Prezzi benzina e diesel, il Coronavirus fa crollare il petrolio: i vantaggi per i consumatori

Greggio ai minimi storici per un mix di fattori: quadro inquietante, ma per noi consumatori potrebbero arrivare tagli ai prezzi non indifferenti

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Tensioni geopolitiche, accordo Arabia Saudita-Russia andato in fumo, Borse che crollano e, soprattutto, Coranavirus. Il mix esplosivo di questi tre fattori, in una fase caratterizzata da una straordinaria imprevedibilità, che per i mercati diventa subito instabilità, piega anche il crollo del prezzo del petrolio.

Petrolio in caduta libera: cause e conseguenze

L’oro nero precipita, registrando minimi storici dal 1991 e sfiorando perdite di addirittura il 31%. L’epidemia da Coronavirus falcia l’economia globale: industrie ferme o rallentate, produzione a picco, compagnie aeree a terra. Ma non solo. A far crollare il prezzo del petrolio ci ha pensato anche la decisione dell’Arabia Saudita, che garantisce il 12% dell’estrazione mondiale, di tagliare di 6-8 dollari il prezzo al barile e aumentare la sua produzione a 10 milioni di barili al giorno.

Riad ha le riserve piene, gode quasi di una posizione di monopolio e potrebbe tenere in scacco per molto tempo la geopolitica mondiale. Non dimentichiamoci che tra il 1985 e il 1986 gli sceicchi spinsero al ribasso del 60% le quotazioni per arginare il boom dell’industria dell’estrazione Usa. E qualche anno dopo, durante un feroce scontro con il Venezuela, il prezzo del greggio è addirittura sceso sotto i 10 dollari.

In questo contesto rischiano tantissimo la Russia, la Nigeria, la Norvegia, il Messico, l’Iraq, tutte le economie più grandi che vivono di petrolio. Una situazione pericolosa, perché foriera di conseguenze imprevedibili.

Ma ci potrebbe essere anche un risvolto positivo, forse, per noi consumatori. Il crollo del prezzo del petrolio dovrebbe, in teoria, comportare una calo del prezzo di benzina e diesel in Italia di 15 centesimi al litro. Per non parlare delle bollette luce e gas e dei trasporti, più leggeri.

Gli effetti sul prezzo di benzina e gasolio

Il primo vantaggio rappresentato dal forte calo del petrolio, come suggerito anche da Codacons, potrebbe essere dunque la riduzione dei listini di benzina e gasolio alla pompa, che farebbe scendere la spesa degli italiani per i rifornimenti.

Il condizionale è d’obbligo, perché abbiamo già assistito in altri casi a crolli vigorosi del prezzo del greggio, non seguiti però da ritocchi significativi sui prezzi. Tuttavia, già oggi, 9 marzo, i prezzi della benzina Eni variavano da 1,013 a 1,199 euro al litro, quelli di Q8 stanno a 1,013 euro al litro, IP 1,013 euro al litro, Eni 1,013-1,199 euro al litro e TotalErg 1,013 euro al litro. Per il diesel , invece, si va dai 0,895 euro al litro di IP passando per 1,068 euro al litro di Esso, dagli 0,085 euro al litro di TotalErg ai 0,895-1,159 euro di Eni.

Gli effetti su bollette di luce, gas e trasporti

Sul medio periodo anche le bollette energetiche potrebbero risentire in modo positivo dell’andamento delle quotazioni petrolifere, con un calo delle tariffe per luce e gas nei prossimi mesi. Idem i trasporti, soprattutto quelli aerei, già messi in ginocchio dal Covid 19, ma anche quelli che viaggiano su gomma.

Vantaggi potrebbero arrivare anche per imprese e industrie, che dal crollo delle quotazioni del petrolio potrebbero registrare una contrazione dei costi a loro carico.

Gli effetti su imprese e famiglie

In questo delicato momento, sottolinea Codacons, il crollo del petrolio potrebbe portare enormi benefici all’economia italiana, attraverso un aumento dei redditi reali delle famiglie e dei profitti delle imprese. “Non si può certo gioire per le cause che hanno determinato il ribasso delle quotazioni, ma si possono trasformare gli effetti di una crisi in una opportunità per il Paese e per i settori maggiormente colpiti dall’emergenza in atto”.