Nuovo record per le emissioni di CO2, nel 2023 sono state emesse 37,4 miliardi di tonnellate

Questo è quanto emerge dai dati dell'Agenzia Internazionale dell'Energia, a incidere maggiormente, la scarsa produzione di energia elettrica data dalla siccità

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Nonostante la domanda energetica globale in aumento, le emissioni di CO2 legate all’energia nel 2023 hanno registrato un’impennata record, seppur contenuta grazie alla crescita delle fonti rinnovabili. È quanto emerge da un’analisi dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (Iea), che evidenzia il ruolo chiave di tecnologie come solare fotovoltaico, eolico, nucleare e auto elettriche nel contrastare l’uso di combustibili fossili.

L’Iea stima che, senza l’apporto delle energie pulite, l’aumento delle emissioni di CO2 negli ultimi cinque anni sarebbe stato tre volte superiore. Un dato allarmante che sottolinea l’urgente necessità di accelerare la transizione energetica verso un futuro più sostenibile.

L’analisi evidenzia inoltre come le economie avanzate abbiano registrato un calo record delle emissioni di CO2 nel 2023, con un minimo storico degli ultimi 50 anni. Un risultato positivo che, tuttavia, non basta a compensare l’aumento registrato in altre aree del mondo, in particolare in Cina e India.

Aumento delle emissioni nel 2023, record di 37,4 miliardi di tonnellate

Nel 2023, le emissioni globali di CO2 hanno registrato un aumento di 410 milioni di tonnellate, corrispondente all’1,1%, rispetto all’anno precedente. Questo ha portato le emissioni complessive a toccare il livello record di 37,4 miliardi di tonnellate, nonostante una riduzione rispetto all’incremento di 490 milioni di tonnellate dell’anno precedente. L’Iea attribuisce oltre il 40% di questo aumento eccezionale alla carenza di energia idroelettrica causata da siccità estreme in Cina, negli Stati Uniti e in diverse altre economie. In risposta a questa situazione critica, molti paesi hanno intensificato l’utilizzo dei combustibili fossili per colmare il deficit energetico. Se non fosse stato per questo fattore, le emissioni globali di CO2 derivanti dalla produzione di elettricità sarebbero diminuite lo scorso anno, contribuendo a ridurre in modo significativo l’aumento complessivo delle emissioni.

Emissioni in calo nelle economie avanzate, nuovo record storico

Le economie avanzate hanno registrato un calo record delle emissioni di CO2 nel 2023, nonostante la crescita del PIL. Questo risultato storico, che porta le emissioni al livello più basso degli ultimi 50 anni, è stato reso possibile da una serie di fattori, tra cui:

  • Forte diffusione delle energie rinnovabili: la produzione di energia da fonti rinnovabili è cresciuta considerevolmente, superando per la prima volta la metà della produzione totale di elettricità
  • Passaggio dal carbone al gas: il carbone, una delle fonti di energia più inquinanti, ha visto un calo record della domanda, con livelli mai visti dall’inizio del 1900. Il gas naturale, seppur meno inquinante del carbone, rappresenta comunque un combustibile fossile e la sua transizione deve essere accompagnata da un impegno verso fonti rinnovabili
  • Miglioramenti dell’efficienza energetica: l’adozione di tecnologie più efficienti ha contribuito a ridurre il consumo di energia e, di conseguenza, le emissioni di CO2
  • Produzione industriale più debole: la congiuntura economica ha portato a una minore produzione industriale, con un effetto positivo sulle emissioni

L’anno 2023 rappresenta dunque una pietra miliare nella lotta contro il cambiamento climatico. Le economie avanzate hanno dimostrato che è possibile decarbonizzare l’economia e raggiungere una crescita sostenibile. Tuttavia, c’è ancora molta strada da fare.

La resilienza della transizione all’energia pulita di fronte alle sfide globali

Nonostante le numerose sfide degli ultimi cinque anni, la transizione verso l’energia pulita ha dimostrato la sua resilienza. Lo ha affermato il direttore esecutivo dell’Iea, Fatih Birol, sottolineando come pandemia, crisi energetica e instabilità geopolitica non abbiano ostacolato il progresso verso un futuro energetico più sostenibile.

