Come salvarsi dalla truffa della falsa multa sul parabrezza

Potrebbero essere moltissimi gli automobilisti caduti nella rete dei truffatori: ma c'è un dettaglio che permette di identificare una falsa multa

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

I truffatori sono sempre in agguato e l’inventiva consente loro di mettere in atto infinite variazioni sul tema. Oggi parliamo della truffa della falsa multa sul parabrezza. Esistono due tipi di truffe: quelle nelle quali la preda viene individuata e studiata per giorni e quelle che vengono messe in atto “a strascico” ai danni di una generalità di inconsapevoli vittime. La truffa della falsa multa appartiene a questa seconda tipologia. La truffa della falsa multa consiste nel posizionare un foglietto sul tergicristallo di un’automobile.

La truffa della multa falsa

Il foglietto è del tutto indistinguibile dalle multe reali comminate dai vigili urbani e dagli ausiliari del traffico. Per dare maggiore credibilità alla truffa, essa viene di solito messa in atto contro gli automobilisti che parcheggiano in divieto, che non esibiscono sul parabrezza un ticket di parcheggio per le zone a pagamento o che ce l’hanno scaduto.

Nella falsa multa c’è un Iban vero, che però non è associato ai conti correnti del Comune. Si tratta dell’Iban di un privato cittadino: il truffatore. Data la credibilità di questa frode sono potenzialmente migliaia gli automobilisti che potrebbero divenire vittime inconsapevoli.

Una banda di truffatori è stata scoperta a Napoli nel maggio 2022 perché qualcuno fra loro aveva posizionato false multe per contestare violazioni mai avvenute: auto in doppia fila che in realtà erano correttamente parcheggiate, posteggi in divieto di sosta in aree in realtà prive di divieti, sosta di fronte a passi carrabili inesistenti e così via. Diversi automobilisti hanno fatto ricorso e si è così scoperchiato il calderone.

Difendersi dalla truffa della falsa multa

Salvarsi dalla truffa della falsa multa è semplice: il sito istituzionale di ogni Comune ha una pagina dedicata al pagamento delle multe stradali. Queste pagine indicano una serie di informazioni relative a come contestare le multe e a come pagarle. Viene di norma indicato anche il codice Iban da utilizzare in sede di pagamento. Se l’Iban indicato sulla “multa” è diverso da quello presente sul sito del Comune, allora quasi certamente si è stati vittime della truffa. In tal caso è meglio contattare i vigili urbani per chiedere conferma: è raro, ma può anche accadere che l’Iban del Comune sia stato aggiornato e che il nuovo dato non sia ancora stato inserito sul sito. In caso di tentativo di raggiro è sempre opportuno denunciare.

Truffe agli automobilisti

Gli automobilisti sono fra le vittime preferite dai truffatori. Segnaliamo dunque le multe più frequenti ai loro danni:

la truffa del mazzo di chiavi (o della moneta), che consiste nel lasciar cadere delle chiavi (o una moneta) accanto a qualcuno che stia in quel momento caricando il portabagagli. La vittima si distrarrà e un complice aprirà una portiera per rubare la borsa o altri oggetti;

la truffa dell’assicurazione online, tramite la quale i malintenzionati creano un sito web che promette assicurazioni auto a prezzi stracciati. I siti presentano una grafica curata e credibile. Sono anche indicati dei numeri di telefono ai quali risponde personale gentile e preparato. Inutile specificare che una volta incassati i soldi vengono rilasciate assicurazioni che sono carta straccia;

la truffa della ruota bucata, che consiste nello sgonfiare di nascosto una gomma all’auto di un malcapitato per poi proporsi di aiutarlo a sostituirla. Durante le operazioni di sostituzione un complice approfitterà della distrazione dell’automobilista per portargli via tutto ciò che può dall’abitacolo;

c’è poi il grande classico rappresentato dalla truffa dello specchietto, con la quale i delinquenti tagliano la strada a un malcapitato automobilista sostenendo di avere subito danni allo specchietto retrovisore e pretendendo una somma di denaro a titolo di ristoro;

da ultimo si segnala la truffa del falso incidente. Chi la mette in atto si getta letteralmente sotto le ruote di un’auto che in quel momento sta rallentando per affrontare un dosso o una curva. Il truffatore poi pretende un ristoro per evitare di denunciare l’automobilista. In casi più rari il truffatore può essere in combutta con un medico compiacente che gli rilascia false certificazioni. La truffa arriva dall’estero e in Italia, per fortuna, è ancora una rarità. L’utilizzo di una dash cam permette di mettersi al riparo.