Parigi vieta i SUV, passa il referendum per triplicare le tariffe di parcheggio

Il 4 febbraio il 54,55% degli elettori parigini ha approvato tramite referendum la proposta della sindaca socialista Anne Hidalgo, ha però votato solo il 5,68%

Foto di Matteo Paolini

Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Le città europee, Parigi in testa, stanno lanciando una battaglia contro gli SUV, giudicati troppo ingombranti, inquinanti e pericolosi. Domenica 4 febbraio, i cittadini parigini sono stati chiamati alle urne per decidere sulla proposta di triplicare le tariffe di parcheggio per le auto di dimensioni superiori a una certa soglia. Il quesito ha ottenuto il 54,5% dei voti favorevoli, nonostante un’affluenza inferiore alle aspettative, con soli 78.000 votanti su 1,3 milioni aventi diritto, poco più del 5%.

Nuove tariffe per la sicurezza stradale e l’ambiente

La sindaca socialista di Parigi, Anne Hidalgo, ha elogiato la chiara scelta dei parigini nel recente referendum sul triplicare le tariffe di parcheggio per gli SUV. Hidalgo ha sottolineato la necessità di difendere la sicurezza stradale e combattere l’inquinamento atmosferico. La proposta mira a frenare la presenza dei SUV attraverso un aumento delle tariffe, presentando ciò come una forma di giustizia sociale. L’obiettivo è colpire deliberatamente le auto più costose, pesanti e inquinanti, al fine di influenzare gli automobilisti che non hanno ancora adattato le proprie abitudini alla crisi climatica. Questo approccio mira anche a proteggere le fasce più deboli della popolazione, spesso residenti nelle vicinanze delle strade più trafficate. Altri centri urbani come Lione e Grenoble hanno annunciato piani simili, prevedendo tariffe di parcheggio più elevate in base al peso del veicolo a partire dal prossimo anno.

Triplicano i parcheggi per i SUV, multe fino a 225 euro

A Parigi, le nuove tariffe di parcheggio entreranno in vigore all’inizio di settembre, applicabili a veicoli con motore a combustione di peso superiore a 1,6 tonnellate e a 2 tonnellate per i veicoli elettrici. Il costo del parcheggio su strada per SUV e auto 4×4 aumenterà a 18 euro per la prima ora nei distretti centrali, coprendo quasi metà del territorio comunale, e a 12 euro nel resto della città. Un sistema di tariffe progressive colpirà i proprietari di veicoli da 2 tonnellate che parcheggiano per sei ore consecutive nei distretti centrali, portandoli a pagare fino a 225 euro, rispetto ai 75 euro attuali.

Il vicesindaco di Parigi responsabile dei trasporti, David Belliard dei Verdi, ha precisato che circa il 10% dei veicoli a Parigi sarà colpito dalle tariffe di parcheggio più elevate, potenzialmente generando entrate fino a 35 milioni di euro all’anno per la città. L’aumento del numero di SUV in città del 60% negli ultimi quattro anni ha spinto il Comune a sperare che le tariffe possano frenare questo trend e promuovere l’acquisto di veicoli più leggeri. In Europa, e anche in Italia, i SUV costituiscono ormai oltre il 50% delle nuove immatricolazioni, evidenziando la necessità di politiche come queste per promuovere un’automobile più ecologica.

La polemica sulle nuove tariffe di parcheggio

Negli ultimi mesi, la questione delle tariffe di parcheggio a Parigi è stata al centro di una feroce polemica politica. Il referendum ha ottenuto il sostegno dei gruppi ecologisti e della sindaca Hidalgo, la quale ha descritto l’aumento dei prezzi come “una forma di giustizia sociale“, prevedendo benefici anche in termini di riduzione dell’inquinamento atmosferico e maggiore sicurezza stradale. Dall’altro lato, i gruppi più conservatori protestano, accusando la sindaca di avviare una “crociata contro le automobili“.

Secondo i calcoli del Comune, le nuove tariffe influiranno su circa il 10% dei veicoli che circolano giornalmente per Parigi, generando entrate fino a 35 milioni di euro all’anno per l’amministrazione comunale.

Hidalgo e le consultazioni cittadine: tra ecologia e bassa partecipazione

Quello sulle tariffe di parcheggio per i SUV è  la seconda “consultazione cittadina” organizzat a in meno di un anno dalla sindaca di Parigi, e fa seguito al precedente voto su monopattini a noleggio nell’aprile scorso. Questa volta, il quesito riguardava nuovamente una tematica legata all’ecologia. Tuttavia, la partecipazione non è stata elevata, con solo il 5,68% degli elettori che si sono recati alle urne, corrispondenti a poco meno di 80.000 persone su 1,3 milioni di abitanti registrati nelle liste elettorali.

