Stellantis sposa l’elettrico: cosa uscirà da Mirafiori

Stellantis conferma la spinta verso l'elettrico: a Mirafiori continueranno a essere prodotti la Fiat 500 elettrica e i nuovi modelli Maserati

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Smentite le voci sul presunto trasferimento di alcune produzioni: lo stabilimento Mirafiori di Torino non verrà depotenziato e continuerà a essere uno dei poli strategici di Stellantis. Un polo che spingerà sempre di più verso la produzione di vetture elettriche o di fascia alta.

Stellantis: Mirafiori punta sull’elettrico

Nel presentare il piano ai sindacati, Stellantis ha ribadito il ruolo di Mirafiori: quello di stabilimento-bandiera della transizione elettrica in Italia. Confermato l’arrivo della futura berlina Maserati in sostituzione di Ghibli e Quattroporte. Restano in produzione i modelli Gran Coupè e Gran Cabrio, con la versione elettrica che partirà da fine anno. Confermata la produzione dell’elettrica Fiat 500 Bev, della quale qualcuno favoleggiava il trasferimento in Algeria.

Operai Stellantis in cassa integrazione

Questo nonostante Stellantis abbia comunicato ai sindacati il ricorso alla cassa integrazione a Mirafiori sui modelli Maserati e 500 elettrica per 11 giorni dal 19 ottobre al 3 novembre. La misura interessa 1.174 lavoratori sui modelli Maserati e 1.222 sulla 500.

Conto alla rovescia per il Green campus Stellantis

E non è tutto: a metà novembre 2023 entrerà in funzione l’hub del riciclo dove lavoreranno circa 200 dipendenti. Il numero sarà portato a 500 per agosto 2025.

Stellantis annuncia anche che il Green campus entra nella fase del progetto esecutivo: vi lavoreranno in 10mila tra ingegneri e impiegati degli enti centrali, grazie a un progetto da 100 milioni di euro per il recupero e la riqualificazione di numerose strutture, tra cui la palazzina uffici di corso Agnelli e gli edifici dall’1 al 6.

Il nuovo edificio di 200mila metri quadri venne raccontato a suo tempo come un “rafforzamento delle attività di design, ricerca e sviluppo a Torino”, per ricordare le parole del responsabile globale delle risorse umane e trasformazione di Stellantis, Xavier Chereau. Si tratta del primo esperimento di questo tipo per il gruppo in Europa. Ne seguiranno poi uno nei pressi di Parigi e uno vicino Francoforte. Ogni Green campus Stellantis è stato ideato per essere un ambiente “umano-centrico” in cui l’esperienza di lavoro sia “flessibile” e “conviviale” trovando “il giusto equilibrio tra tempi di vita e di lavoro” al fine di potenziare quella “interazione che può portare alla creatività”.

Sempre a Mirafiori è stato recentemente inaugurato uno dei Battery Technology Center più grandi d’Europa. L’apertura del Battery Technology Center rafforza ulteriormente la presenza di Stellantis in Italia

Oggi la storica area industriale torinese occupa 15mila dipendenti: 10mila fra impiegati e quadri e 5mila operai.

E non è tutto: dal 2030 è prevista la rivoluzione 100% elettrica.

Le reazioni dei sindacati ai piani di Stellantis

Il piano suscita sentimenti diversi nei diversi sindacati. Luigi Paone della locale Uilm sottolinea che “il piano industriale di Stellantis per Torino acquista finalmente forma e assicura un futuro di lungo termine sia agli impianti produttivi sia ai centri ricerca”.
Soddisfatto Fabrizio Amante dell’Aqcf-R: “Il quadro garantisce una continuità lavorativa ad ogni realtà oggi presente sull’area di Mirafiori, almeno per i prossimi anni”.
Edi Lazzi, segretario generale della Fiom-Cgil di Torino, esprime qualche perplessità: “Quello descritto rimane un contorno. Continueremo a chiedere nuovi modelli che peraltro devono essere accompagnati da assunzioni di giovani visto che c’è il rischio che lo stabilimento si spenga per tutti i pensionamenti che ci saranno”.
Rocco Cutrì, segretario generale della Fi-Cisl, ritiene “rischioso poggiare le sorti del polo produttivo sui modelli attualmente assegnati. Servono numeri tali da giustificare uomini, mezzi e strutture”.