La tredicesima non spetta sulla Naspi: ecco perché

Chi percepisce il sussidio di disoccupazione a Natale non riceverà la tredicesima. Il motivo

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Claudio Garau

Editor esperto in materie giuridiche

Laureato in Giurisprudenza, con esperienza legale, ora redattore web per giornali online. Ha una passione per la scrittura e la tecnologia, con un focus particolare sull'informazione giuridica.

La tredicesima mensilità spetta a tutti i pensionati e lavoratori dipendenti che a dicembre, insieme all’ultima busta paga dell’anno, si vedono recapitare questo riconoscimento economico aggiuntivo.

Per questo motivo, la tredicesima è vissuta dalla stragrande maggioranza dei lavoratori come un vero e proprio ‘benefit’, un regalo di Natale che arriva proprio nel momento ‘clou’ dell’anno, per quanto riguarda spese e regali. Tuttavia, ci sono delle categorie di contribuenti che ne sono purtroppo esclusi.

Tra questi, i percettori dell’indennità di disoccupazione Naspi, ossia quel contributo economico erogato a seguito di eventi di disoccupazione involontaria. Vediamo più da vicino questi argomenti e scopriamo perché i beneficiari di questa prestazione non posso avvalersi della tredicesima.

Chi sono i beneficiari della Naspi e chi sono gli esclusi

Inquadriamo subito il contesto di riferimento, vedendo in sintesi chi sono i percettori della Naspi secondo la legge. Proprio loro sono infatti i soggetti che si domanderanno per primi del perché dell’incompatibilità della Naspi con la tredicesima (scopri come calcolarla). Ecco la lista:

  • apprendisti
  • personale artistico con rapporto di lavoro subordinato
  • soci lavoratori di cooperative con rapporto di lavoro subordinato con le medesime cooperative
  • dipendenti a tempo determinato delle pubbliche amministrazioni.

Nel sito web ufficiale dell’Inps si precisa inoltre che, a partire dal primo gennaio 2022, la prestazione è attribuita anche agli operai agricoli con contratto a tempo indeterminato dipendenti dalle cooperative e loro consorzi che trasformano, manipolano e commercializzano prodotti agricoli e zootecnici prevalentemente propri o conferiti dai loro soci.

L’istituto di previdenza elenca anche chi sono coloro che non possono accedere alla prestazione di sostegno contro la disoccupazione, eccoli di seguito:

  • dipendenti a tempo indeterminato delle pubbliche amministrazioni
  • lavoratori che hanno maturato i requisiti per il pensionamento di vecchiaia o anticipato
  • operai agricoli a tempo determinato
  • lavoratori extracomunitari con permesso di soggiorno per lavoro stagionale, per i quali resta confermata la specifica normativa
  • lavoratori titolari di assegno ordinario di invalidità, qualora non optino per la Naspi.

La Naspi è incompatibile con la tredicesima: cosa succede a dicembre

Chi percepisce il sussidio di disoccupazione Naspi previsto dall’Inps non ha diritto alla tredicesima mensilità, quindi non si vedrà erogare la cd. gratifica natalizia in conto corrente. Ciò vuol dire che a dicembre 2024 l’Inps liquiderà soltanto l’assegno di indennità di disoccupazione relativo al mese di novembre.

Come spiega il sito dell’Inps, gli aventi diritto alla Naspi, infatti, percepiscono il sussidio esclusivamente per 12 mensilità, ovvero per la metà delle settimane contributive che il lavoratore è riuscito a versare nel corso dei 4 anni precedenti, senza alcuna mensilità aggiuntiva.

In termini pratici ciò vuol dire che a gennaio 2025, il disoccupato incasserà la Naspi di dicembre 2024 e in ambo i casi, il contributo sarà sempre corrispondente ad un solo mese e non a due.

Peraltro la stessa regola si applica anche a coloro che incassano prestazioni simili, come ad esempio la Dis-Coll.

Naspi e tredicesima: perché non spetta

Come sappiamo, la Naspi è quel sussidio di sostegno al reddito che l’Inps eroga a beneficio dei lavoratori che hanno perso – non per loro volontà – il posto di lavoro. Si tratta dunque dei casi di licenziamento ma anche di dimissioni per giusta causa, ossia di quelle situazioni in cui – per fatti e comportamenti non addebitabili al lavoratore – non è più possibile proseguire con il rapporto di lavoro e il dipendente è di fatto costretto a licenziarsi.

Come anticipato, la Naspi viene corrisposta per un periodo equivalente alla metà delle settimane contributive maturate nel corso degli ultimi 4 anni, per non più di 24 mesi.

Il calcolo dell’importo è effettuato a partire dall’imponibile previdenziale medio maturato dal lavoratore negli ultimi 4 anni. Stabilito ciò, l’Inps ne corrisponde il 75%, con una decurtazione del 3% che scatta a partire dal sesto mese di fruizione e per ogni mese successivo, fino ad esaurimento del periodo ammortizzato.

L’obiezione che potrebbe essere mossa, a questo punto, è la seguente: visto che la tredicesima fa parte a tutti gli effetti dell’imponibile previdenziale di un dipendente – tanto è vero che lavoratore e datore di lavoro versano anche i contributi corrispondenti – perché la Naspi non dà diritto alla tredicesima mensilità?

La risposta è sempre la stessa: dal momento che la Naspi è ponderata solo su 12 mensilità e quindi su un solo anno di lavoro, si considerano utili al calcolo esclusivamente 12 mensilità e non 13. Discorso diverso per il calcolo dell’importo del sussidio che, al contrario, tiene conto anche della tredicesima per la definizione dell’imponibile previdenziale medio e della corrispondente percentuale del 75% che viene erogata al disoccupato.

Inoltre, vale la pena ricordare inoltre che la Naspi è giuridicamente un ammortizzatore sociale, come lo è ad es. la cassa integrazione guadagni. Di fatto è dunque una misura assistenziale e non un’indennità sostitutiva degli stipendi non percepiti. Quindi anche da ciò si può in qualche modo dedurre l’incompatibilità con la tredicesima.

Le anteriori tredicesime influiscono sull’importo dell’indennità di disoccupazione?

Lo abbiamo appena accennato, ma giova ribadirlo per chiarezza: la tredicesima mensilità versata dal datore di lavoro prima del licenziamento o delle dimissioni per giusta causa andrà a costituire parte del calcolo dell’importo Naspi.

Per legge, infatti, l’ammontare previdenziale medio delle retribuzioni pagate nel quadriennio anteriore alla perdita del lavoro considera tutte le voci degli emolumenti versati al lavoratore, o alla lavoratrice, in ragione del rapporto di lavoro e valevoli ai fini contributivi. Perciò anche la gratifica natalizia fa parte dell’importo da considerare. Ecco perché la Naspi include una quota parte delle anteriori tredicesime ricevute dal lavoratore e, proprio grazie a queste ultime, sarà di ammontare leggermente maggiore.