Anzi, in molte economie la transizione è accelerata, con la diffusione delle energie rinnovabili che ha permesso di tenere sotto controllo le emissioni di CO2. La domanda globale di energia è in aumento, ma grazie alle tecnologie pulite l’impatto ambientale è contenuto.

Gli impegni assunti alla COP28 di Dubai a dicembre 2023 indicano la direzione da seguire per ridurre le emissioni. Tuttavia, è necessario un maggiore impegno da parte di tutti, in particolare delle economie emergenti e in via di sviluppo, per aumentare gli investimenti nell’energia pulita.

Solo con una collaborazione globale e un impegno costante sarà possibile raggiungere gli obiettivi climatici e costruire un futuro energetico sostenibile per tutti.

Fatih Birol ha inoltre evidenziato l’importanza di diversificare le fonti di energia e di investire in tecnologie pulite e resilienti al cambiamento climatico. La sfida per il futuro è quella di accelerare la transizione energetica e di aumentare la resilienza dei sistemi energetici alle sfide climatiche.

L’energia pulita supera i fossili e apre la via alla transizione verde

Dal 2019 al 2023, la crescita dell’energia pulita ha doppiato quella dei combustibili fossili. Un’analisi dell’Iea evidenzia come l’implementazione di tecnologie energetiche rinnovabili negli ultimi cinque anni abbia sostanzialmente limitato l’aumento della domanda di combustibili fossili, offrendo un’opportunità unica per accelerare la transizione verde nel decennio in corso.

L’implementazione dell’eolico e del solare fotovoltaico nei sistemi elettrici di tutto il mondo ha evitato un consumo annuo di carbone equivalente a quello dei settori elettrici di India e Indonesia messi insieme. Inoltre, ha intaccato la domanda annuale di gas naturale di un importo equivalente a quello pre-guerra della Russia nelle esportazioni verso l’Unione Europea.

Anche il crescente numero di auto elettriche sulle strade, che rappresenta una vendita di auto nuove su cinque a livello globale nel 2023, ha contribuito a mantenere la domanda di petrolio al di sopra dei livelli pre-pandemia.

L’Iea sottolinea come questa crescita sia un’occasione da cogliere per accelerare la transizione verso un sistema energetico più sostenibile. È fondamentale continuare a investire nelle energie rinnovabili e in tecnologie pulite per decarbonizzare l’economia e raggiungere gli obiettivi climatici globali.

Diffusione dell’energia pulita: progressi incoraggianti, ma ancora troppe disparità

Il Clean Energy Market Monitor evidenzia una crescita incoraggiante dell’energia pulita, ma con una concentrazione eccessiva nelle economie avanzate e in Cina. La necessità di aumentare l’adozione di tecnologie pulite nelle economie emergenti e in via di sviluppo è fondamentale per raggiungere gli obiettivi climatici globali.

Nel 2023, le economie avanzate e la Cina hanno rappresentato il 90% dei nuovi impianti solari fotovoltaici ed eolici a livello globale e il 95% delle vendite di veicoli elettrici. Questo divario evidenzia la necessità di un maggiore sostegno politico e finanziario per accelerare la transizione energetica nei paesi in via di sviluppo.

Non tutte le tecnologie energetiche green hanno registrato progressi nel 2023. Le vendite di pompe di calore hanno subito una leggera flessione, a causa delle pressioni economiche sui consumatori. Questo sottolinea l’importanza di politiche di sostegno per facilitare l’adozione di tecnologie pulite e garantire una transizione equa per tutti.

La Cina ha continuato a guidare la crescita dell’energia pulita nel 2023, installando una quantità di capacità solare fotovoltaica pari a quella del mondo intero nel 2022. Tuttavia, un anno negativo per l’energia idroelettrica e la ripresa economica post-pandemica hanno portato a un aumento delle emissioni di CO2 di circa 565 milioni di tonnellate.

