Chi è Cesare Previti, l’amico fedelissimo di Berlusconi

Chi è Cesare Previti e com'è diventato uno dei fedelissimi di Silvio Berlusconi: la storia dell'avvocato a partire dalla villa di Arcore

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Cesare Previti, 88 anni, è nato a Reggio Calabria nel 1934. Senza dubbio uno dei fedelissimi di Silvio Berlusconi, al pari di Marcello Dell’Utri. Avvicinatosi all’ex premier grazie alla sua attività d’avvocato civilista, non ha più lasciato il suo fianco, entrando in quella cerchia privilagiata riservata ai soli potenti.

Chi è Cesare Previti

Laureatosi nel 1956 in Giurisprudenza, Cesare Previti è diventato ufficialmente avvocato, iscrivendosi all’Albo, nel 1958. L’incontro con Silvio Berlusconi avviene poco più di 10 anni dopo e di fatto gli cambia la vita.

Tutto è legato al suo lavoro da avvocato civilista, ritrovandosi ad assistere legalmente la giovane erede entrata in possesso della residenza della famiglia del marchese Camillo Casati Stampa. Questi aveva commesso un duplice omicidio, togliendo la vita a sua moglie Anna Fallarino e al suo amante, per poi suicidarsi.

Ciò avveniva un anno prima che Previti facesse da mediatore tra l’unica erede, di soli 19 anni, e Silvio Berlusconi, che entrò così in possesso della famosa villa di Arcore. Il prezzo pattuito fu di 500 milioni e questa trattativa rese celebre il giovane avvocato (riuscì a ottenere un prezzo di gran favore per l’ex premier, considerando come villa, parco, pinacoteca e biblioteca da più di diecimila volumi antichi vantassero un costo di almeno 1 miliardo e mezzo, ndr), che si è così ritrovato a seguire fin dalle origini il gruppo Fininvest, del quale diventa vicepresidente, almeno fino alla discesa in politica del 1994.

La sua carriera nella cosa pubblica lo ha visto ricoprire il ruolo di presidente del gruppo di Forza Italia prima e ministro della Difesa poi, all’interno del gruppo politico del primo governo Berlusconi. Nel 1996 lascia il collegio senatoriale e passa alla Camera (rieletto anche nel 2001, ndr).

Una carriera politica non priva di problematiche, tutt’altro. Entra infatti nel mirino della Procura di Milano con una ripetuta ipotesi di reato: corruzione in atti giudiziari. L’accusa lo addita come responsabile del pagamento dei giudici di Roma, al fine di orientare le sentenze Imi-Sir, Cir-Sme e lodo Mondadori. Richiesto anche l’arresto ma nel 1998 la Camera si schiera in suo favore e respinge l’ipotesi.

Il fedelissimo di Berlusconi

Viene da chiedersi quanto sia costato a Cesare Previti essere uno dei fedelissimi di Silvio Berlusconi. Andare a processo è quasi una ferita di guerra per la cerchia di amici potenti dell’ex premier. Qualcosa di inevitabile in battaglia e nello specifico si traduce nel 2006 nella sua prima condanna definitiva.

Sei anni per corruzione in atti giudiziari per il processo Imi-Sir. A ciò si aggiungono ben 18 mesi per il lodo Mondadori. Additato come orchestratore della corruzione del giudice civile di Roma Vittorio Metta. Cesare Previti si costituisce presso il carcere di Rebibbia, dove resta per soli quattro giorni. Il tribunale di Sorveglianza mette infatti in atto la legge ex Cirielli, che consente ai condannati che hanno superato l’età di 70 anni di scontare la pena all’esterno.

Una norma che nell’ambito politico ha rapidamente cambiato nome, divenendo la “salva Previti”. Si mossero importanti accuse ai danni dell’allora presidente Berlusconi. Il guardasigilli Filippo Mancuso sottolineò come non fosse “psicologicamente e moralmente libero dinanzi a Cesare Previti”.

Pare che l’avvocato inviò una lettera, divenuta poi famosa, all’amico di vecchia data. Al suo interno ci sarebbe stata una frase autoesplicatoria: “Simul stabunt simul cadent“. Un ammonimento alquanto chiaro: insieme staranno oppure insieme cadranno.