Cos’è il vino sostenibile e come riconoscere una bottiglia “verde”

Anche il vino sta diventando sempre più green. Cosa significa scegliere un marchio sostenibile nel settore vinicolo e cosa guardare quando compriamo una bottiglia

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Pubblicato: 24 Febbraio 2025 17:54

Mentre a Bologna va in scena fino al 25 febbraio lo Slow Wine Fair, manifestazione internazionale dedicata al vino buono, pulito e giusto, viene da chiedersi cosa sia, davvero, il vino sostenibile. In un momento in cui la crisi climatica richiede scelte consapevoli e innovative, anche il settore vitivinicolo può infatti fare la differenza.

Il vino sostenibile è quello che cerca l’equilibrio tra fattibilità economica, equità sociale e buono stato ambientale e questo si applica a tutta la catena di produzione e di trasformazione: partendo dall’uva – da vino, da tavola o passa che sia – e dal succo d’uva, per arrivare al vino, ai superalcolici e agli altri prodotti della vite.

Quando un vino si può dire sostenibile

Ma come capire se quella che stiamo comprando è una bottiglia green? Come prima cosa, dobbiamo imparare a leggere bene l’etichetta. Ecco quindi a cosa dobbiamo guardare.

Il vino sostenibile è un vino che arriva da una lavorazione che fa tutto il possibile per preservare le risorse per le generazioni future, in un’ottica conservativa e rigenerativa.

La cosiddetta viticoltura integrata, che in realtà esiste dagli anni ‘60, ricerca continuamente nuove pratiche per ridurre sempre di più l’impatto sull’ambiente, e anche sulla salute, possibilmente partendo dalle tradizioni antiche. Ha il pregio di eseguire solo interventi necessari, mirati e differenziati: cioè si coltiva solo dove serve, quando serve e in modo diverso a seconda delle necessità di ogni micro-zona, con un controllo preciso su ogni fase di lavorazione.

Vino sostenibile è gestione non intensiva del suolo e biodiversità nella vigna. La ricchezza di flora nella vigna favorisce la presenza di microorganismi che aiutano le piante a stare meglio, come nel caso dei lombrichi ad esempio, che contribuiscono a combattere i parassiti che mettono in pericolo le radici della vite. Ogni anno, la perdita di biodiversità costa il 6% del Pil globale.

Parlare di sostenibilità del vino significa anche fare ecologia della vigna, cioè considerare la vigna come un ecosistema complesso in cui i vari attori intervengono in modo sostanziale nel ciclo dei nutrienti, nell’implementare la qualità del suolo, nel contenimento di parassiti e malattie.

Se poi la vigna viene alimentata con energie rinnovabili o sistemi di risparmio energetico, ad esempio sfruttando sistemi di raccolta e riciclo dell’acqua piovana, il vino prodotto è decisamente più green.

Anche la tipologia di cantina fa la differenza. Ad esempio, quelle interrate consentono un risparmiamo di almeno il 70% rispetto a quelle fuori terra, perché mantengono in modo naturale temperature e umidità adatte al vino.

Oltre a tutti questi aspetti strettamente ambientali, il vino “pulito” non può prescindere da un giusto ed equo riconoscimento del lavoro delle persone che contribuiscono a tutte le fasi della sua produzione.

L’importanza del packaging

Non meno importante è il packaging, che sempre più acquista rilevanza anche nelle scelte di noi consumatori.

Si potrebbero iniziare a praticare il vuoto a rendere, ad esempio. Oppure ridurre lo spessore del vetro delle bottiglie o anche scegliere marchi che prediligono carta o lattine al posto del vetro. Per quanto riguarda i tappi, si possono privilegiare quelli derivati da polimeri vegetali o sostenibili, anche se, almeno su questo fronte, possiamo stare tranquilli: i classici tappi in sughero sono già green.

Le certificazioni del vino sostenibile

Infine, dobbiamo guardare le certificazioni. In Italia esistono due tipi di certificazioni di sostenibilità ambientale: Viva ed Equalitas, destinati alle aziende vitivinicole che vogliono impegnarsi nell’adottare un sistema di gestione che tenga conto della sostenibilità in tutte le fasi di produzione del vino: dal vigneto alla cantina, fino alla sua commercializzazione.

In alcune zone sono stati creati standard particolari destinati esclusivamente ad aziende provenienti da quelle aree, come accade in Sicilia con SOStain.