Truffa delle chiamate dei carabinieri, il numero è mascherato: come evitarla

Nel mirino soprattutto cittadini anziani ma non solo. Allarme soprattutto a Milano ma truffa attiva in tutt'Italia ed ecco l'unico modo per evitarla

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Sono tante le truffe attive e in costante uso dalle quali stare in guardia. Tendenzialmente, però, quando il numero che appare sullo schermo del proprio smartphone è quello di una caserma, si tende a fidarsi. Anche in questa circostanza, invece, si ha l’assoluta necessità di restare vigili e dubitare di quanto accade. La voce dall’altro lato non è infatti di un ufficiale.

Finti carabinieri al telefono

Aumentano considerevolmente le truffe di soggetti che si spacciano per carabinieri, e vanno a caccia di informazioni e denaro. Di recente il campanello d’allarme si è acceso sulla città di Milano. Si tratta però di una piaga su scala nazionale.

Nello specifico le vittime preferite sono anziane, al fine di agire su una generazione che stenta a comprendere le sfumature del mondo tecnologico. Difficile per molti comprendere come un numero di telefono possa risultare quello di una caserma, stando allo schermo del proprio telefono, e al tempo stesso non esserlo affatto.

Il copione si ripete quasi identico, con chi telefona che, standosene solitamente fuori città, guida un complice per le vie di Milano. Si contattano vari soggetti, fino a trovare quello giusto, abbastanza facile a spaventarsi. Gli si racconta, dunque, di un grave incidente occorso a uno dei figli, richiedendo una somma di denaro per evitare il carcere.

A fronte di poco tempo per l’intervento dell’anziano/a, si propone una gravosa minaccia come il carcere, aggiungendo al tutto un elemento ulteriore d’ansia e spavento: il grave incidente. Lo stato d’animo nel quale ci si ritrova contribuisce allora a rendere meno attento il cervello a percepire segnali sospetti. L’analisi logica verrà poi, a mente fredda, ma nel frattempo si è spaventati, come da intenzione del truffatore.

La situazione è nettamente peggiorata dal fatto che fin da subito si tende a fidarsi del chiamante, per quanto poi in seguito le pretese possano risultare sospette a un soggetto esterno. Ciò perché si finge che la telefonata giunga da una caserma. Si parla di chiamate Voip, che sfruttano la tecnica dell’Id spoofing. Un trucco informatico poco elaborato e alla portata di tutti, che consente di “mascherare” il proprio numero reale. Questo viene sostituito con un altro che, riconducibile all’Arma, si arricchisce di autorità e credibilità.

Cosa fare

Come detto, la truffa in questo periodo sta coinvolgendo particolarmente la città di Milano ma le segnalazioni sono legate al territorio italiano, non a una singola area urbana o regionale. I carabinieri del capoluogo meneghino hanno però tentato di offrire un vademecum, considerando il gran numero di colpi messi a segno.

Una guida specifica per anziani ma non solo. Si dovrebbe diffidare di un soggetto che si presenta come carabiniere alla porta di casa, in assenza di un collega (generalmente ci si muove in coppia), senza divisa, auto di servizio e tesserino di riconoscimento. Pur ammettendo che questi truffatori siano stati scrupolosi e abbiano messo in scena tutto con cura dei dettagli, si deve ricordare che “gli appartenenti alle forze dell’ordine non richiedono mai consegna di denaro o monili, né di ispezionare l’appartamento per verificare che non sia stato visitato dai ladri”.

In nessun caso, inoltre, si dovranno fornire i propri dati via messaggio o telefono. Che si tratti di codici e password, così come di link da cliccare, occorre sempre diffidare. Uno degli elementi più importanti della telefonata truffa, però, è dato dal fatto che alcune informazioni vengono ottenute dal malintenzionato proprio grazie alla vittima. Si pensi al nome del figlio/a nei guai. Presi dall’ansia, sono proprio le vittime solitamente ad aiutare il truffatore a rendere la sua storia più credibile.

Ipotizziamo: “Signora, suo figlio ha avuto un grave incidente e c’è una sanzione da pagare per evitare il trasporto in caserma e il trasferimento in carcere”; “Chi? Gianluca?”; “Esatto signora”. In questo mini scenario decisamente banale, la risposta più importante è il nome del figlio. Tutto ciò di colpo rende reale la vicenda, senza rendersi conto d’aver dato al truffatore un’informazione di cui era privo. Diffidare vuol dire fare domande e non offrire risposte. Se incalzati, i truffatori al telefono in breve interromperanno il tentativo, passando al prossimo malcapitato.