Pane soffice Conad con farina di insetti? Si tratta di una bufala

Si tratta di una fake news, non esiste nessun pane soffice a base di farina di insetti. La normativa italiana più recente è stata chiara sul tema: etichette visibili e compartimenti segnalati e separati nei supermercati

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

È diventato virale un post su X che ritraeva una foto di un presunto “pane soffice Conad a base di farina di insetti”. La notizia è rimbalzata ovunque, ma una rapida indagine ha svelato che si trattava di un montaggio grossolano, un espediente utilizzato per diffondere false informazioni.

La fake news del pane a base di farina di insetti

Il montaggio, abilmente eseguito ma non privo di evidenti segni di manipolazione, ritraeva un’immagine di un normale pane soffice, il cui involucro era stato modificato digitalmente per includere la scritta “farina di insetti”. Il font utilizzato per tale aggiunta si discostava nettamente da quello originale, rivelando così l’artificiosità dell’immagine. Uno degli indizi più evidenti dell’inganno è stato individuato nell’angolo sinistro dell’involucro modificato, dove erano ancora visibili le sillabe “Na” e “Le”, rimanenze della scritta originale.

Non è la prima volta che si assiste a una fake news che diventa virale. In questo caso specifico, il post ha cercato di capitalizzare su una precedente bufala riguardante la presunta tossicità della chitina, un ingrediente che non ha alcun fondamento nella realtà.

Ogni giorno circolano sul web notizie simili: una recentissima riguarda il fatto che secondo alcuni ci fosse la farina di rana sul Nequik, basandosi su un logo che ritrae un anfibio. Questa interpretazione è semplicemente errata. Il logo in questione non indica la presenza di farina di rana, ma è il simbolo della Rainforest Alliance, un’organizzazione che certifica i prodotti che rispettano specifici standard di sostenibilità ambientale e sociale. In sostanza, il marchio non è un indizio di ingredienti insoliti, ma piuttosto una garanzia di impegno verso pratiche produttive etiche e rispettose dell’ambiente.

Dove si trovano le farine di insetti in Italia

Queste paure, da cui si presume provengano anche le fake news, si sono acuite il 29 dicembre 2023, quando la Gazzetta Ufficiale ha pubblicato quattro decreti emanati dal Ministero dell’Agricoltura, che mirano a regolare e favorire la distribuzione di prodotti alimentari, i quali includono farina di insetti. La notizia ha rapidamente invaso il mondo online, scatenando agitazioni e costringendo il Ministro Francesco Lollobrigida a fornire spiegazioni dettagliate sulla posizione del governo.

Sebbene l’Unione Europea abbia dato il proprio consenso alla commercializzazione di prodotti alimentari a base di farina di insetti, imponendo tale normativa a tutti gli Stati membri, l’Italia ha introdotto misure restrittive e dettagliate.

In Italia si possono produrre, esporre e acquistare alimenti contenenti farina proveniente da quattro diverse tipologie di insetti, già approvate per il consumo umano nel 2021 nell’ambito dell’Unione Europea.  Secondo quanto dichiarato dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), le farine ottenute da questi insetti potranno essere integrate in una vasta gamma di prodotti alimentari, che includono pane, biscotti, prodotti da forno e persino pizze.

I decreti, promossi dal Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, stabiliscono le condizioni di utilizzo e l’etichettatura degli alimenti contenenti farina di insetti. Nonostante già la normativa europea richieda la trasparenza sull’ingrediente, sia nella denominazione di vendita che nella lista degli ingredienti, l’Italia ha introdotto ulteriori misure di sicurezza, obbligando la segnalazione della farina di insetti a causa delle allergie potenzialmente scatenate, come avviene per altri allergeni noti.

Una delle principali differenze tra la normativa italiana e quella europea consiste nell’obbligo di collocare tali prodotti in compartimenti separati all’interno dei supermercati, con apposita cartellonistica di segnalazione.