Giornata mondiale delle api, proteggerle per salvare 3 miliardi grazie all’impollinazione

Senza la fondamentale impollinazione delle api, la maggior parte delle piante sulla Terra e dei prodotti della nostra agricoltura non sarebbero possibili

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Il 20 dicembre 2017, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il 20 maggio come Giornata Mondiale delle Api. Questa decisione è stata presa a seguito dell’allarme crescente riguardo al declino delle api e degli altri impollinatori, sollevato dal Rapporto di valutazione tematica sull’impollinazione e la produzione alimentare dell’Ipbes, pubblicato nel febbraio 2016.

Secondo il rapporto dell’Ispra, si stima che un numero crescente di specie di impollinatori in tutto il mondo sia sull’orlo dell’estinzione a causa di diverse pressioni, molte delle quali causate dall’uomo. Tra le cause principali del declino delle api e degli impollinatori ci sono la distruzione, la degradazione e la frammentazione degli habitat, l’inquinamento da pesticidi, i cambiamenti climatici e la diffusione di specie aliene invasive, parassiti e patogeni.

L’importanza delle api e degli altri insetti impollinatori è fondamentale per l’equilibrio degli ecosistemi e per la sicurezza alimentare. Si stima che circa il 90% di tutte le piante selvatiche con fiori e l’80% delle piante produttrici di cibo e prodotti per il consumo umano dipendano dalle api e dagli altri insetti impollinatori per la loro riproduzione.

La Giornata Mondiale delle Api è un’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica e i decisori politici sull’importanza di questi insetti straordinari e per promuovere azioni concrete per la loro protezione. È fondamentale impegnarsi per evitare l’estinzione delle api e degli altri impollinatori, poiché il loro declino potrebbe avere gravi conseguenze sull’ecosistema e sulla produzione alimentare.

Coinvolgere le giovani generazioni nella tutela delle api

Nel discutere delle politiche agricole e del divieto degli insetticidi, può sembrare che la salvaguardia delle api sia un compito lontano e riservato esclusivamente a chi detiene il potere decisionale. Tuttavia, questo è solo parzialmente vero, poiché ognuno di noi può contribuire. Questo vale soprattutto per le giovani generazioni, a cui è dedicata la Giornata Mondiale delle Api 2024 con lo slogan “Bee engaged with youth“.

In questa prospettiva, i giovani sono anzitutto cittadini che possono arricchire il loro giardino o balcone con piante e fiori che attraggono le api, informarsi sulle specie più diffuse nella propria zona e fare la spesa presso coltivatori locali (magari rivolgendosi anche ai piccoli apicoltori per acquistare miele). Inoltre, i giovani possono diventare apicoltori in erba, formandosi su questi temi e facendo tesoro dell’esperienza dei colleghi più esperti.

Perché le api e gli altri impollinatori sono importanti?

L’obiettivo della Giornata Mondiale delle Api è quello di sensibilizzare cittadini, media e decisori politici sull’importanza cruciale delle api e di tutti gli altri impollinatori.

Questi animali, che includono api, vespe, farfalle, coccinelle, ragni, rettili, uccelli e persino alcuni mammiferi, svolgono un ruolo fondamentale per la nostra sicurezza alimentare, la sussistenza di centinaia di milioni di persone, il funzionamento degli ecosistemi e la conservazione degli habitat.

Come funzionano gli impollinatori?

Quando gli impollinatori visitano i fiori alla ricerca di nettare e polline, si ricoprono di polline (il gamete maschile, simile allo sperma nei mammiferi) prodotto dalle antere, la parte fertile degli organi sessuali maschili del fiore. Passando da un fiore all’altro, gli impollinatori trasportano involontariamente questo polline sul loro corpo fino allo stigma, la parte più esterna del gineceo o pistillo (l’organo sessuale femminile del fiore). Attraverso lo stigma, il polline raggiunge l’ovario, dove avviene la fecondazione che permette alla pianta di riprodursi.

Cosa possiamo fare per proteggere gli impollinatori?

