Allarme siccità, 9 su 10 Comuni a rischio idrogeologico in Italia

Ben 9 Comuni su 10 a rischio idrogeologico a causa della siccità. A lanciare l'allarme è Coldiretti, con una mappa aggiornata dei territori nella fase più critica

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Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

Ben 9 comuni su 10 a rischio idrogeologico a causa della siccità e del cambiamento climatico. A lanciare l’allarme è Coldiretti, con una mappa aggiornata dei territori che si avviano verso la fase più critica.

Allarme siccità in Italia: cause e previsioni

L’inverno bollente ha mandato in confusione la natura. Dopo un 2023 che ha fatto registrare il 14% di precipitazioni in meno ed una temperatura superiore di 1,14 gradi rispetto alla media storica, la primavera anticipata in Italia nel 2024 preoccupa gli esperti.

A lanciare l’allarme siccità è Coldiretti, secondo cui il caldo fuori stagione, che favorisce in tutte le piante il risveglio anticipato anche le fioriture anticipate (come per le mimose in anticipo di oltre un mese rispetto alla data dell’8 marzo), renderà sempre più concreto il pericolo di esporre a danni le coltivazioni e i raccolti.

A preoccupare – continua la Coldiretti – è la siccità che mette a rischio le semine di cereali, legumi, ortaggi ma anche il foraggio nei pascoli che risulta in netto calo.

La situazione è questa: in Puglia siccità e venti di scirocco con alti tassi di umidità hanno ridotto anche la produzione di carciofi del 60% mentre in Sicilia e Sardegna si segnalano difficoltà allo sviluppo di frutta e ortaggi con le arance o le insalate che non riescono a crescere adeguatamente per la carenza di acqua. Per via della scarsità di neve in diversi settori dell’arco alpino e su gran parte della dorsale appenninica, inoltre, si è verificata una situazione di quello che Coldiretti definisce “stress idrico” che cresce ma mano che si scende verso Sud con apice nelle isole.

Il tempo ha fatto brutti scherzi anche in Abruzzo dove non c’è neve, nel Lazio dove i laghi rimangono in condizioni critiche e grave risulta anche la condizione del fiume Tevere. E ancora: in Umbria il lago Trasimeno resta 18 centimetri più basso rispetto al minimo livello “vitale” alle Marche e sono scesi anche i livelli dei fiumi Potenza, Esino, Sentino, Tronto e Nera. Infine, sui monti non c’è neve e – rileva la Coldiretti – si è aggravata anche la condizione dei fiumi in Toscana secondo l’Osservatorio Anbi.

Comuni a rischio idrogeologico in Italia

L’Italia, quindi, nota per la sua ricchezza di paesaggi lussureggianti e fertile terra, è ora teatro di una crisi climatica che minaccia non solo la stabilità ambientale, ma anche l’agricoltura, che da sempre caratterizza l’identità del territorio e dell’economia. L’arrivo delle piogge di queste settimane, sebbene accolto con sollievo, non è infatti sufficiente a dissipare le preoccupazioni legate alla siccità dilagante e al rischio idrogeologico che incombe su numerosi comuni del nostro Paese.

Secondo quanto riportato dalla Coldiretti, più del 93,9% dei Comuni italiani si trovano ad affrontare il pericolo concreto di frane ed alluvioni, aggravate dal persistente cambiamento climatico. Ben 9 Comuni su 10 sono quindi a rischio. Questo perché le recenti precipitazioni, se da un lato hanno alleviato le preoccupazioni conseguenti al periodo di siccità, dall’altro hanno incrementato il rischio di eventi meteorologici estremi, come temporali violenti, in grado di causare danni significativi.

Di fatto, spiegano gli esperti, i terreni prosciugati, incapaci di assorbire rapidamente l’acqua, possono provocare smottamenti e frane, portando ad una situazione di emergenza ambientale.

Il 2023 ha visto un drammatico calo delle precipitazioni, con il 14% in meno di acqua caduta rispetto alla media, secondo le analisi della Coldiretti su dati dell’ISAC CNR. Questo deficit idrico ha reso il territorio ancora più vulnerabile, con una fragile resilienza alle intemperie.

Crisi idrica, le regioni messe peggio

Le regioni meridionali, come Sardegna, Sicilia e Puglia, risentono particolarmente della crisi idrica. I dati raccolti dalla Coldiretti dai Dipartimenti Idrografici Regionali indicano un significativo calo nei livelli degli invasi idrici. Basti pensare che negli invasi della regione Sardegna a gennaio c’era il 21% di acqua in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente mentre in quelli della Sicilia a gennaio 2024 il deficit è del 13% rispetto all’anno precedente. La Puglia invece registra oltre 119 milioni di metri cubi in meno rispetto all’anno precedente, secondo l’ANBI. La situazione, inoltre, non è migliore nelle regioni centrali e del Centro-Nord, dove laghi e fiumi versano in condizioni critiche.

Danni e rischi a cui andiamo incontro

Come se il rischio di un possibile disastro climatico non fosse già abbastanza, c’è da dire che le conseguenze della siccità non si limitano solo alla sfera ambientale, ma impattano pesantemente sull’economia e il lavoro nel settore agricolo.

La mancanza di acqua minaccia le coltivazioni di cereali, legumi, ortaggi e foraggi, con ripercussioni dirette sui costi di produzione per le imprese agricole. I prezzi del foraggio sono in aumento, mentre la produzione di alcune colture, come i carciofi in Puglia, subisce riduzioni fino al 60%. Questa situazione di fatto alimenta un effetto domino sui prezzi che, inevitabilmente, si ripercuote principalmente sul consumatore finale. A pagarne le conseguenze, quindi, sono le persone: non solo chi compra spendendo sempre di più, ma anche chi perde il lavoro per via della crisi e le imprese, costrette a tagliare e ridurre i costi, anche tagliando la manodopera.

A sottolinearlo è anche l’ultima stima preliminare ISTAT sui conti economici dell’agricoltura in Italia, secondo cui – nell’ultimo anno, ovvero nel 2023 – il clima ha penalizzato i risultati economici dell’agricoltura, riducendo in volume la produzione (-1,4%) e, ancora di più, il valore aggiunto ai prezzi base (-2%). Un calo hanno registrato anche le unità di lavoro (-4,9%).

L’agricoltura italiana è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, per cui l’emergenza siccità non può essere sottovalutata, poiché minaccia non solo la nostra sicurezza alimentare, ma anche l’equilibrio stesso degli ecosistemi che ci circondano. La sfida è grande, specie per l’Italia, dove il settore agroalimentare insieme al Made in Italy hanno fatto da sempre da traino all’economica, l’occupazione e la stabilità finanziaria, commerciale e imprenditoriale. Tuttavia, come i dati dimostrano, è necessario agire con determinazione e tempestività per proteggere il nostro territorio e le generazioni future.

La situazione, come sottolineato in più occasione dagli esperti, richiede un’immediata azione coordinata a livello nazionale, con interventi mirati alla gestione sostenibile delle risorse idriche e alla protezione del territorio dagli eventi meteorologici estremi. È necessario investire in infrastrutture per la raccolta e la conservazione delle acque, oltre a promuovere pratiche agricole e commerciali resilienti al cambiamento climatico.