Centrale di Suviana, la procura ha avviato un’inchiesta per disastro e omicidio colposo

La strage nella centrale idroelettrica di Suviana ha il triste bilancio di 7 morti e 5 feriti ricoverati con ustioni. La Procura ha avviato un'inchiesta per disastro colposo, mentre ci si chiede le cause e si ipotizzano le conseguenze

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Tragedia della centrale di Suviana, le vittime definitive sono 7. Lo sforzo di tutte le forze impegnate nella ricerca è stato enorme, visto l’ambiente difficile e la visibilità praticamente nulla. Le operazioni per trovare anche l’ultimo disperso sono andate avanti anche con l’ausilio di robot filoguidati dalla superficie, come spiegato da Giuseppe Petrone, responsabile dei sommozzatori dei Vigili del fuoco.

Ora si cerca di capire i motivi di quello che è accaduto, e anche quali saranno le conseguenze e il futuro della centrale.

La procura ha avviato un’inchiesta

La Procura ha avviato un’inchiesta per disastro e omicidio colposo, mentre cresce la rabbia dei sindacati che hanno proclamato uno sciopero generale di 8 ore e organizzato un corteo a Bologna l’11 aprile. La Uil ha denunciato il fatto che un anno prima aveva segnalato problemi sulla sicurezza, mentre la Cgil ha sottolineato la gravità della situazione, evidenziando che ancora non si conosce per quali aziende lavorassero le vittime.

Sul posto si erano recate Elly Schlein e la ministra del Lavoro Marina Calderone, che ha incontrato sindacati e sindaci, esprimendo la necessità urgente che la sicurezza sul lavoro diventi una priorità assoluta nel Paese. Le operazioni di soccorso presso la centrale idroelettrica di Bargi, sul lago di Suviana, si possono ora dire chiuse.

La tragedia alla centrale elettrica di Enel Green Power a Suviana ha scatenato un’indagine della procura di Bologna, che ha ipotizzato i reati di disastro e omicidio colposo. La situazione attuale riporta il triste bilancio di 7 morti e e 5 feriti ricoverati con ustioni.

Le verifiche si concentrano sul collaudo e sui subappalti, con l’ipotesi di possibili errori umani. La rabbia dei sindacati è palpabile, poiché si denuncia la mancanza di informazioni sulle aziende per cui lavoravano le vittime. In risposta a questa tragedia, la Cgil e la Uil hanno proclamato uno sciopero di otto ore a Bologna, mentre in tutto il Paese si organizzano mobilitazioni e stop per treni, bus e metro nelle città, con una durata di quattro ore.

Le operazioni di soccorso

Una delle principali preoccupazioni è stata la messa in sicurezza delle condotte idriche, al fine di evitare ulteriori rischi per i soccorritori. Le operazioni hanno richiesto il prelievo degli oli presenti nella vasca centrale e l’impiego di pompe idrovore per ridurre il livello dell’acqua, che continuava a infiltrarsi nella centrale dall’incidente avvenuto nella notte precedente.

Nonostante gli sforzi incessanti, le speranze di trovare i dispersi vivi sono scarse. Luca Cari, dirigente comunicazione dei Vigili del Fuoco, ha dichiarato all’Ansa che la situazione attuale non avrebbe lasciato molte illusioni riguardo a esiti positivi delle ricerche.

Le cause dell’incidente nella centrale elettrica di Suviana

Accanto al dolore e agli sforzi di soccorso, sorgono domande cruciali sulle cause dell’incidente. Si indaga su come si sia sviluppata l’esplosione durante il collaudo, portando al collasso del solaio e all’allagamento dei locali. Dubbi anche sulla catena di subappalti che ruotava attorno ai lavori nella centrale.

La Ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, ha esortato alla prudenza nell’affrontare queste domande, dicendo di rispettare il lavoro dei soccorritori e delle famiglie coinvolte. Sindacati e politici chiedono chiarezza e responsabilità, evidenziando la necessità di indagini approfondite per individuare le cause dell’incidente e garantire giustizia per le vittime.

Il docente di Idraulica del Politecnico di Milano, Francesco Ballio, ha fornito ai microfoni di Sky un’interessante prospettiva sulle possibili cause dell’esplosione nella centrale idroelettrica di Bargi. Secondo lui, è improbabile che l’esplosione sia stata causata da una turbina, poiché questa non contiene carburante ed è mossa solo dall’acqua, che non è combustibile. Piuttosto, ipotizza che l’esplosione possa essere stata causata dal gruppo dell’alternatore o da un’altra componente elettrica.