In India, la forte crescita del PIL ha fatto aumentare le emissioni di circa 190 milioni di tonnellate. Un monsone più debole del normale ha amplificato la domanda di energia elettrica e ridotto la produzione di energia idroelettrica, contribuendo per un quarto all’aumento delle emissioni totali. Le emissioni pro capite dell’India rimangono comunque al di sotto della media mondiale.

La situazione in Italia, nel 2023 ridotte le emissioni e i consumi grazie alle rinnovabili

Nel corso del 2023, l’analisi del sistema energetico italiano condotta dall’ENEA ha rivelato un significativo calo delle emissioni di anidride carbonica (-8%) e una ulteriore riduzione dei consumi di energia primaria (-2,5%). Sebbene il decremento sia leggermente inferiore rispetto all’Eurozona (-3%), il quadro generale mostra un miglioramento ambientale tangibile. Il petrolio ha riconquistato la posizione di principale fonte energetica, contribuendo al 35% del totale, mentre la quota di domanda soddisfatta dalle fonti fossili, inclusi petrolio, gas e carbone, ha raggiunto il minimo degli ultimi 50 anni, rappresentando il 71%.

Il nuovo massimo storico per l’eolico e il fotovoltaico, che hanno raggiunto il 17,5% della domanda annuale, è uno dei risultati salienti dell’analisi. Questo incremento è guidato dalla crescita della capacità installata. Francesco Gracceva, il ricercatore ENEA responsabile dell’Analisi, sottolinea che tale trend di crescita rappresenta il principale, se non l’unico, motore virtuoso per la decarbonizzazione in corso. La diminuzione dei consumi è risultato di un minore utilizzo di fonti fossili come gas (-10%), carbone (-30%) e petrolio (-2%), compensato solo in parte dalla maggiore produzione di energia da fonti rinnovabili (+13%) e dalle importazioni di elettricità, che hanno registrato un aumento storico del 19%.

Calo dei consumi energetici in Italia, cause e implicazioni

Di fatto, il declino della domanda è principalmente legato a fattori non strutturali. Tra questi, la diminuzione dei consumi di gas per il riscaldamento nel primo trimestre del 2023, influenzata da un inverno eccezionalmente mite, dal Piano nazionale di contenimento dei consumi e dai persistenti alti prezzi dell’energia. Inoltre, la contrazione della produzione industriale ha raggiunto livelli quasi drammatici in alcuni settori ad elevato consumo energetico, scendendo al di sotto dei livelli registrati nel 2020, spiega Gracceva.

L’unico settore che si discosta da questa tendenza è quello dei trasporti, con una domanda di energia che ha ripreso a crescere ai livelli pre-crisi (+2%). Questo aumento è trainato principalmente dal settore aereo, che ha registrato una notevole espansione (+20%).

La significativa riduzione delle emissioni di CO2 (-8%) è attribuibile principalmente al ridotto impiego di fonti fossili. Più del 75% di questa diminuzione è riscontrabile nei settori ETS (Emission Trading System), quali la generazione elettrica e l’industria ad alto consumo energetico, con una stima di un calo del 16% nelle emissioni. Il rimanente si associa alla contrazione dei consumi di gas nel settore civile al di fuori degli ETS, con una previsione di una diminuzione del 3% delle emissioni.

Decarbonizzazione del sistema elettrico italiano, un anno di progressi

Il settore elettrico italiano ha fatto notevoli progressi nel 2023 in termini di decarbonizzazione. L’analisi ENEA evidenzia una diminuzione del 70% delle emissioni di CO2, principalmente dovuta a fattori congiunturali come il “riaggiustamento” del mix di fonti energetiche dopo le tensioni del 2022 sui mercati dell’energia.

