Agenzia delle Entrate, obiettivo 320mila lettere di controllo in un anno

Tra gli impegni dell'Agenzia c'è quello di togliere le persone dagli sportelli per spostarle online e passare i dossier più problematici alla Guardia di Finanza

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Riorganizzare l’assistenza agli sportelli eliminando le code fisiche e promuovendo l’accesso online o tramite appuntamento, con l’obiettivo di eseguire 320mila controlli all’anno, con particolare attenzione ai 65-75.000 casi più complessi, i quali verranno segnalati alla Guardia di Finanza. Questi sono alcuni degli obiettivi chiave delineati nel piano d’azione dell’Agenzia delle Entrate italiana.

Gli obiettivi dell’azienda

Dal Piano Integrato di Attività e Organizzazione 2024-26 dell’Agenzia delle Entrate emergono importanti novità. Si prevede che quest’anno il 90% dei servizi verrà erogato su appuntamento, impegnandosi di più dal punto di vista dell’assistenza, che nei piani dell’azienda dev’essere più mirata ed efficiente. Inoltre, il trend già in atto di digitalizzazione dei servizi si accentua, con l’87% del totale dei servizi che sarà gestito attraverso lo ‘sportello digitale’ quest’anno, aumentando fino a raggiungere il 90% nel 2026.

Un chiaro esempio di questa transizione è rappresentato dalla registrazione telematica del 92% dei 1,7 milioni di contratti di affitto, mentre i comodati (62% del totale) e i contratti preliminari di compravendita immobiliare (55% del totale) sono anch’essi prevalentemente gestiti online. Anche le pratiche relative alle successioni (93%) e agli atti dei notai (98%) sono sempre più frequentemente elaborate tramite il web.

Molto importante sarà il ruolo della dichiarazione precompilata. Si stima che quest’anno sarà utilizzata da 24,5 milioni di contribuenti, un numero destinato a salire a 25,1 milioni entro il 2026. Cresce anche il numero di coloro che compilano autonomamente la dichiarazione: 4,7 milioni nel 2024, 4,9 nel 2025 e 5,1 nel 2026.

Tuttavia, la maggioranza dei contribuenti, pari a 19,8 milioni quest’anno e 20 milioni dal prossimo anno, preferisce ancora affidarsi agli intermediari per utilizzare il modulo già compilato. Grazie a questa evoluzione, la dichiarazione fiscale diventa un processo praticamente automatizzato, con l’87-90% dei dati già inclusi nel modulo precompilato, pronti per essere inviati al fisco con la compilazione finale.

Rimborsi in tempi rapidi

Nel capitolo dedicato ai rimborsi, l’Agenzia delle Entrate si impegna a garantire tempi rapidi, come nel caso delle procedure relative all’Iva, che verranno completate entro 75 giorni. Inoltre, si pone l’obiettivo di diffondere il 95% dei documenti interpretativi (come circolari e risoluzioni) almeno 60 giorni prima della loro effettiva applicazione.

I controlli fiscali rappresentano soltanto uno dei quattro settori operativi dell’Agenzia, con un’attenzione particolare rivolta verso la massimizzazione dei ricavi, stimati a 11,1 miliardi nel 2024, 11,2 miliardi nel 2025 e 11,3 miliardi nel 2026. Tuttavia, non si tratta solamente di raggiungere il numero target di 320mila controlli all’anno, ma anche di garantire una qualità tale da resistere alle contestazioni dinanzi alle commissioni tributarie. L’obiettivo è ottenere successo nel 70% dei casi e per il 74% degli importi sottoposti ad attività di accertamento.

Un’altra priorità è lo scambio di informazioni con altri Paesi, considerato cruciale. Di conseguenza, il 93-95% delle posizioni segnalate verrà accuratamente esaminato.

I meccanismi di compliance

Successivamente, vengono implementati i cosiddetti meccanismi di compliance, che comprendono un dialogo diretto con il contribuente per agevolare il pagamento delle imposte dovute. Le Entrate stimano di inviare poco più di 3 milioni di comunicazioni volte a incoraggiare versamenti spontanei, concentrandosi soprattutto sui contribuenti con partita Iva. Si prevede di ricevere adesioni e risposte positive nel 61% dei casi già quest’anno, con l’obiettivo di aumentare al 65% entro il 2026.

Un’attenzione particolare è rivolta alle imprese di medie e grandi dimensioni, anche con attività internazionali. Si prevede di ottenere un incasso di 3,1 miliardi di euro attraverso l’implementazione di “accordi preventivi” e stabilendo tempi definiti per le istanze relative al “patent box”, che riguardano le valutazioni economiche legate all’utilizzo di beni immateriali come i marchi. Questa attività mira principalmente alla prevenzione di controversie e alla facilitazione della compliance fiscale.