Campi Flegrei, ecco l’area rossa: i comuni a rischio

Ridisegnata la zona rossa ai Campi Flegrei. Dopo la riunione a palazzo Chigi con l’Ingv e i sindaci della zona, si è deciso di non innalzare il livello di allerta

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

La zona rossa dei Campi Flegrei è stata ridefinita in seguito a una riunione tenutasi a Palazzo Chigi con i vertici dell’Ingv, i sindaci della zona e il capo del Dipartimento di Protezione Civile, Fabrizio Curcio. Nonostante le discussioni iniziali riguardo a un possibile innalzamento del livello di allerta, il ministro per la Protezione Civile Nello Musumeci ha confermato che l’allerta rimane gialla, smentendo così l’ipotesi di un’allerta arancione che aveva suscitato preoccupazioni tra i sindaci.

La nuova zona rossa

Il ministro ha sottolineato che non c’è motivo di allarme e ha chiarito che la novità riguarda la definizione della zona rossa legata al rischio bradisismo. Questa zona coinvolge circa 85.000 persone e 15.000 edifici, interessando in parte i comuni di Pozzuoli, Bacoli, nonché parzialmente la città metropolitana di Napoli e alcune zone di Napoli, come Bagnoli, Fuorigrotta, Pianura, Soccavo, Posillipo, Chiaia, una parte di Arenella, Vomero, Chiaiano e San Ferdinando.

Inoltre, è previsto che il 27 novembre venga approvato un piano di comunicazione, che sarà sviluppato dalla Regione Campania insieme alla Protezione Civile. Questo piano avrà l’obiettivo di coinvolgere attivamente la nutrita popolazione scolastica dell’area interessata, considerando la presenza di almeno 125 istituti. Saranno anche intensificate le ricognizioni sugli edifici al fine di valutare la vulnerabilità delle abitazioni e degli uffici pubblici e privati nella zona rossa.

Cosa sono i Campi Flegrei

La caldera dei Campi Flegrei, situata a ovest della città di Napoli, è una delle aree vulcaniche più densamente popolate al mondo. L’attività vulcanica in questa regione è documentata da almeno 47.000 anni. Due dei principali episodi eruttivi, che hanno contribuito a dare forma al Golfo di Pozzuoli così come lo conosciamo oggi, si sono verificati circa 39.000 e 15.000 anni fa, mentre l’ultima eruzione nota risale al 1538. A partire dalla metà del secolo scorso, la caldera ha sperimentato vari episodi di sollevamento e abbassamento del suolo, noti come bradisismo. Negli ultimi decenni, ci sono state due fasi di sollevamento del suolo significative: una tra il 1969 e il 1972 e un’altra tra il 1982 e il 1984. Durante quest’ultima crisi bradisismica, il sollevamento massimo del suolo, misurato a Pozzuoli, è stato di quasi 1,8 metri ed è stato accompagnato da oltre 16.000 terremoti di bassa magnitudo.

Il motivo dei terremoti, lo studio dell’Università di Bologna

Uno studio condotto da scienziati dell’Università di Bologna e dell’Ingv ha suggerito che ai Campi Flegrei, dove si stanno verificando fenomeni di bradisismo, esiste una roccia cilindrica alta 500 metri con un diametro di circa 5 chilometri alla base, situata a una profondità di circa 2 chilometri. Questa roccia cilindrica, definita come una “sorgente di deformazione”, gioca un ruolo significativo nel sollevamento della zona situata alle porte di Napoli, che a sua volta sta causando centinaia di terremoti, con una magnitudo massima di 4.2.

Gli studiosi hanno concluso che questa sorgente di deformazione era già conosciuta per aver contribuito al sollevamento del suolo verificatosi nella zona dei Campi Flegrei tra il 1982 e il 1984. I risultati dell’indagine suggeriscono che le variazioni osservate negli ultimi 18 anni nel sollevamento del suolo possono essere spiegate assumendo la riattivazione di questa stessa sorgente deformativa. In questi episodi di sollevamento, il movimento di magma sembra avere un ruolo secondario rispetto a fluidi caldi e pressurizzati che si muovono all’interno delle rocce del sistema idrotermale della caldera.

In sostanza, questo studio suggerisce che il fenomeno di bradisismo nella regione dei Campi Flegrei è principalmente associato a questa sorgente di deformazione e ai fluidi caldi e pressurizzati che si muovono nel sistema idrotermale, piuttosto che a una risalita diretta del magma.