Gracceva sottolinea che l’aumento dell’intensità carbonica nel 2022 è stato un fenomeno temporaneo. Diversi fattori hanno contribuito a questo trend:

  • Produzione idroelettrica in aumento di 10 TWh rispetto al minimo storico del 2022
  • Riduzione della produzione da gas di 25 TWh
  • Interruzione del programma di massimizzazione dell’utilizzo di carbone (-9 TWh) e olio combustibile
  • Aumento record delle importazioni elettriche di 8 TWh

In questo contesto, la transizione del sistema energetico verso la decarbonizzazione ha ripreso slancio. L’indice ISPRED (Indice Sicurezza-Prezzi-Decarbonizzazione) sviluppato dall’ENEA registra un miglioramento significativo del 25% nel 2023 rispetto al 2022, quando era crollato al minimo della serie storica.

Il valore complessivo dell’indice ISPRED nel 2023 è quasi il doppio rispetto all’anno precedente. La componente relativa alla decarbonizzazione è raddoppiata, mentre la componente prezzi evidenzia un miglioramento del 20%.

Questi dati indicano che il sistema energetico italiano sta tornando sulla strada giusta per la decarbonizzazione. Tuttavia, è importante monitorare l’andamento nel tempo per confermare questo trend positivo e identificare eventuali sfide future. In particolare, l’ENEA evidenzia la necessità di:

  • Continuare a investire nelle fonti rinnovabili per ridurre la dipendenza dalle fonti fossili
  • Promuovere l’efficienza energetica in tutti i settori, dalla pubblica amministrazione alle imprese alle abitazioni private
  • Diversificare le fonti di approvvigionamento energetico per aumentare la sicurezza energetica del paese

L’impegno del governo, delle imprese e dei cittadini sarà fondamentale per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e costruire un futuro energetico più sostenibile.

Prezzi energetici elevati e spesa in ricerca: luci e ombre

Nonostante i cali registrati nel 2023, i prezzi medi di gas ed elettricità sono rimasti su livelli storicamente elevati. Il prezzo del gas al Punto di Scambio Virtuale nel quarto trimestre 2023 è stato di oltre 40 €/MWh, quasi due volte le medie di lungo periodo pre-crisi 2022. Il prezzo dell’energia elettrica sulla Borsa Elettrica Italiana è stato pari a 124 €/MWh, oltre due volte le medie pre-crisi.

A livello globale, la spesa pubblica in ricerca energetica ha registrato una forte espansione (+25%) nel periodo 2019-22. La crescita si è concentrata sulle tecnologie “abilitanti”, con un aumento significativo della spesa in efficienza energetica (quasi un quarto della spesa pubblica totale in ricerca energetica). Tuttavia, si è osservato un rallentamento della spesa relativa alle rinnovabili.

In Italia, la crescita della spesa pubblica in ricerca energetica è stata inferiore (+0,6%) rispetto al trend globale. Gli aumenti si sono concentrati nei settori dell’idrogeno (+160% circa) e del nucleare (+40% circa). Particolarmente critico appare l’arretramento della spesa in ricerca nel settore dell’efficienza energetica (-12%).

L’analisi evidenzia quindi un quadro contrastante. Da un lato, i prezzi elevati dell’energia continuano a pesare sulla domanda e a frenare la ripresa economica. Dall’altro, la crescita della spesa in ricerca energetica a livello globale indica un impegno crescente verso la decarbonizzazione e la transizione energetica.

L’Italia, in questo contesto, appare in ritardo. È necessario un maggiore investimento in ricerca e sviluppo, in particolare nel settore dell’efficienza energetica, per accelerare la transizione energetica e raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione.

La sfida della decarbonizzazione nel settore elettrico

Il settore della generazione elettrica ha registrato negli ultimi anni un trend positivo di riduzione delle emissioni di CO2, grazie all’incremento delle fonti rinnovabili e alla diminuzione del carbone. Tuttavia, secondo Gracceva, questo trend potrebbe rallentare nei prossimi anni, a causa di fattori congiunturali che hanno influenzato il 2023, come la crisi economica e la pandemia. Per raggiungere l’obiettivo di decarbonizzazione al 2030, fissato dall’Unione Europea, sarebbe necessario mantenere un tasso di riduzione delle emissioni del 5% medio annuo, una sfida difficile da realizzare.