Dal 24 gennaio via libera alla farina di grillo: ecco in quali cibi potremo trovarla

L'Unione europea ha adottato un nuovo regolamento con cui dà l'ok all'immissione in commercio in tutto il territorio dell'Unione del cosiddetto Acheta domesticus (grillo domestico)

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Era stato annunciato, e ora il via libera alla farina di grilli diventa realtà. L’Unione europea ha adottato un nuovo regolamento, in vigore dal 24 gennaio, con cui dà l’ok all’immissione in commercio in tutto il territorio dell’Unione del cosiddetto Acheta domesticus (grillo domestico), “parzialmente sgrassato”, si legge nel documento ufficiale. Il grillo domestico in polvere parzialmente sgrassata da oggi è quindi incluso nell’elenco dei nuovi alimenti della Ue.

Cosa prevede il regolamento Ue sulla farina di grillo

L’iter di approvazione del prodotto era iniziato l’8 luglio 2020 da parte della Commissione Europea, che ne aveva richiesto la valutazione all’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare. Il 23 marzo 2022, l’EFSA ha adottato un parere scientifico sulla sicurezza della polvere intera parzialmente sgrassata di grillo domestico come nuovo alimento.

Da notare che, almeno per ora, solo la società Cricket One è autorizzata a immettere sul mercato dell’Unione il nuovo cibo, per un periodo di 5 anni a decorrere dal 24 gennaio, a meno che un richiedente successivo non ottenga un’autorizzazione per il nuovo alimento senza riferimento ai dati scientifici protetti con l’accordo di Cricket One.

I dati scientifici contenuti nel fascicolo di domanda e che soddisfano le condizioni del regolamento UE non possono essere infatti utilizzati a vantaggio di un richiedente successivo per un periodo di 5 anni dalla data di ingresso in vigore del regolamento senza il consenso della stessa Cricket One. Un “brevetto” in esclusiva, insomma, che blinda il mercato, almeno per ora.

L’International Platform of Insects for Food and Feed ha accolto con favore il via libera delle autorità degli Stati membri dell’Unione Europea, che, oltre alla farina di grillo, punta anche ad autorizzare la commercializzazione di formulazioni congelate e liofilizzate del verme minore della farina, il cosiddetto Alphitobius diaperinus.

L’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha scoperto che il consumo sul mercato di massa di polvere di grilli domestici parzialmente sgrassata è “sicuro nelle condizioni proposte” dei livelli di utilizzo, a seguito di una revisione avviata tre anni fa.

Non dimentichiamo che il 1° luglio 2017 è entrato in vigore il regolamento UE 2017/893, che consente alcune specie per l’alimentazione acquatica: si tratta di BSF (Hermetia illucens), mosca comune (Musca domestica), verme della farina gialla (Tenebrio molitor), verme della farina minore (Alphitobius diaperinus), grillo domestico (Acheta domesticus), grillo fasciato (Gryllodes sigillatus) e grillo campestre (Gryllus assimilis).

Le larve di BSF, ad esempio, sono estremamente ricche di proteine ​​e grassi, quindi durante la lavorazione l’obiettivo principale è separare l’olio dal resto del pasto, motivo per cui sono molto sviluppate nelle industrie di lavorazione della carne e del pesce.

Gli insetti in generale possono essere cotti, macinati in polvere o trasformati in farina e utilizzati in varie ricette, dal pane alle barrette energetiche. Inoltre, le proteine ​​degli insetti sono un ottimo modo per aggiungere un sapore unico ai piatti tradizionali, come zuppe, insalate e antipasti. Questo è quello che dicono gli esperti, almeno.

L’elenco degli insetti commestibili è molto più lungo di quanto ci possiamo immaginare: larve, cimici, formiche, cavallette, scarafaggi, vespe, calabroni e molti altri occupano già un posto di rilievo nelle cucine di molte parti del mondo.

Dove si mangiano insetti quotidianamente

La notizia degli insetti nei cibi che mangiamo regolarmente ha destato tuttavia non poco scalpore, perché culturalmente l’idea di mangiare insetti – per estensione concettuale in realtà, perché qui si parla pur sempre di farina –  è lontana dall’Occidente, mentre è molto presente in Asia, in Africa e in alcune zone dell’America e dell”Oceania.