La salute degli impollinatori è minacciata da una serie di fattori, tra cui la perdita di habitat, l’uso di pesticidi, i cambiamenti climatici e la diffusione di malattie.

È fondamentale che tutti ci impegniamo per proteggere questi animali indispensabili. Ecco alcune azioni che possiamo intraprendere:

  • Piantare fiori melliferi: i fiori melliferi forniscono agli impollinatori il cibo di cui hanno bisogno per sopravvivere
  • Evitare l’uso di pesticidi: i pesticidi possono uccidere le api e altri insetti utili
  • Acquistare prodotti locali e biologici: l’agricoltura biologica utilizza meno pesticidi e favorisce la biodiversità
  • Sostenere gli apicoltori locali: gli apicoltori svolgono un ruolo importante nel mantenimento delle popolazioni di api sane

L’importanza economica e ecologica dell’impollinazione animale

Gli impollinatori, tra cui api, vespe, farfalle, coccinelle e altri animali, svolgono un ruolo cruciale nella produzione agricola mondiale. Circa il 70% delle 115 principali colture agrarie mondiali beneficia dell’impollinazione animale, mentre in Europa l’80% delle 264 specie coltivate dipende dall’attività degli insetti impollinatori. Il valore economico associato all’impollinazione animale è stimato tra 235 e 577 miliardi di dollari a livello globale. In Italia, la valutazione economica del servizio di impollinazione delle aree agricole è pari a circa 3 miliardi di euro all’anno.

L’importanza degli impollinatori non si limita solo all’agricoltura. L’88% delle piante selvatiche da fiore del mondo (circa 308.000 specie) dipende, almeno in parte, dall’impollinazione animale per la riproduzione. Questo processo è essenziale per la conservazione della biodiversità e il mantenimento degli ecosistemi naturali.

Gli impollinatori sono quindi fondamentali per la sicurezza alimentare globale, la conservazione della biodiversità e il benessere degli ecosistemi. È fondamentale proteggere e preservare questi preziosi alleati per garantire un futuro sostenibile per l’umanità e il pianeta.

L’ape domestica: un impollinatore prezioso per l’uomo

Tra gli impollinatori, le api del genere Apis sono le più numerose: si contano oltre 20.000 specie in tutto il mondo, di cui la maggior parte selvatiche. Tra queste, l’ape domestica (Apis mellifera), conosciuta anche come ape italica, è la più diffusa e apprezzata dall’uomo.

Originaria dell’Europa, dell’Asia e dell’Africa, l’ape domestica ha accompagnato lo sviluppo delle civiltà sin dai tempi antichi. Il suo valore non si limita solo al servizio di impollinazione, fondamentale per la produzione di cibo, ma anche alla produzione di miele, cera, propoli e pappa reale.

L’apicoltura in Europa e in Italia

In tutta l’Unione Europea, l’apicoltura è un’attività fiorente che conta oltre 600.000 apicoltori. Questi gestiscono circa 17 milioni di alveari e producono annualmente circa 250.000 tonnellate di miele.

Anche in Italia l’apicoltura è in crescita: nel 2020 si contavano 65.000 apicoltori registrati, con un numero in costante aumento. Parallelamente, è cresciuto anche il numero di alveari (1.950.000 unità nel 2020), con una produzione di miele stimata in circa 25.000 tonnellate.

La minaccia della moria delle api: cause e soluzioni

Negli ultimi anni, gli apicoltori hanno dovuto affrontare un grave fenomeno: la riduzione del numero delle colonie di api e il declino delle loro popolazioni. Questo fenomeno, noto come spopolamento degli alveari o moria delle api, è stato segnalato dagli apicoltori sin dal 2003 e si manifesta principalmente in primavera, durante il periodo di maggiore bottinamento delle api. Ad oggi, non è stata identificata una causa unica per questo declino, ma sono stati individuati diversi fattori che incidono negativamente sulla salute e sulla sopravvivenza delle colonie di api da miele. Tra questi fattori vi sono:

