Rinnovabili, nei primi nove mesi del 2023 l’Italia ha eguagliato le installazioni del 2022, obiettivi 2030 lontani

Il settore delle rinnovabili sta crescendo nel 2023, ma il tasso di crescita non è sufficiente per raggiungere gli obiettivi contenuti nella nuova bozza del PNIEC

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Nel terzo trimestre del 2023, si è registrato un incremento del 39% nella potenza installata derivante da fonti rinnovabili rispetto al medesimo periodo del 2022, totalizzando 1.078 MW. Questa crescita è distribuita nei seguenti settori: 980 MW per il fotovoltaico (con un aumento del 92%), 95 MW per l’eolico (con una diminuzione del 63%) e 3 MW per l’idroelettrico (con una diminuzione del 66%).

Nell’anno 2023, la potenza totale installata ha raggiunto i 3.122 MW, ripartiti in 2.804 MW per il fotovoltaico, 305 MW per l’eolico e 13 MW per l’idroelettrico. La potenza appena collegata nel corso del 2023 ha sperimentato un aumento del 57% rispetto ai primi nove mesi del 2022.

Al 30 settembre 2023, in Italia, le fonti rinnovabili sono connesse ed operative un totale di 63.838 MW, suddivisi nel seguente modo: 4.125 MW di bioenergie, 12.133 MW di eolico, 27.816 MW di fotovoltaico, 817 MW di geotermoelettrico e 18.947 MW di idroelettrico. Queste risorse coprono il 37% del fabbisogno elettrico nazionale, come evidenziato dall’Osservatorio FER di ANIE Rinnovabili, affiliato a Confindustria, basandosi sui dati Gaudì di Terna.

Fonti rinnovabili: crescita insufficiente per raggiungere gli obiettivi del PNIEC

Nel 2023, il settore delle fonti rinnovabili ha registrato una crescita, ma non abbastanza per soddisfare gli obiettivi previsti dalla nuova bozza del PNIEC. La potenza installata da fonti rinnovabili nel 2023 non ha superato i 10 GW, rendendo più difficile il raggiungimento degli obiettivi fissati per i prossimi 7 anni.

L’Italia ha grandi potenzialità nel campo delle fonti rinnovabili, grazie alla sua abbondanza di acqua, sole e vento, a fronte della sua scarsità di materie prime, come gas, carbone, lignite e petrolio. Il principale ostacolo è rappresentato dalla lentezza e dalla complessità degli iter autorizzativi, dovuti sia alla mancanza di personale pubblico incaricato di valutare i progetti, sia alle resistenze e alle critiche nei confronti degli impianti a fonte rinnovabile. Inoltre, anche se il MASE (Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica) dovesse autorizzare impianti per 10 GW nel 2023, sarebbero necessari anche i pareri del MIC (Ministero della cultura) e della Presidenza del Consiglio dei ministri, nel caso in cui i pareri di MASE e MIC fossero discordanti.

Difficoltà autorizzative, inflazione e costo del denaro frenano le rinnovabili

Le difficoltà autorizzative, l’inflazione e l’elevato costo del denaro stanno frenando lo sviluppo delle fonti rinnovabili in Italia.

Gli esiti degli ultimi bandi del GSE, che hanno registrato nel 2022 e 2023 una scarsa partecipazione, testimoniano la difficoltà del settore di competere in un contesto economico così difficile.

Il Decreto legge n. 57 del 2023 ha previsto l’adeguamento delle tariffe incentivanti all’indice inflattivo registrato da ISTAT, ma l’adeguamento è stato applicato solo alle tariffe incentivanti dei bandi delle aste (impianti di potenza ≥ 1 MW) e non anche a quelli dei registri.

Questa decisione ha ulteriormente penalizzato il settore, rendendo meno attrattivi gli investimenti nelle fonti rinnovabili.

Due misure legislative rischiano di frenare lo sviluppo delle rinnovabili

Nonostante i recenti incrementi dei costi, le fonti rinnovabili producono ancora energia elettrica a minor costo rispetto alle fonti fossili. Tuttavia, due misure legislative recentemente introdotte rischiano di aumentare ulteriormente i costi delle rinnovabili e di frenarne lo sviluppo.

