Dal reddito d’infanzia all’assegno di gioventù: nuovi aiuti alle famiglie

Il governo Meloni va nuovamente in soccorso delle famiglie con figli, soprattutto se con più di uno: ecco il programma per la lotta alla denatalità

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Pubblicato: 8 Settembre 2023 22:00

Il governo Meloni presta sembra particolare attenzione alle necessità delle famiglie con figli, considerando il generale aumento dei costi. Si parla di reddito d’infanzia che, col passare degli anni, si tramuta in assegno di gioventù. Assegni alquanto consistenti, che garantiscono un vero e proprio sollievo fiscale a numerosissimi nuclei in tutt’Italia. Ecco cosa aspettarsi.

Cos’è il reddito d’infanzia

Il governo di Giorgia Meloni sta passando al vaglio differenti soluzioni per riuscire a contribuire in maniera netta alla migliore gestione delle finanze personali delle famiglie italiane. Tra le idee il reddito d’infanzia è una delle più caldeggiate.

Si tratta di un bonus per il secondo figlio, volendo semplificare il concetto. Un sistema che mira a garantire maggior serenità fiscale a chi è già diventato genitore e sogna di ampliare la propria famiglia. Sfruttando tale manovra, si spera di registrare un impatto positivo nel corso dei prossimi anni per quanto concerne il rischio denatalità del Paese.

Non è ancora ufficiale, anzi, ma si continua a delineare tutti gli aspetti, a partire ovviamente dalla cifra stanziata mensilmente per i vari nuclei. Nel concreto si tratterebbe di un assegno di 400 euro, accreditato nel corso dei primi sei anni di vita del secondo figlio. Una somma considerevole, guardando al complesso dei contributi stanziati, pari a 28mila euro per un totale di 72 mensilità.

Cos’è l’assegno di gioventù

Abbiamo accennato al fatto che il reddito d’infanzia si trasformerà col passare del tempo. Nello specifico il contributo da parte del governo prosegue, registrando però un calo della cifra e divenendo assegno di gioventù. Si parla di un assegno di 250 euro al mese dai 7 anni d’età fino ai 25.

Queste sono soltanto alcune delle misure a sostegno delle famiglie attualmente al vaglio del governo Meloni. La lotta alla denatalità è infatti cruciale nel programma dell’esecutivo. A depositare la proposta di legge è stato Tommaso Foti, capogruppo a Montecitorio per Fratelli d’Italia.

Occorre precisare, però, come le cifre non siano da considerarsi fisse e immutabili. Il valore dell’assegno aumenterà in maniera proporzionale nel caso in cui i nuclei famigliari risultino essere monogenitoriali, o presentare figli affetti da disabilità (minori o meno, ndr).

A caccia dei fondi

L’idea è quella di proporre tale soluzione per tutti coloro che vantano un reddito annuo non superiore ai 90mila euro. Il vero dubbio non è rappresentato, oggi, dalla potenziale efficacia di tale soluzione, che di certo rappresenterebbe un aiuto concreto e particolarmente apprezzato. La domanda alla quale occorre dare risposta è invece: da dove giungeranno i fondi per finanziare il tutto?

Si potrebbero utilizzare le risorse avanzate dal fondo per l’Assegno Unico Universale. È questa una delle ipotesi attualmente al vaglio. La nuova agevolazione, infatti, va ad aggiungersi proprio a questa, che riguarda i figli dal settimo mese di gravidanza ai 21 anni d’età.

Foti prevede inoltre anche delle agevolazioni fiscali per le famiglie che hanno già figli a carico, tutelando maggiormente quelle molto ampie. Ipotesi, al momento, ma la strada sembra già ben indirizzata. Nel corso dei prossimi mesi, dunque, si otterranno maggiori informazioni in merito, con certezze anche sulla platea di cittadini che potranno accedere a tali benefici.