Come funzionano i saldi estivi e invernali in Italia

I saldi estivi e invernali tornano puntali ogni anno, anche se le date possono variare leggermente. Vennero inaugurati più di novant'anni fa

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

I saldi sono ogni anno responsabili di interminabili file fuori dai negozi di abbigliamento. Nonostante la crisi finanziaria e il rincaro del costo della vita, pare che nessuno abbia realmente intenzione di rinunciare a una sessione di shopping durante il periodo dei saldi.

Considerato che tutto ciò che ruota intorno ai saldi muove una quantità di denaro piuttosto impressionante, cerchiamo di fare chiarezza in merito. Cerchiamo di capire quale sia la vera storia dei saldi dalla loro prima istituzione a oggi.

Cosa sono i saldi?

Tutti sappiamo che cosa sono i saldi, no?! Eppure, siamo abbastanza certi che nessuno abbia mai effettivamente approfondito il loro significato, sia etimologico che storico,

I saldi sono vendite di fine stagione che riguardano – come riportato dal Decreto Bersani art. 15 del D. Lgs. 114/98i prodotti, di carattere stagionale o di moda che saranno suscettibili di notevole deprezzamento se non vengono venduti entro un certo periodo di tempo. A essere interessata dai saldi, quindi, sarà la merce che è rimasta invenduta alla fine della stagione autunno/inverno o primavera/estate.

Ma perché le vendite di fine stagione si chiamano proprio saldi? Non ci si pensa mai, ma l’etimologia di questa parola deriva strettamente dal lessico commerciale. Nel vocabolario dei commercianti, infatti, con saldi si qualifica sia la differenza tra le entrate e le uscite, sia la conclusione positiva o negativa – il saldo, per l’appunto – di un determinato periodo. I saldi, dunque, sono quelle vendite a prezzo ribassato della merce invenduta, per evitare che questa risulti sprecata, producendo un saldo negativo.

Quali caratteristiche devono avere?

Perché effettivamente possano essere chiamate saldi, queste vendite devono necessariamente rispondere ad alcune caratteristiche.

  • devono necessariamente svolgersi a fine stagione, quindi a conclusione del periodo autunno/inverno (gennaio/febbraio) e alla fine della primavera/estate (agosto/settembre);
  • è obbligatorio per gli esercenti esporre chiaramente sia il prezzo originale della merce, che il prezzo finale scontato. Il tutto accompagnato dalla relativa percentuale di sconto;
  • il negoziante è inoltre tenuto ad accettare il pagamento digitale.

Per quel che invece riguarda l’inizio e la durata dello svolgimento dei saldi, questo varia a seconda delle Regioni. Queste infatti possono decidere liberamente in base all’ Art. 15 comma 3 D. Lgs. Bersani n. 114 e ss. Il periodo dei saldi, però, dura quasi sempre all’incirca 60 giorni.

Saldi, vendite di liquidazione e vendite promozionali: c’è differenza?

Saldi, vendita di liquidazione, vendite promozionali: spesso c’è un po’ di confusione tra questi termini, tanto che spesso si fatica a capire a quale evento promozionale ci si trovi davanti. Quindi, quando si parla di vendita di liquidazione e di vendita promozionale, a cosa ci si riferisce?

Le vendite promozionali – al contrario dei saldi – non sono in alcun modo vendite vincolate: possono essere realizzate in qualsiasi periodo dell’anno, nonostante debbano durare solo per un periodo limitato di tempo. Purtroppo, la legislazione in merito – molto specifica invece per i saldi – è un po’ lacunosa in campo di vendite di liquidazione. Per questo motivo, sono le regioni stesse – in accordo con le organizzazioni locali dei consumatori e delle imprese del commercio – a darsi delle regole più precise circa la disciplina delle vendite promozionali, le modalità di svolgimento, sul periodo e la durata delle vendite di liquidazione e dei saldi e, infine, sull’adeguata pubblicità di informazione dei consumatori. In questo modo, le vendite promozionali potranno essere così distinte nettamente dai saldi.

Le vendite di liquidazione, invece, sono vendite che possono avvenire in qualunque periodo dell’anno al fine di vendere, in un lasso di tempo ridotto, i propri prodotti. Queste possono però essere organizzate soltanto in presenza di determinate condizioni, quali l’eventuale cessione dell’azienda, l’eventuale cessazione dell’attività commerciale, la trasformazione o rinnovo dei locali o il trasferimento dell’azienda in altro locale. Per svolgere una vendita di liquidazione in modo corretto, questa deve essere comunicata per tempo al Comune di competenza. Solo così si potrà verificare l’esistenza delle condizioni appena citate.

Un po’ di storia: i saldi dall’Italia fascista e del dopoguerra

In conclusione di questa disamina sulle caratteristiche dei saldi, è interessante anche conoscere qual è la storia dei saldi, dalla nascita a oggi.

Le prima leggi che hanno interessato le vendite promozionali sono state promulgate durante il periodo fascista. Risale infatti al 2 giugno 1939 una legge che per la prima volta introduce le categorie delle vendite “straordinarie” e “di liquidazione”.  Ambedue sono definite “forme di vendita al pubblico con le quali un commerciante cerca di esitare in breve tempo tutte le proprie merci o gran parte di esse, presentando al pubblico la vendita come occasione particolarmente favorevole”. Esattamente come accade oggi, i prezzi dovevano essere indicati chiaramente sulla merce e non potevano essere modificati durante il periodo della vendita straordinaria. Ma, a differenza del periodo attuale, il periodo dell’anno in cui fare le vendite straordinarie poteva essere scelto liberamente.

Alla caduta del Regime Fascista, tutti i poteri inerenti la materia che erano in mano alle Corporazioni vengono trasferiti alle Camere di commercio, industria e agricoltura e agli Uffici provinciali del commercio e dell’industria. In questo periodo, la disciplina delle vendite promozionali appare alquanto confusa.