  • La prima misura, contenuta nel decreto legge Sicurezza Energetica n. 181/2023, prevede un contributo di 10 €/kW che tutti gli impianti a fonte rinnovabile diversi da geotermico ed idroelettrico di nuova realizzazione con una potenza superiore a 20 kW dovranno versare al GSE nei primi tre anni dall’entrata in esercizio. Tale misura colpirà tutti i comparti del settore, tutti gli impianti siano essi incentivati che non, e tutti gli impianti a partire da quelli residenziali, terziari ed industriali a quelli utility scale.
  • La seconda misura, contenuta nella legge di bilancio, introduce la tassazione dei diritti di superficie a cui saranno sottoposti i proprietari delle superfici. Questi, vedendosi ridurre i ricavi derivanti dal contratto del diritto di superficie su cui i produttori realizzano gli impianti, chiederanno loro un maggior riconoscimento economico.

Queste due misure rischiano di rendere meno attrattivi gli investimenti nelle fonti rinnovabili, vanificando gli sforzi fatti negli ultimi anni per aumentarne la diffusione.

La speranza è che il Governo Meloni intervenga per mitigare gli effetti delle nuove tasse, considerando la situazione nel contesto dell’atteso Decreto Ministeriale FER X, il quale dovrebbe delineare i nuovi incentivi per le fonti pulite. Tuttavia, è preoccupante notare che il decreto avrebbe dovuto essere pubblicato entro giugno 2022, presentando già un notevole ritardo di un anno e mezzo.

Costi delle rinnovabili in aumento: il fotovoltaico residenziale in calo

I costi delle fonti rinnovabili in Italia sono in aumento a causa di una serie di fattori, tra cui l’inflazione, l’aumento dei prezzi delle materie prime e le nuove misure legislative.

In particolare, per l’idroelettrico sono previsti ulteriori incrementi di costo per il biennio 2024-2025 a causa dell’aumento del 13% stabilito dai decreti che disciplinano il sovracanone rivierasco e al canone BIM.

Per quanto riguarda il fotovoltaico, nel terzo trimestre del 2023 sono stati installati 70.019 impianti per complessivi 426 MW nel segmento residenziale, in calo del 20% rispetto al secondo trimestre. Questo calo evidenzia l’inizio del decalage degli effetti del superbonus, che ha contribuito a sostenere la crescita del fotovoltaico residenziale negli ultimi anni.

In controtendenza, il segmento commerciale e industriale ha registrato un aumento del 20% nel terzo trimestre, con 3.152 impianti per 399 MW.

Il segmento utility scale, invece, è rimasto stabile con 8 impianti per complessivi 67 MW. Questo segmento è ancora condizionato dai gravi ritardi autorizzativi, evidenziati da ANIE nell’ultimo numero dell’Osservatorio Permitting.

Analisi dall’Osservatorio di ANIE Rinnovabili

L’Osservatorio Normativo di ANIE Rinnovabili, dedicato al monitoraggio dei principali provvedimenti attuativi dei decreti legislativi di recepimento delle direttive europee sulle fonti rinnovabili (Dlgs 199/2021) e sul mercato elettrico (Dlgs 210/2021), rivela una situazione problematica. Dei 39 provvedimenti attuativi previsti, solamente 13 sono stati completati. Il ritardo accumulato per i restanti 26 supera già l’anno e mezzo, evidenziando una significativa discrepanza tra le aspettative e l’effettiva implementazione delle misure normative nel settore.

Fotovoltaico in crescita nel 2023: dati e tendenze regionali

Il settore fotovoltaico continua a crescere nel terzo trimestre del 2023, con una potenza connessa di 980 MW. La stragrande maggioranza delle installazioni, pari al 90%, rientra nella categoria di potenza inferiore ai 10 kW, seguita dal segmento tra 10 kW e 1 MW (9,96%), e infine, lo 0,04% è rappresentato dagli impianti sopra 1 MW. Nel terzo trimestre del 2023, sono stati realizzati 40 impianti con una potenza superiore a 1 MW, tra cui spiccano un impianto di circa 11 MW in Friuli Venezia Giulia, uno da circa 13 MW in Piemonte e un altro da circa 30 MW in Basilicata.