  • Distruzione e perdita degli habitat: l’espansione urbana, l’agricoltura intensiva e l’utilizzo di pesticidi stanno distruggendo gli habitat naturali delle api, privandole di cibo e riparo
  • Semplificazione del paesaggio: la scomparsa di fasce fiorite, siepi e aree boschive impoverisce la biodiversità vegetale, limitando le fonti di nutrimento per le api
  • Agricoltura intensiva: l’uso massiccio di pesticidi e fertilizzanti nell’agricoltura convenzionale avvelena le api e danneggia la salute delle colonie
  • Cambiamenti climatici: l’aumento delle temperature e le modifiche nei regimi di precipitazioni influenzano la fioritura delle piante e la disponibilità di cibo per le api
  • Parassiti e malattie: le api sono soggette a un numero crescente di parassiti e malattie, tra cui l’acaro varroa, il calabrone asiatico e il piccolo scarabeo dell’alveare
  • Pesticidi: l’utilizzo di pesticidi in agricoltura, per la lotta agli insetti molesti e il diserbo, può intossicare le api e indebolire il loro sistema immunitario
  • Cambiamenti nelle pratiche apistiche: l’adozione di tecniche apistiche intensive e l’uso di prodotti chimici per combattere parassiti e malattie possono avere un impatto negativo sulla salute delle colonie

Morie di api: l’Ispra indaga il ruolo dei pesticidi

L’Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione dell’Ambiente, è impegnato in ricerche per identificare le cause del declino delle colonie di api, fenomeno noto come “moria delle api”. L’attenzione si concentra in particolare sull’impatto delle pratiche agricole, con un focus sui pesticidi utilizzati per combattere parassiti e patogeni.

Da alcuni anni, l’Ispra ha inserito nell’Annuario dei dati ambientali un indicatore specifico che monitora le morie di api correlate all’uso di prodotti fitosanitari. I dati raccolti mostrano un possibile trend in aumento di questi casi, dovuto in parte all’esposizione crescente delle api ai pesticidi e in parte alla maggiore consapevolezza degli apicoltori, che partecipano con più responsabilità ai programmi di rilevazione condotti dagli organi di controllo.

L’obiettivo: individuare le relazioni tra pesticidi e morie

L’indicatore mette in relazione i casi di moria delle api con la presenza di principi attivi dei fitofarmaci in campioni di api e miele. Le analisi, condotte da laboratori preposti e riconosciuti dalla normativa, permettono di valutare l’entità e la diffusione del fenomeno su scala nazionale.

Tuttavia, i dati raccolti potrebbero essere sottostimati. Le segnalazioni di moria da parte degli apicoltori sono su base volontaria e non sono previsti incentivi o forme di tutela per chi collabora.

Per migliorare l’accuratezza dei dati e incoraggiare la segnalazione di eventi da parte degli apicoltori, l’Ispra propone l’introduzione di misure che tutelino l’attività produttiva delle aziende apistiche. In particolare, si propone di limitare l’applicazione di misure restrittive sugli apiari interessati, come sequestri e blocchi delle attività, permettendo al contempo di proseguire con le indagini per identificare le cause del fenomeno.

La collaborazione tra apicoltori e istituzioni per tutelare le api

Solo attraverso una stretta collaborazione tra apicoltori e istituzioni sarà possibile raccogliere dati più completi e accurati, favorendo una comprensione approfondita del fenomeno della moria delle api e permettendo di individuare soluzioni efficaci per contrastare il declino di questi insetti indispensabili per l’ecosistema.

Promuovere un’agroecologia protettiva per gli impollinatori

Per ridurre i rischi di effetti negativi sugli impollinatori, è fondamentale adottare una serie di misure. Il rispetto delle norme e delle raccomandazioni sull’uso dei prodotti fitosanitari, insieme alla conoscenza e al rispetto delle pratiche locali, riveste particolare importanza in questo contesto.

Questi passaggi includono la promozione di un’agricoltura sostenibile, che favorisce la diversificazione del paesaggio agricolo e integra processi ecologici nella produzione alimentare.

