Via libera alla vendita di carne coltivata negli Usa

La FDA e il Dipartimento dell'Agricoltura hanno ufficialmente approvato la commercializzazione per il pubblico della carne coltivata in laboratorio, cosa sapere

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Un importante traguardo è stato raggiunto negli Stati Uniti, con l’approvazione della commercializzazione della carne coltivata in laboratorio. Questo innovativo prodotto sarà ora disponibile per l’acquisto nei supermercati e per il consumo nei ristoranti, poiché le autorità competenti hanno garantito la sua sicurezza per l’uso umano. L’approvazione è stata concessa dalla Food And Drug Administration (FDA), l’agenzia federale responsabile della regolamentazione di farmaci, terapie e prodotti alimentari, e dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA). Questo evento rappresenta un importante punto di svolta nella storia dell’alimentazione, con diverse implicazioni, tra cui il benessere degli animali e la lotta contro il cambiamento climatico.

La carne coltivata in laboratorio arriva sul mercato

Le due aziende Good Meat e Upside Foods hanno ricevuto l’autorizzazione per mettere in vendita la carne coltivata in laboratorio. Entrambe le aziende hanno ottenuto l’approvazione per i prodotti a base di carne di pollo. La carne coltivata viene ottenuta attraverso l’estrazione di campioni di cellule da un animale, che vengono poi moltiplicate in laboratorio all’interno di un bioreattore o fermentatore appositamente progettato.

La dottoressa Nike Schiavo, biotecnologa presso Bruno Cell, una start-up italiana specializzata nella ricerca sulla carne coltivata, ha comparato il processo a quello utilizzato per la produzione della birra. Spiega che all’interno di questi bioreattori le cellule vengono fatte crescere e moltiplicare in condizioni controllate di temperatura e ossigenazione, supportate da un liquido nutritivo che favorisce il processo biologico. Gli strati di cellule vengono poi organizzati e stampati per ottenere hamburger, bocconcini e altri formati di carne, che presentano un sapore e una consistenza simili alla vera carne acquistata dal macellaio. Si sta anche lavorando sugli strati di grasso per renderli simili a quelli presenti nella carne tradizionale, ma la vera prova del risultato si ottiene solo attraverso l’assaggio.

Sicurezza alimentare dei prodotti cellulari: una sfida per l’Italia

Grazie all’ambiente rigidamente controllato in cui avviene l’intero processo, le cellule vengono alimentate con una miscela calibrata di amminoacidi, carboidrati e micronutrienti, escludendo l’uso di antibiotici, ormoni della crescita e organismi geneticamente modificati. Questo rigore garantisce assolutamente la sicurezza del prodotto, che può addirittura superare quella di alcuni prodotti “tradizionali”. Non sorprende che sia stato considerato idoneo per il consumo umano dall’USDA e dalla FDA. Tuttavia, in Italia il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha intrapreso una vera e propria crociata contro questi prodotti emergenti.

Divieto della “carne sintetica” in Italia

A marzo di quest’anno è stato approvato un DDL col quale si vieta la produzione e la commercializzazione della “carne sintetica” nel nostro Paese, con multe previste fino a 60.000 Euro. Il ministro sostiene che con questa decisione si tutelano la tradizione, la cultura e la salute, col sottinteso che la carne coltivata potrebbe essere nociva per l’uomo. Ma in realtà è un’affermazione che non ha alcun fondamento scientifico, come evidenziato dalla dottoressa Schiavo.

I vantaggi della carne coltivata: etica, ambiente e sostenibilità

I vantaggi della commercializzazione della carne coltivata in laboratorio, come indicato, sono molteplici. In primis si pone fine alla sofferenza degli animali allevati per il consumo umano, spesso tenuti in regimi intensivi dove il cosiddetto “benessere” non può esistere. Molte persone scelgono di diventare vegane o vegetariane proprio per non essere complici delle atrocità commesse nei confronti degli animali allevati. La carne coltivata eliminerebbe del tutto questo genere di sofferenze.

In secondo luogo, ci sarebbero benefici significativi in termini di emissioni di CO2 (anidride carbonica), consumo di suolo e utilizzo di acqua, tutti fattori determinanti nel contesto della crisi climatica. Le 20 maggiori industrie della carne e lattiero-casearie, secondo il documento Meat Atlas, emettono più gas serra di grandi Paesi industrializzati come Francia e Germania.

Una rivoluzione nell’industria alimentare

L’approvazione al commercio per la carne di pollo coltivata in laboratorio probabilmente darà uno slancio significativo all’intero settore, già molto intraprendente; alcuni si stanno industriando a produrre carne di animali esotici (come zebre e leoni) e addirittura estinti come i mammut, sempre a partire da campioni di cellule e naturalmente senza arrecare danni agli animali (o ai fossili).

“L’annuncio rivoluzionario di oggi segna un momento cruciale nel nostro viaggio verso la costruzione di un sistema alimentare più sicuro ed efficiente”, ha dichiarato il dottor Bruce Friedrich, il Presidente del The Good Food Institute. “GFI elogia le agenzie di regolamentazione statunitensi e GOOD Meat per la loro forte collaborazione durante questo rigoroso processo. I consumatori americani sono ora più vicini che mai a mangiare la vera carne che amano, che utilizza molta meno terra e acqua rispetto alla carne prodotta convenzionalmente.

Sottoponendosi a un completo processo di revisione e soddisfacendo i più elevati standard normativi, la carne coltivata fornirà ai consumatori una fonte sicura e affidabile di proteine. Mentre navighiamo in un futuro con una crescente domanda globale di carne, è fondamentale che i governi di tutto il mondo diano la priorità alla carne coltivata come soluzione che soddisfi le preferenze dei consumatori, supporti gli obiettivi climatici e garantisca la sicurezza alimentare per le generazioni a venire”, ha concluso il dirigente.