Cos’è una querela e in cosa differisce da una denuncia

Scopri con QuiFinanza in cosa consiste una querela e quali aspetti la distinguono da una denuncia.

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Silvia Baldassarre

Avvocato Civilista

Iscritta all'Ordine degli Avvocati di Milano nel 2011 dopo il conseguimento della laurea in Giurisprudenza a pieni voti, ha maturato esperienza professionale in diversi studi civilistici di Milano.

Molto spesso, nel linguaggio comune, i termini querela e denuncia vengono considerati dei sinonimi, ma a livello legale esistono delle differenze sostanziali che è importante conoscere per non incorrere in errori. In questo articolo puoi scoprire cos’è una querela, quali sono i termini e le conseguenze, e gli aspetti principali che la distinguono dalla denuncia.

Che cos’è una querela?

Una querela è la dichiarazione con la quale la persona che ha subito un reato (o il suo legale rappresentante) esprime la volontà che si proceda per punire il colpevole. E’ prevista dagli artt. 336 e 340 del codice di procedura penale e riguarda i reati non perseguibili d’ufficio. Di fatto quindi la querela consiste in uno strumento con cui una vittima può mostrare la sua volontà di agire contro la persona che l’ha offesa.

Chi può presentare una querela?

Dopo aver approfondito il significato di querela, è importante capire chi può presentarla concretamente; il diritto di querela, secondo l’articolo 120 del Codice Penale, può essere esercitato sia dalla vittima del reato sia da un terzo designato che può essere:

  • la famiglia della vittima, per esempio in caso di decesso della vittima;
  • un procuratore speciale;
  • i genitori e i tutori di minori di 14 anni o di persone che sono state dichiarate interdette.

Cosa deve contenere la querela e quali sono i termini

Non ci sono particolari regole per il contenuto dell’atto di querela, ma è necessario che, oltre ad essere descritto il fatto-reato, risulti chiara la volontà del querelante che si proceda in ordine al fatto e se ne punisca il colpevole. Una querela, in linea di massima deve contenere tre elementi fondamentali che sono: la notizia di reato ben dettagliato, con eventuali prove, la manifestazione di volontà a procedere penalmente contro il reato subito e la firma del querelante. La querela può essere sporta in forma orale oppure in forma scritta alle autorità competenti: può essere presentata direttamente dal soggetto vittima del reato oppure essere inviata da un soggetto terzo, ad esempio il legale, attraverso una raccomandata, con firma autenticata.

La querela deve essere generalmente presentata entro 3 mesi dalla data in cui è avvenuto il fatto che costituisce reato, come nel caso della querela per diffamazione o della querela per calunnia; in caso di reati particolari, come la violenza sessuale il termine è di 12 mesi, di stalking è di 6 mesi.

Le conseguenze della querela

Dopo aver presentato la querela, se viene accolta, saranno attivate tutte le indagini del caso, nel corso delle quali verrà verificato il fatto e le prove presentate di un dato reato: se il PM ritiene che i fatti narrati integrino una ipotesi di reato potrà formulare una richiesta di rinvio a giudizio o direttamente chiedere l’emissione di un decreto penale di condanna. Qualora invece la procura non ritenga che ci siano gli estremi per procedere, formulerà una richiesta ufficiale di archiviazione della querela.

Il diritto di sporgere querela si estingue anche in alcuni casi specifici come la rinuncia preventiva a presentare la querela, la remissione della querela, la decadenza dei termini temporali per presentare una querela e la morte della vittima prima di presentare la querela.

Cos’è la remissione di querela?

La remissione di querela, disciplinata agli art. 152 del Codice Penale e 340 del Codice di Procedura Penale, consiste nel riconoscimento al querelante della possibilità di rimettere la querela proposta in ogni tempo e stato del processo, fino a quando non interviene una sentenza irrevocabile di condanna. Tranne nel caso di violenza sessuale o atti sessuali con minorenni. Con la remissione di querela si estingue il reato e le spese processuali del giudizio restano a carico del querelato se non viene convenuta una soluzione diversa tra le parti.

Affinché la querela sia archiviata, è necessario che la remissione sia accettata dal querelato che, se innocente, potrebbe avere invece interesse a dimostrare attraverso il processo la sua completa estraneità al reato.

Differenze tra querela e denuncia

Nonostante la confusione tra i due termini, tra querela e denuncia ci sono delle differenze specifiche. In primis i reati perseguibili a querela solitamente hanno una gravità minore rispetto a quelli procedibili d’ufficio. La differenza tra querela e denuncia è proprio questa: quando il reato è procedibile d’ufficio non si parla mai di querela, bensì di denuncia, come nel caso della denuncia per diffamazione.

Quando il reato è procedibile a querela di parte, l’azione penale viene esercitata dall’accusa, cioè dal Pubblico Ministero, mentre la persona offesa sarà soggetto processuale e potrà costituirsi parte civile per ottenere ad esempio una forma di risarcimento. Se la persona offesa, per qualsiasi motivo, decide di ritirare la querela rendendo così improcedibile l’azione penale, può farlo. La denuncia invece è la notizia di reato alla pubblica autorità: nel caso in cui il reato fosse procedibile d’ufficio, il reato sarà comunque perseguibile e l’azione penale verrà esercitata.