Il consumo di insetti in varie forme e tradizioni è fondamentale tra i vari gruppi indigeni in tutto il continente africano nel suo insieme. La pratica del consumo di insetti, tuttavia, è segnalata in declino nelle aree che hanno adottato fonti di cibo più occidentali, tra le giovani generazioni, e nelle aree in cui l’accesso agli insetti è diminuito, a causa dell’aumento della popolazione come nelle città o a causa ai cambiamenti climatici, secondo quanto riporta la rivista Insects.

In Asia, in Cina, in Vietnam e in Giappone in particolare, oltre alla radicata tradizione del calabrone mangiato in varie forme, anche l’industria degli insetti commestibili va a gonfie vele, con molte nuove aziende che offrono polveri di insetti, farine, snack e infusi. In America, in Brasile nello specifico, alcuni dei migliori chef al mondo hanno inserito gli insetti nei loro menu di degustazione: tra questi c’è Alex Atala, il cui ristorante D.O.M. di San Paolo è considerato uno dei migliori al mondo.

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E in Italia? L’Alto Adige apre la strada?

In Italia c’è molta resistenza. Secondo un sondaggio Ixè/Coldiretti, solo il 24% dei nostri connazionali è favorevole alla commercializzazione della farina di grilli, mentre il 54% è contrario. Eppure, mangiare insetti, pratica nota come entomofagia, come abbiamo visto è un’azione antica e sempre più comune che prende forma in molte forme diverse in tutto il mondo.

Uno spiraglio di apertura arriva però dall’Alto Adige, dove la rappresentante degli agenti di commercio di Confesercenti Alto Adige, Monika Walch, ha commentato: “Perché no? Il gusto della farina di grillo è ottimo, con un leggero sentore di nocciola che ben si sposa con molti ingredienti, anche nei piatti più tradizionali. Inoltre è molto nutriente, con oltre il 65% di proteine ​​complete, costituite da tutti e 9 gli aminoacidi essenziali, tutti con meno grassi saturi e colesterolo rispetto ad altri alimenti“. Presto dunque troveremo la farina di grillo nello strudel di mele, nello schüttelbrot e in altre specialità altoatesine? Forse.

I vantaggi del mangiare gli insetti e i loro derivati

Il punto è che, se consideriamo una prospettiva di sostenibilità e di salute, gli insetti sono decisamente meglio della carne, ad esempio. Cricket one, la società che ha presentato la domanda di autorizzazione originale per il commercio nell’Unione europea, afferma che gli insetti sono “nutrizionalmente più efficienti” degli animali e fungono da “fonte di proteine ​​alternative” più affidabile.

Posto che è sempre più forte la consapevolezza dell’impatto del bestiame sul cambiamento climatico, in tutto il mondo si stanno moltiplicando le proposte per aumentare il consumo di insetti.

La produzione di proteine ​​di insetti utilizza molta meno acqua, terra ed energia rispetto a qualsiasi proteina derivata dal bestiame. Prendendo come esempio solo l’utilizzo dell’acqua, per creare un chilo di proteine ​​del grillo sono necessari circa 3,8  litri d’acqua, rispetto ai circa 7 litri per produrre la quantità equivalente di carne bovina.

Pertanto, la farina di grillo diventa strategica come ingrediente di alta qualità e a basso costo per aumentare la produttività dell’industria alimentare e della catena alimentare umana in generale, grazie alla circolarità della produzione e alla sua incredibile flessibilità come parte di una dieta nutriente.

La funzione principale della farina di grilli negli alimenti è, a tendere, quella di sostituire la carne, poiché fornisce una maggiore concentrazione degli stessi nutrienti chiave: proteine ​​complete facilmente digeribili, con i 9 aminoacidi essenziali, vitamina B12, ferro e una potente fibra prebiotica chiamata chitina. Inoltre, è molto più pulita e sostenibile. In altre parole, la polvere di grillo viene considerata la fonte proteica più sostenibile e completa mai scoperta.

Il World Economic Forum ha spesso promosso l’idea di fonti alimentari alternative nel tentativo di ridurre le emissioni di carbonio. “Gli insetti sono una fonte proteica alternativa credibile ed efficiente che richiede meno risorse rispetto all’allevamento convenzionale”, spiega l’organizzazione internazionale. “Gli studi suggeriscono che per la stessa quantità di proteine ​​prodotte, gli insetti, in particolare i vermi della farina, richiedono molta meno terra rispetto ad altre fonti di proteine ​​animali”. Non solo: uno studio sui grilli suggerisce che sono due volte più efficienti nel convertire il cibo in carne rispetto al pollo.

