Cassa integrazione, si cambia: come funziona nel 2023

Come funziona nel 2023 la cassa integrazione: ecco chi ne ha diritto e quando può essere richiesta. La guida di QuiFinanza

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Le ore di cassa integrazione, con la fine dell’emergenza sanitaria, sono fortunatamente scese notevolmente. Nel pieno della pandemia, questo strumento si è dimostrato all’altezza nell’affrontare i momenti di maggiore crisi.

Ad oggi, benché i problemi del Covid 19 sembrano fortunatamente passati, la cassa integrazione continua a rimanere una delle misure principali quando si parla di ammortizzatori sociali. Questo strumento permette di tutelare i lavoratori delle aziende che stanno attraversando dei momenti di difficoltà di ricevere un’integrazione salariale. La CIG, infatti, interviene nel momento in cui l’azienda deve interrompere o sospendere l’attività.

Ma proviamo a vedere quali sono le regole in vigore attualmente per la cassa integrazione e quali sono le novità, che sono state introdotte attraverso dal Decreto Lavoro.

A cosa serve la cassa integrazione

Grazie alla cassa integrazione viene offerto un sostegno economico ai lavoratori dipendenti delle aziende che si trovano in difficoltà. Costituisce, quindi, un ammortizzatore sociale attivo.

Volendo entrare un po’ più nello specifico, è possibile definire la CIG un’integrazione salariale, che è riconosciuta nel momento in cui è presente un rapporto di lavoro. L’obiettivo è quello di fornire un supporto economico ai diretti interessati.

A disciplinare ufficialmente la cassa integrazione è il Decreto Legislativo n. 148 del 2015, ma alcune modifiche rilevanti sono state introdotte attraverso la Legge di Bilancio 2022, con la quale è stata rivista in più punti la normativa. In questa occasione, il legislatore ha tratto esperienza dall’utilizzo che ne era stato fatto mentre c’era l’emergenza Covid: è stata estesa la platea dei destinatari della misura e ne sono state migliorate le prestazioni. In altre parole è stato costruito un sistema di ammortizzatori sociali più inclusivo, che è stato raggiunto attraverso il principio dell’universalismo differenziato.

Da chi viene gestita la CIG

A gestire gli ammortizzatori sociali è direttamente l’Inps, che a fronte di determinati avvenimenti che possono portare alla riduzione o alla sospensione dell’attività, provvede ad erogare parte dello stipendio ai vari dipendenti delle imprese coinvolte. Il versamento può avvenire direttamente al lavoratore o come conguaglio all’azienda.

Sono diverse le situazioni che possono portare all’accesso della cassa integrazione, e che quindi possono portare a differenti tipologie di intervento: cassa integrazione ordinaria, straordinaria e in deroga.

Dal 1° gennaio 2022 hanno la possibilità di ricevere il trattamento di integrazione tutti i lavoratori con contratto di lavoro subordinato, anche gli apprendisti. Per averne diritto devono aver effettuato almeno trenta giornate di lavoro effettivo presso l’unità produttiva per la quale viene richiesta.

Come funziona la CIG ordinaria 2023

Anche per il 2023, i datori di lavoro hanno la possibilità di richiedere la cassa integrazione ordinaria (CIGO), il cui scopo è quello di andare ad integrare o sostituire la retribuzione dei dipendenti per i quali è stata sospesa o ridotta l’attività lavorativa. I motivi per i quali la cassa integrazione ordinaria può essere richiesta sono i seguenti:

  • particolari situazioni aziendali che sono da imputare ad eventi transitori, che non siano imputabili direttamente all’impresa o ai dipendenti. Sono incluse anche le intemperie stagionali;
  • situazioni temporanee di mercato.

È importante sottolineare che la temporaneità implica la previsione certa che l’attività lavorativa venga ripresa.

Nel momento in cui si dovessero verificare delle sospensioni o delle riduzioni dell’attività lavorativa, le aziende hanno l’obbligo di comunicare ai sindacati le cause che hanno portato a ridurre l’orario di lavoro. Deve essere comunicata, inoltre, l’entità e la durata della sospensione/riduzione e quanti lavoratori ne sono coinvolti.

Per poter accedere alla CIGO è necessario presentare un’apposita domanda all’Inps. A seguito dell’espletamento delle necessarie verifiche, il lavoratore ha diritto ad ottenere un’indennità pari all’80% della retribuzione giornaliera. La cassa integrazione ordinaria può durare per 13 settimane consecutive, che possono essere prorogate trimestralmente fino ad un massimo complessivo di 52 settimane nel cosiddetto biennio mobile.

Come funziona la CIG straordinaria 2023

La cassa integrazione straordinaria (CIGS) viene riconosciuta nel momento in cui si verificano degli eventi aziendali strutturali, come ad esempio possono essere la riorganizzazione, la crisi o i contratti di solidarietà.

Questa particolare integrazione spetta ai lavoratori dipendenti che si trovano in situazione di difficoltà, i quali non si possono risolvere nell’arco di un breve periodo.

La CIGS, nell’arco di un quinquennio, non può superare i ventiquattro mesi. Anche in questo caso l’azienda è tenuta ad inviare una comunicazione ai sindacati per poter accedere alla misura. La domanda deve essere, inoltre, trasmessa al Ministero del Lavoro e all’Inps.

Ai lavoratori spetta un trattamento di integrazione salariale pari all’80% della retribuzione che gli sarebbe spettata per le ore di lavoro non prestate.

La CIG in deroga: come funziona

Le aziende che non possono accedere alla CIGO e alla CIGS possono richiedere la cassa integrazione in deroga (CIGD). Questa misura può essere richiesta:

  • dalle imprese nella definizione del codice civile (articolo n. 2082);
  • i piccoli imprenditori;
  • cooperative sociali.

Hanno diritto a beneficiare del trattamento integrativo i lavoratori subordinati, che abbiano la qualifica di operai, impiegati e quadri. Possono beneficiare della misura anche gli apprendisti e i lavoratori somministrati, purché siano impiegati nell’azienda da almeno 12 mesi alla data di inizio della cassa integrazione.

La riduzione o la sospensione dell’attività lavorativa può essere richiesta per le seguenti motivazioni:

  • crisi aziendali;
  • ristrutturazione o riorganizzazione;
  • situazioni aziendali dovute ad eventi transitori e non imputabili all’imprenditore o ai lavoratori;
  • situazioni aziendali determinate da situazioni temporanee di mercato.

Per poter accedere alla CIG, le aziende devono presentare la domanda alla regione competente.

Cosa è cambiato con il Decreto Lavoro

Alcune novità relative alla cassa integrazione sono state introdotte attraverso il Decreto Lavoro. È stato previsto, infatti, un ulteriore periodo di cassa integrazione per le aziende in difficoltà.

Per il biennio 2033-2023 è stato previsto un nuovo periodo di CDS per le aziende che non siano riuscite a completare i piani di riorganizzazione e ristrutturazione, che erano stati previsti originariamente, per cause che non siano imputabili alla volontà del datore di lavoro. All’interno di questa casistica vi rientrano anche le imprese in stato di liquidazione.

Il nuovo periodo di intervento copre il periodo compreso tra il 1° ottobre 2022 ed il 31 dicembre 2023: complessivamente sono quindici mesi. Pragmaticamente viene concesso la nuova cassa integrazione in continuità con quello che era stato autorizzato in precedenza: l’obiettivo è quello di salvaguardare i livelli occupazionali delle aziende. Ma soprattutto garantire la tutela del reddito dei lavoratori.