La bassa affluenza ha già scatenato polemiche, considerando che l’organizzazione del voto ha comportato una mobilitazione di funzionari del Comune e degli arrondissement, con un costo stimato di circa 400.000 euro. Nonostante le critiche, Hidalgo ha difeso la decisione, affermando che, in un periodo in cui la democrazia è in crisi, è importante dare voce ai cittadini. La sindaca ha annunciato la volontà di organizzare futuri referendum cittadini, anche se i temi specifici non sono stati ancora definiti.

Parigi, la città delle biciclette: come la sindaca Hidalgo ha cambiato il volto della capitale

Sotto la guida di Anne Hidalgo, eletta nel 2014, Parigi ha implementato una serie di politiche per ridurre l’impatto ambientale e migliorare la qualità della vita urbana. Hidalgo ha aumentato la pressione sugli automobilisti, incrementando i costi dei parcheggi, vietando gradualmente i veicoli diesel e favorendo la mobilità dolce attraverso l’espansione della rete di piste ciclabili.

Il municipio ha annunciato un notevole aumento del 71% nell’uso delle biciclette tra la fine dei blocchi Covid e la fine dell’anno scorso. Durante le ore di punta mattutine e serali, sulle arterie principali di Parigi, le biciclette superano quasi il doppio delle automobili, secondo i dati delle colonnine di conteggio.

Le politiche di Hidalgo hanno portato a una significativa riduzione del traffico automobilistico all’interno dei confini della città, con una diminuzione del 45% dall’inizio degli anni ’90. Nel frattempo, l’uso dei trasporti pubblici è aumentato del 30% e l’utilizzo della bicicletta ha registrato un impressionante incremento del 1.000%.

Le iniziative non si fermano qui: a partire dalla primavera di quest’anno, è prevista l’introduzione di una zona a traffico limitato che vieterà tutto il traffico auto nella maggior parte degli arrondissement centrali della città. La trasformazione di Parigi sotto Hidalgo dimostra che è possibile creare città più sostenibili e vivibili attraverso politiche decise e mirate.

Le reazioni delle associazioni ambientaliste dopo il risultato di Parigi

La misura, che mira a disincentivare l’uso di questi veicoli inquinanti e ingombranti, è stata accolta favorevolmente da ambientalisti e associazioni per la mobilità sostenibile.

Jens Mueller, Direttore Delegato di Clean Cities, ha commentato: “Questo risultato è un messaggio importante dai parigini: i mostruosi SUV sono semplicemente incompatibili con la vita urbana. Parigi ha già fatto un balzo in avanti verso una città in cui le persone possono facilmente camminare, andare in bicicletta e godere di quartieri vivibili. Il voto del 4 febbraio porta Parigi ancora più vicina alla visione di una città veramente incentrata sulle persone. Si spera che le città di tutta Europa siano ispirate a seguire l’esempio della capitale francese”.

Tony Renucci, direttore del French clean air group Respire, ha aggiunto: “Il risultato del voto è una vittoria per la qualità della vita dei parigini. Facendo pagare ai SUV i costi e i fastidi che causano, Parigi sta inviando un segnale: questi mostri su ruote non sono i benvenuti nelle nostre strade. È un’ottima notizia anche per la qualità dell’aria, la sicurezza stradale e il riequilibrio dello spazio pubblico nelle città”.

Clean Cities ha invitato la Sindaca di Parigi ad agire rapidamente per implementare le nuove tariffe di parcheggio. La Coalizione ha inoltre sottolineato l’importanza di prevedere esenzioni e riduzioni per le famiglie a basso reddito e numerose, come già avviene a Lione. Le nuove tariffe rappresentano un passo importante verso una città più sostenibile e vivibile. La decisione di Parigi è un esempio per le altre città europee che stanno lottando contro l’inquinamento atmosferico e la congestione del traffico.

Una Tendenza Globale: Città in tutto il mondo adottano tariffe di parcheggio anti-SUV

Parigi si unisce così ad altre città francesi come Lione e Grenoble nell’aumentare i costi di parcheggio per scoraggiare l’uso dei veicoli più inquinanti. Nel 2008, l’ex sindaco laburista di Londra, Ken Livingstone, prendeva di mira gli SUV, definendo “idioti” i londinesi che li usavano per portare i loro figli a scuola. In Germania, la città di Tubinga nel Baden-Württemberg ha deciso di applicare un aumento del 50% per parcheggiare un SUV rispetto a un veicolo normale.

Negli Stati Uniti, a Washington D.C., dallo scorso ottobre, la tassa di immatricolazione per gli SUV è sette volte superiore a quella delle berline, mentre lo Stato di New York sta valutando misure simili. In Canada, nel quartiere alla moda di Plateau-Mont-Royal di Montreal e nella vicina contea di Rosemont-La-Petite-Patrie, le tariffe di parcheggio sono ora indicizzate al peso del veicolo. La tendenza globale vede sempre più città adottare politiche volte a disincentivare l’uso degli SUV e promuovere veicoli più ecologici.