L’analisi delle variazioni tendenziali nei mesi di luglio, agosto e settembre del 2023 rispetto al 2022 rivela incrementi significativi (+104%, +98% e +77%). La media mensile del terzo trimestre 2023 si attesta a 327 MW, in linea con i 314 MW del secondo trimestre 2023.

Nel periodo gennaio-settembre 2023, sono stati connessi alla rete complessivamente poco più di 250.000 impianti. Di questi, quelli con potenza superiore a 1 MW sono 96, per un totale di 346 MW, mentre quelli di potenza inferiore a 20 kW sono 245.482, per un totale di 1.510 MW.

Le regioni che hanno registrato il maggiore incremento di potenza installata nei primi nove mesi del 2023 rispetto al 2022 sono Friuli-Venezia Giulia (+223%) e Liguria (+164%). Tutte le regioni mostrano un andamento positivo, ad eccezione di Lazio, Sardegna, Sicilia e Valle d’Aosta. Lombardia (514 MW), Veneto (398 MW) e Piemonte (295 MW) sono invece le regioni con la maggiore potenza installata.

Eolico in stallo nel terzo trimestre 2023

Le installazioni eoliche in Italia si sono mantenute sostanzialmente stabili nel terzo trimestre del 2023, con circa 95 MW di nuova potenza installata. Tuttavia, il contributo delle nuove installazioni è stato in forte calo (-63%) rispetto al terzo trimestre del 2022.

Tra gennaio e settembre 2023 sono stati complessivamente connessi alla rete 55 impianti, di cui quelli con potenza superiore a 5 MW sono 12 per complessivi 287 MW, mentre quelli di potenza inferiore a 5 MW sono 50 per complessivi 19,3 MW.

La regione che ha avuto l’incremento maggiore, per quanto riguarda la potenza installata, rispetto ai primi nove mesi del 2022, è la Sardegna (+164%), mentre Basilicata, Campania, Molise e Puglia sono quelle che registrano una diminuzione (rispettivamente -56%, – 17%, – 97% e -44%).

Idroelettrico in forte calo nel terzo trimestre 2023

Le nuove installazioni nel settore idroelettrico nel terzo trimestre del 2023 consistono in circa 3,5 MW di potenza connessa. Il 100% delle nuove installazioni è costituito da impianti di potenza inferiore a 1 MW, totalizzando 11 impianti. La maggior parte di questi impianti, tutti tranne uno, sono di taglia inferiore a 1 MW, mentre un impianto in Emilia Romagna raggiunge la potenza di 1 MW.

Analizzando le variazioni tendenziali nei mesi di luglio, agosto e settembre del 2023 rispetto al 2022, si nota una diminuzione complessiva della potenza installata del -66%.

Nel periodo gennaio-settembre 2023, sono stati connessi alla rete 43 impianti idroelettrici, tutti con potenza inferiore a 1 MW, per una potenza totale di 13,3 MW. L’Emilia Romagna emerge come la regione con il maggiore incremento nella potenza installata rispetto ai primi nove mesi del 2022, registrando un aumento del 35%.

Confronto Trimestrale delle Fonti Energetiche Rinnovabili: Q3 2023 vs. Q2 2023

Nel confronto tra il terzo trimestre del 2023 (Q3 2023) e il secondo trimestre del 2023 (Q2 2023), emergono variazioni significative nelle performance delle diverse fonti rinnovabili.

  • Fotovoltaico: Il Q3 2023 registra un incremento del +4% rispetto al Q2 2023, evidenziando una tendenza positiva per questa fonte energetica.
  • Eolico: Al contrario, il settore eolico sperimenta un decremento del -19% nel Q3 2023 rispetto al Q2 2023.
  • Idroelettrico: Anche l’idroelettrico subisce un decremento significativo, registrando una diminuzione del -34% nel Q3 2023 rispetto al Q2 2023.
  • Risultato Complessivo: Complessivamente, nel Q3 2023, le Fonti Energetiche Rinnovabili (FER) raggiungono un risultato positivo del +1%, rappresentando un panorama eterogeneo nelle performance delle varie tecnologie.