Che cos’è la tecnica del fracking per estrarre petrolio

Il fracking è la tecnica per estrarre petrolio che piace agli Stati Uniti, ma comporta dei rischi

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Redazione

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Il fracking è il termine inglese utilizzato per indicare la tecnica di fratturazione idraulica: tale tecnica ha origine già nei primi del Novecento ed è tuttora controversa.

La tecnica del fracking viene utilizzata per estrarre gas naturale e petrolio dalle rocce di scisto, dette anche shale gas, ovvero rocce presenti nel sottosuolo e che si “fratturano” più facilmente.

Come funziona il fracking

La tecnica funziona tramite la pressione di liquidi inseriti nel terreno ed in grado di provocare lo sfaldamento degli strati rocciosi più profondi: da qui deriva il nome di “hydrofracking” o fratturazione idraulica. Funziona in particolar modo per il petrolio, perché ne consente un recupero più rapido. Talvolta l’uomo può utilizzare fessure naturali già presenti e le può allargare immettendo grandi quantitativi di acqua sotto pressione per poi mantenerle large tramite l’utilizzo di sabbia, terra e ghiaia. Più spesso le fratture sono artificiali e create tramite perforazione.

Il fracking prevede una prima fase di trivellazione: il pozzo viene perforato orizzontalmente a circa 3 mila metri di profondità. Il canale ottenuto viene rivestito di cemento: al suo interno vengono poi fatte saltare alcune cariche esplosive. In questo modo si creano dei fori che saranno utili al passaggio di gas e liquidi.
La seconda fase prevede il pompaggio: nel pozzo, vengono pompati nel terreno fino a 16 mila litri di liquidi sotto pressione al minuto, uniti ad agenti chimici di varia natura e sabbia. In questo modo si creano delle fratture nelle rocce e dalle fratture si liberano i gas che risalgono velocemente lungo il canale rivestito di cemento.
La terza fase prevede la raccolta dei gas o del petrolio estratto, immagazzinati e destinati alla raffinazione.

Quali sono i rischi del fracking

La tecnica della fratturazione è piuttosto controversa. Molto utilizzata negli Stati Uniti e in Canada, dove ha rivoluzionato il settore energetico, desta agli esperti alcune perplessità. Il primo problema evidenziato è l’enorme quantità di acqua che è necessario utilizzare, quantità che causa sprechi e costi ambientali non indifferenti.
Gli esperti hanno anche avanzato dubbi sull’utilizzo di sostanze chimiche potenzialmente dannose per la salute umana, che potrebbero contaminare le falde acquifere, intorno all’area di estrazione: si stima infatti che solamente l’80% del liquido iniettato nei fori torni in superficie, mentre il resto rimane nel sottosuolo.

In un rapporto diffuso nel 2011 dalla Camera degli Stati Uniti, tra le sostanze iniettate sono presenti naftalene, benzene, etilbenzene, piombo, diesel, formadeldeide, acido solforico, tiourea, cloruro di benzile, acido nitrilotriacetico, acrilamide, ossido di propilene, agenti tossici e considerati cancerogeni. In più sono presenti sostanze radioattive come isotopi di antimonio, cobalto, zirconio, lanthanio, rubidio, scandio, iridio, krypton. A riguardo, un’inchiesta del New York Times, ha rivelato che i livelli di radioattività rilevati nei pressi di alcuni pozzi in Pennsylvania sono 1.500 volte superiori a quelli contemplati dalla legge.

Il terzo dubbio avanzato riguarda la possibilità che ci sia una correlazione tra il fracking e il verificarsi di scosse di lieve entità. Il 6 novembre 2011 si verificò ad esempio un terremoto di magnitudo 5,7 nello stato americano dell’Oklahoma, proprio dopo che un impianto aveva iniettato acqua ad alta pressione nel sottosuolo.

Perché piace alle compagnie petrolifere e ai governi

Nonostante i dubbi espressi dagli esperti, il fracking piace alle compagnie petrolifere e ai governi, in particolare Stati Uniti e Canada. Le compagnie hanno trovato una tecnica che aumenta la resa dell’estrazione e abbassa i costi di produzione, mentre i governi vedono nel fracking una tecnica che fa crescere la produzione energetica interna e riduce la dipendenza da paesi terzi. Secondo alcune previsioni, il fracking potrebbe permettere all’America del Nord di raggiungere l’autosufficienza energetica, eliminando anche la domanda di fonti più inquinanti come il carbone.

Fracking e normativa

Il gas di scisto è presente negli Stati Uniti e in Canada, dove il fracking è molto praticato. In Europa, si trova soprattutto nei paesi orientali, Balcani, Polonia e parte della Germania. Ci sono anche alcuni giacimenti in Spagna e in Italia. Se però sono presenti pozzi già attivi in Ucraina e nel Regno Unito, in Europa il fracking è vietato dalla legge nella maggior parte dei paesi.

In Italia, la commissione Ambiente della Camera dei Deputati ha approvato una risoluzione che esclude ogni attività legata al fracking, secondo il principio di precauzione, dati ancora i numerosi dubbi sulle conseguenze ambientali di questa forma di estrazione di gas e petrolio.