SUV, i nemici delle città: tra inquinamento, sicurezza e proteste

Negli ultimi anni, una tendenza crescente ha spinto le case automobilistiche a concentrarsi sulla produzione di veicoli di taglia medio-grande, portando a un’ampia diffusione di SUV. Nel 2022, oltre la metà (51%) dei veicoli venduti in Europa apparteneva a questa categoria. Questo fenomeno presenta sfide significative per le città, che vedono negli SUV una minaccia per la sicurezza stradale e un ostacolo rilevante nella lotta alla riduzione dell’inquinamento atmosferico.

Il Financial Times ha affrontato questa problematica, appellandosi addirittura ai governi affinché “regolamentino i SUV fino a farli scomparire“. Parallelamente, la resistenza a questa tendenza si è sviluppata anche a livello cittadino, evidenziata dalle azioni dei Tyre Extinguishers, un gruppo di attivisti che, agendo di notte nelle zone più benestanti delle città, sgonfiano le ruote dei SUV. La lotta contro i veicoli più ingombranti si configura dunque come un movimento che emerge dalla base, evidenziando la crescente consapevolezza dell’impatto di tali veicoli sulla società e sull’ambiente.

L’impatto dei SUV sulle città: il rapporto di Clean Cities

La Campagna Clean Cities ha redatto il seguente rapporto come parte delle iniziative correlate al referendum parigino. Nel rapporto emergono i seguenti punti:

  • La quota dei SUV nelle vendite di auto nuove in Francia è aumentata dal 12% al 44% tra il 2010 e il 2022
  • Questa tendenza verso la “SUVizzazione” porta a veicoli più larghi (con un aumento medio di 5 cm tra il 2009 e il 2020), più pesanti (con un aumento di 200 kg) e con maggiori emissioni (con un aumento del 20% nel consumo di carburante) rispetto alle auto tradizionali
  • I pedoni, i ciclisti e gli altri automobilisti coinvolti in incidenti con SUV hanno maggiori probabilità di subire lesioni gravi rispetto a veicoli di altre categorie. Il rischio di lesioni mortali per un pedone o un ciclista colpito da un’auto il cui cofano è 10 cm più alto della media aumenta del 30%
  • Poiché i SUV hanno costi più elevati rispetto alle auto standard (con un aumento del 59% rispetto ai non-SUV), la loro diffusione contribuisce ad aumentare il costo complessivo delle automobili (soprattutto per i modelli nuovi e successivamente per quelli usati). Ciò limita l’accessibilità alla mobilità automobilistica e mette a dura prova le famiglie a basso reddito e/o dipendenti dall’auto

Auto sempre più grandi, un problema per le città e il clima

Le auto in Europa sono diventate sempre più grandi negli ultimi anni, soprattutto i SUV, che occupano troppo spazio per il parcheggio e producono più emissioni. Uno studio di Transport & Environment ha rilevato che il 52% dei veicoli venduti nel 2023 era troppo largo per lo spazio minimo di 180 cm previsto per il parcheggio su strada nelle grandi città, come Parigi, Londra e Roma. Un altro studio di Global Fuel Economy ha stimato che se le auto fossero rimaste delle stesse dimensioni e dello stesso peso del 2010, le emissioni sarebbero state il 30% in meno nel 2022.

La crescita delle dimensioni è particolarmente evidente nei grandi SUV di lusso: ad esempio, la Land Rover Defender è cresciuta di 20,6 cm e la Mercedes X5 di 6 cm in soli sei anni. Nel 2023, la Volvo EX90 ha guadagnato 4,1 cm in larghezza. Questa tendenza delle case automobilistiche a incrementare le dimensioni dei grandi SUV sta influenzando anche la larghezza dei veicoli nei segmenti di medie e compatte.

La crescente larghezza dei veicoli sta riducendo lo spazio stradale disponibile per gli altri veicoli e ciclisti, mentre le auto parcheggiate continuano ad invadere gli spazi urbani. Non solo, l’aumento dell’altezza dei veicoli, nonostante i dati sugli incidenti, dimostra che un incremento di 10 cm nell’altezza dei frontali comporta un rischio maggiore del 30% di decessi nelle collisioni con pedoni e ciclisti. Questa evoluzione solleva importanti questioni sulla sicurezza stradale e l’occupazione dello spazio urbano.

T&E ha chiesto che l’Ue limiti la larghezza delle auto nuove con la prossima revisione legislativa. Ha anche suggerito che le città applichino tariffe di parcheggio e pedaggi proporzionali alle dimensioni e al peso dei veicoli, per far pagare di più ai SUV e ai pick-up più grandi e pesanti.