variante Omicron i dati disponibili sull’efficacia del nuovo vaccino proteico sono limitati.
Novavax: i possibili effetti collaterali
Gli effetti indesiderati osservati negli studi sono stati generalmente lievi o moderati e sono stati eliminati entro un paio di giorni dopo la vaccinazione. I più comuni erano:
- dolorabilità o dolore al sito di iniezione
- stanchezza
- dolori muscolari
- mal di testa
- sensazione generale di malessere
- dolori articolari
- nausea o vomito.