In particolare, le opzioni includono:

  • La creazione di siepi o di “strisce” tra i filari delle colture erbacee e arboree, o la costituzione di aree con piante selvatiche da fiore, al fine di mantenere o favorire una maggiore diversità di habitat per gli impollinatori a livello paesaggistico
  • La riduzione dell’esposizione degli impollinatori ai pesticidi mediante la diminuzione dell’uso di tali sostanze, l’adozione di alternative per il controllo di patogeni, parassiti ed erbe infestanti, e l’implementazione di pratiche agricole specifiche che includono tecnologie per ridurre la deriva dei pesticidi durante i trattamenti
  • Il miglioramento delle pratiche di apicoltura domestica per quanto riguarda il controllo di patogeni e parassiti, insieme a una regolamentazione più efficace del commercio e dell’uso di impollinatori, compresa la loro riproduzione.

Proteggere gli impollinatori e promuovere la biodiversità

Eva Alessi, responsabile Sostenibilità del Wwf Italia, sottolinea l’importanza di ecosistemi liberi da veleni e diversificati per garantire il benessere degli insetti impollinatori. Questo richiede l’eliminazione dei pesticidi dannosi e il ripristino della natura all’interno delle aziende agricole. Per raggiungere tali obiettivi, gli Stati membri, gli agricoltori, l’industria agroalimentare e i cittadini europei devono assumersi un ruolo attivo e sostenere la transizione ecologica dell’agricoltura.

La Strategia Nazionale Biodiversità prevede azioni specifiche per la tutela degli insetti impollinatori, inclusa la definizione di un Piano Nazionale per la conservazione degli impollinatori e un processo di monitoraggio coordinato. Tuttavia, dopo il ritiro del Regolamento europeo Sur per la riduzione dell’uso dei pesticidi e il blocco del Regolamento europeo sul ripristino della Natura, l’Iniziativa europea “Un nuovo patto per gli impollinatori” è rimasta senza i suoi principali strumenti attuativi. Di conseguenza, la responsabilità delle azioni necessarie per la tutela degli insetti impollinatori ricade ora sui singoli Stati membri dell’Unione, con il Governo italiano chiamato a recuperare ritardi e inadempienze.

La necessità di proteggere gli insetti impollinatori è evidente, e l’adozione di misure che incoraggino la segnalazione dei casi di moria da parte degli apicoltori potrebbe migliorare l’accuratezza dei dati e consentire il proseguimento rapido delle indagini. Questo richiederebbe anche limitare l’applicazione di misure restrittive sugli apiari interessati, come sequestri e blocchi delle attività, al fine di tutelare l’attività produttiva delle aziende apistiche.

Le Oasi Wwf e la Protezione degli Impollinatori

In attesa del Piano Nazionale per la tutela degli impollinatori, il Wwf Italia non resta fermo e raddoppia il proprio impegno concreto attraverso la sua rete di aree naturali protette. A partire dal 2024, tre Oasi Wwf saranno protagoniste di un innovativo progetto di monitoraggio delle farfalle. L’obiettivo è quello di valutare l’abbondanza delle popolazioni di questi preziosi insetti, raccogliendo dati preziosi per definire strategie di conservazione mirate ed efficaci.

Oasi di biodiversità per api e altri impollinatori

Già oggi, 28 Oasi Wwf sono impegnate in azioni concrete di ripristino della Natura. Attraverso la semina di fiori nettariferi e polliniferi e la collocazione di nidi artificiali, queste aree protette offrono cibo, rifugio e siti di nidificazione ad apoidei selvatici, in particolare a bombi e osmie, specie fondamentali per l’impollinazione di molte colture e piante selvatiche.

L’impegno del Wwf Italia per la tutela degli impollinatori si inserisce in un quadro più ampio di azioni volte a promuovere un futuro più sostenibile per il nostro pianeta. La salvaguardia di api, farfalle e altri insetti impollinatori è infatti essenziale per la conservazione della biodiversità, la sicurezza alimentare e il benessere dell’intero ecosistema.