Come funziona la prescrizione della TARI

La TARI è la tassa per i rifiuti che deve essere pagata annualmente: ecco quando cade in prescrizione

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Anche la TARI si prescrive, come ogni altra tassa e come le imposte. Con dei tempi precisi e ben determinati, che è importante rispettare. Come tutte le altre tasse, la TARI serve a finanziare la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani.

Tutti i detentori di locali o di aree scoperte all’interno dei quali possano essere prodotti rifiuti sono tenuti a pagarla. Negli anni si è giunti a questo tipo di tassa dopo varie modifiche in materia e sono state così accorpate diverse altre tasse. Ma scopriamo dopo quanto tempo si prescrive e a cosa devono stare attenti i contribuenti.

Che cos’è la TARI

La TARI è stata introdotta con la finanziaria del 2014 all’interno di una serie di modifiche fiscali che hanno rivoluzionato le tasse locali. In quella occasione, infatti, vennero introdotte anche l’IMU (che rimpiazzava la vecchia ICI) e la TASI (Imposta per i servizi indivisibili), e tutte e tre assieme andarono a formare la IUC (imposta unica comunale). La TARI sostituisce quella che per molti anni era stata la TARSU (Tassa sui rifiuti solidi urbani) e diventata poi TIA e quindi TARES.

Il presupposto per dover pagare questa tassa è il possesso di immobili, locali o aree scoperte atte a produrre rifiuti. Sono esenti solo le aree scoperte di pertinenza di locali già tassati e le aree condominiali comuni che non abbiano un unico utilizzatore. Di conseguenza, è il soggetto che dispone del bene a dover pagare: nel caso ci sia un inquilino, sarà lui l’intestatario della tassa. Se, invece, l’uso è inferiore ai sei mesi sarà il possessore (proprietario o usufruttuario) a dover pagare.

Le tariffe

Il calcolo della tassa viene calcolato sulla base di una tariffa, stabilita di anno in anno dal Comune in cui è situato l’immobile o l’area, in base a come indicato sul regolamento comunale. In genere hanno due base di calcolo diverse le utenze domestiche (ovvero quelle delle abitazioni) e quelle delle utenze non domestiche. Con utenze non domestiche si intendono tutte le attività professionali, commerciali e produttive, ma anche locali pubblici, alberghi, etc.). Inoltre poi, di solito la tariffa è composta da una parte fissa e da una parte variabile. La parte variabile può essere calcolata sulla base dei rifiuti effettivamente prodotti, oppure in base al numero dei componenti del nucleo famigliare e dei metri quadri.

Quando si paga

La TARI è una tassa a cadenza annuale che, generalmente, viene suddivisa in due rate semestrali. Viene calcolata dall’ufficio preposto e il contribuente riceve l’avviso di pagamento che deve saldare entro la data di scadenza. Se non viene pagata, verrà emessa una cartella esattoriale dall’Agenzia delle Entrate, che dovrà essere pagato entro 60 giorni. In caso di mancato pagamento si procederà all’esecuzione forzata. Tuttavia, può capitare che il pagamento non avvenga per mancata volontà del contribuente ma per colpa dell’amministrazione comunale che tarda l’invio degli avvisi. La legge ha stabilito dei termini entro i quali i Comuni possano farlo.

La prescrizione della TARI

Dopo un certo numero di anni di ritardo nell’invio degli avvisi di pagamento della TARI, la legge stabilisce che la tassa vada in prescrizione. La ratio secondo cui si è mosso il legislatore è quella di tutelare il contribuente, al quale non si può imputare un pagamento riferito a molti anni prima. La prescrizione della tassa rifiuti è di cinque anni, dopo di che il Comune non può più esigere il pagamento.