Torna anche alla mente l’immagine della nostra Samantha Cristoforetti, che, in uno dei suoi ormai iconici video su TikTok dalla Stazione Spaziale Internazionale, mangia uno snack di “grillo al mirtillo”, e dice: “Vi porterò all’ultima frontiera del cibo”. La barretta è prodotta infatti con farina di grillo, e AstroSamantha la mastica con gusto sottolineando che “è buona per te e per il pianeta”. Nel mondo, concludeva, “2 miliardi di persone già si nutrono di insetti. Alcune specie sono considerate delle prelibatezze, perché sono ricche di nutrienti e sostenibili dal punto di vista ecologico. Perché non le provate anche voi?”.

Palese è che siamo di fronte a un limite oggettivo: gli attuali sistemi agricoli non riescono a nutrire la popolazione globale in modo sostenibile. Problema che probabilmente si aggraverà con la crescente domanda di proteine ​​in tutto il mondo. A dire il vero, la domanda di prodotti a base di insetti è già molto superiore all’offerta disponibile. Nel 2022, 3 miliardi di persone non si sono potute permettere un’alimentazione sana e 1 miliardo di persone sono state denutrite o non hanno ricevuto abbastanza calorie.

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Mangiare insetti fa male? Cosa sappiamo sui possibili rischi di reazioni allergica

C’è da dire però che alcuni studi parlano di “prove pubblicate limitate sull’allergia alimentare correlata agli insetti in generale” e collegano l’Acheta domesticus a diversi eventi di anafilassi, quindi a reazioni allergiche potenzialmente gravi e anche mortali in casi limitati.

Secondo alcune ricerche condotte dal New York Allergy and Sinus Center, “non è raro sperimentare l’anafilassi mangiando grilli”. Le persone allergiche ai crostacei, affermano gli studi, “possono sviluppare un’allergia ai grilli” perché le specie condividono molte delle stesse proteine. Coloro che soffrono di allergia agli scarafaggi “possono reagire anche ai grilli”. Mentre questi insetti sono dunque considerati sicuri e sani da mangiare in generale, “per coloro che sono allergici rappresentano una seria minaccia”.

La stessa Autorità per la sicurezza alimentare aveva rilevato che il consumo di questo nuovo alimento “può innescare una sensibilizzazione” alle proteine ​​dell’insetto e ha raccomandato ulteriori ricerche. Ma poiché le prove sulle reazioni allergiche scatenate dalla polvere di grilli sono state valutate dalla Commissione europea “inconcludenti”, Bruxelles ha deciso che “non erano necessari requisiti specifici di etichettatura” nell’elenco UE dei nuovi alimenti autorizzati.

In quali prodotti potremo trovare la farina di grillo

Secondo il nuovo regolamento Ue approvato e in vigore dal 24 gennaio, la polvere di grilli sarà ora consentita in prodotti alimentari di consumo quotidiano, come pane, cracker, biscotti.

Ecco nel dettaglio in quali prodotti e in quali quantità (su 100 gr.) potremo trovare farina di grillo, su tutto il territorio dell’Unione europea:

  • Pane e panini multicereali, cracker e grissini (max 2 gr.)
  • Barrette di cereali (max 3 gr.)
  • Premiscelati per prodotti da forno (secchi) (max 3 gr.)
  • Biscotti (max 1,5 gr.)
  • Prodotti a base di pasta (secchi) (max 0,25 gr.)
  • Prodotti a base di pasta ripiena (secca) (max 3 gr.)
  • Salse (max 1 gr.)
  • Prodotti trasformati a base di patate, piatti a base di legumi e verdure, pizza, piatti a base di pasta (max 1 gr.)
  • Siero di latte in polvere (max 3 gr.)
  • Analoghi della carne (max 5 gr.)
  • Minestre e minestre concentrate o in polvere (max 1 gr.)
  • Snack a base di farina di mais (max 4 gr.)
  • Bevande simili alla birra (max 0,1 gr.)
  • Dolci al cioccolato (max 2 gr.)
  • Frutta a guscio e semi oleosi (max 2 gr.)
  • Spuntini diversi dalle patatine (max 5 gr.)
  • Preparazioni di carne (max 2 gr.).