Direttiva case green, l’Italia studia un piano a due velocità: l’ipotesi del governo

Sulla direttiva case green Bruxelles ha imposto obiettivi al 2030 e 2033, ma l'Italia punterà direttamente all'obiettivo del 2050 sul climate change. Il governo studia poi un piano a due velocità: detrazioni per i redditi alti e contributi diretti per i redditi bassi

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

La direttiva europea case green ha ottenuto il via libera definitivo: l’Ecofin ha trovato la maggioranza qualificata richiesta per approvare le nuove norme, con il solo voto contrario di Italia e Ungheria. Si tratta di un’altra gatta da pelare per il governo Meloni, che per bocca del ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, definisce gli obiettivi “impossibili”.

Case green, l’Italia punta al 2050

Sugli obiettivi del 2030 e 2033 fissati da Bruxelles (e sui quali l’Italia ha fatto le barricate fino all’ultimo) Pichetto Fratin non utilizza giri di parole: “Cercheremo di stare anche dentro quegli obiettivi ma, per quanto il testo della direttiva sia migliorato, dobbiamo essere realisti. Per noi sono obiettivi difficili, anzi, diciamo pure impossibili“.

In un’intervista al Corriere delle Sera, il ministro ha precisato che l’Italia si “metterà al lavoro sul Piano nazionale di ristrutturazione edilizia previsto dalla direttiva europea, ma lo farà guardando agli obiettivi finali europei del 2050 sul climate change“.

Per centrare gli obiettivi fissati dall’Europa, spiega il ministro, servono “tempo e soldi”. E l’Italia ha le casse vuote, come dimostrato dal Def di recente approvazione. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha già annunciato una nuova ondata di tagli, che potrebbero partire dalle pensioni anticipate.

Per Picchetto una via potrebbe essere quella di ricorrere alla leva fiscale, ma monitorando interventi e spesa pubblica per evitare che la situazione sfugga di mano come avvenuto con il Superbonus, costato a marzo 2024 la bellezza di 122 miliardi di euro.

Interventi case green: due piani in base al reddito

Il governo studia un piano casa a due velocità: “Per i contribuenti che hanno redditi elevati si potrebbe introdurre una detrazione con aliquota da definire. Per chi ha redditi bassi occorre un altro sistema. Anche con un contributo diretto dello Stato”.

Recenti simulazioni hanno mostrato come per adeguare un appartamento alla direttiva case green si possa spendere fino a 60.000 euro. Per adeguare una villetta il conto supera i 100.000 euro.

Gli edifici pubblici

E “per gli edifici pubblici – aggiunge il ministro – si possono coinvolgere le Esco, società che finanziano gli interventi e per un po’ si tengono il risparmio energetico, e usare il Conto termico del Gestore dei servizi energetici (Gse)”.

Edifici vecchi in Italia

È nell’allegato al Def stilato dal ministro per l’Ambiente e la Sicurezza energetica che si mettono nero su bianco le direttrici del nuovo intervento a sostegno degli interventi di efficientamento energetico degli edifici. Il Mase scrive che per fronteggiare gli “sfidanti obiettivi per il settore residenziale al 2030 e al 2050 previsti dalle nuove direttive Eed e EpbdD (cosiddette Case green) e dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (Pniec), si prevede l’attuazione di una riforma generale delle detrazioni fiscali, che affronti con un approccio integrato ed efficiente le opere di riqualificazione degli edifici residenziali esistenti e superi l’attuale frammentazione delle varie detrazioni ad oggi attive”.

Picchetto invita però a fare un bagno di realismo: “Il 70% dei fabbricati italiani ha oltre 70 anni di vita. Potenzialmente quelli interessati dalla direttiva sono milioni. Faremo quello che sarà possibile e compatibile con i saldi di finanza pubblica”.