Ballio sottolinea che l’alternatore è indagato poiché all’interno di esso scorrono correnti elettriche molto elevate, e se si verifica un corto circuito con quelle potenze e intensità di corrente, l’esplosione può essere estremamente grave.

La difesa di Enel Green Power

Enel Green Power, dal canto suo, si difende sottolineando la scelta delle migliori società per i lavori di aggiornamento tecnologico nella centrale. Rimane il dibattito sul ruolo dei subappalti e sulla responsabilità delle varie parti coinvolte nelle operazioni nella centrale di Bargi.

Mentre le indagini per disastro e omicidio colposo sono in corso, il cordoglio e la solidarietà si diffondono dalle istituzioni e dalle aziende coinvolte. Enel Green Power esprime il suo più profondo cordoglio e solidarietà per le vittime e le loro famiglie, mentre i sindacati organizzano presidi e scioperi per chiedere giustizia e sicurezza sul lavoro.

Gli scioperi

Gli scioperi in nome della sicurezza sul lavoro stanno assumendo una rilevanza sempre maggiore dopo il gravissimo incidente avvenuto di recente. La Flaei-Cisl ha proclamato uno sciopero generale per tutti i dipendenti del gruppo Enel per mercoledì 10 aprile, nelle ultime quattro ore lavorative.

Per garantire i servizi essenziali, solo i lavoratori turnisti, semiturnisti e in servizio di reperibilità sono esentati. Le parole del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, enfatizzano la gravità della situazione, definendo quanto accaduto “ennesima strage”.

Landini ha annunciato uno sciopero nei settori privati proprio sulla sicurezza per giovedì 11 aprile, con particolare rilievo in Emilia-Romagna, dove lo sciopero coinvolgerà tutti i settori (pubblici e privati) per un’intera giornata, ma non oltre le quattro ore.

A Bologna, le sigle sindacali hanno annunciato una manifestazione con concentramento in piazza XX Settembre, di fronte alla stazione centrale, mentre la Questura ha rinviato le celebrazioni del 172esimo anniversario della fondazione della Polizia, originariamente previste per il 10 aprile.

Le conseguenze

In questo scenario, la valutazione degli esperti si concentra ora sulle possibili conseguenze a lungo termine. Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia e docente universitario, ha fornito al Resto del Calrino una panoramica delle implicazioni dell’incidente e delle ripercussioni sul sistema energetico nazionale.

“La centrale di Bargi, alimentata dai bacini di Suviana e del Brasimone, dovrà probabilmente rimanere ferma per anni“, afferma Tabarelli. Rassicura però che non ci sarà un rischio di blackout energetico significativo. “La produzione totale della centrale del Brasimone è relativamente limitata rispetto al fabbisogno energetico nazionale”, spiega. “Quindi, non dovremmo aspettarci problemi di approvvigionamento elettrico, né per l’Emilia-Romagna né per l’Italia nel suo complesso”.

Tabarelli sottolinea che il periodo attuale vede una domanda elettrica italiana relativamente bassa, con un’industria che sta attraversando cambiamenti e ha pochi ordini. “Inoltre, l’abbondante pioggia di quest’anno garantirà una produzione idroelettrica più elevata rispetto al passato”, aggiunge. “Inoltre, Bologna e l’intera regione sono coperte da un sistema nazionale di reti elettriche di trasporto e trasmissione, che garantisce ulteriore sicurezza”.

Quanto al danno economico causato dall’incidente, Tabarelli stima che si tratti di centinaia di milioni di euro. “Si tratta di una brutta tragedia, poiché la centrale è molto importante per Enel e per l’intero territorio”, afferma. Inoltre, prevede che la centrale e quella vicina rimarranno ferme per parecchi mesi, se non anni, per lavori di manutenzione straordinaria.

L’incidente ha richiamato anche questioni più ampie riguardanti l’infrastruttura energetica italiana. “Il sistema idroelettrico nazionale è composto da centrali costruite nel secolo scorso, con tecnologie datate“, spiega Tabarelli. “In Italia si fanno pochi investimenti in questo settore, e molte centrali come quella coinvolta nell’incidente sono sotto la lente. Dovremmo espandere la nostra capacità idroelettrica, ma dopo questa tragedia sarà molto difficile”.

Tabarelli ha parlato anche dell’importanza delle tecnologie moderne e degli investimenti nella sicurezza delle infrastrutture idroelettriche: “Servono più impianti e le tecnologie vanno ammodernate“, conclude. “Speriamo che non sia necessario svuotare il lago di Suviana, ma è importante riconoscere l’importanza di tali impianti nella gestione delle risorse idriche e nell’assicurare una fornitura energetica sicura per il futuro”.