Perché si parla di beffa del teleriscaldamento

In Italia, il costo del teleriscaldamento è un problema nazionale e diversi Comuni e associazioni si stanno muovendo per chiedere un intervento del Governo

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

I rincari del servizio di teleriscaldamento stanno scatenando proteste in diverse città italiane. I singoli esercenti sono gli unici gestori di reti dalle quali è difficile staccarsi, il che fa aumentare il prezzo anche in quelle città in cui il 70% del calore proviene da un termovalorizzatore di rifiuti, come ad esempio a Brescia. Danilo Scaramella di Legambiente avverte che “servono regole nazionali, paghiamo il calore dei rifiuti come fosse prodotto col gas o l’elettrico”. I sindaci di Torino, Milano, Brescia e Varese hanno rivolto un appello al governo, ma ad oggi rimane inascoltato.

L’aumento dei prezzi

Il teleriscaldamento è un servizio che dovrebbe essere conveniente per i consumatori, ma che invece sta mettendo in difficoltà molte famiglie con costi elevati. In alcune città italiane, come Torino, i comitati degli inquilini stanno protestando e minacciano di presentare esposti in procura contro il gestore locale. Se i prezzi del gas e dell’energia elettrica continuano ad aumentare, molte famiglie e aziende non saranno in grado di pagare le bollette, con conseguenze negative per l’economia.

Una beffa per gli utenti

Le reti di teleriscaldamento nelle proprie tubature, anziché portare gas, trasportano acqua calda o vapore per distribuire calore agli edifici che sono collegati alla rete. Questi vantano una migliore efficienza e un risparmio energetico, dovuto anche al fatto che hanno la possibilità di utilizzare fonti energetiche rinnovabili. Per questo motivo sono diventati un vero e proprio paradosso. Hanno ricevuto incentivi nazionali ed europei e altri verranno introdotti grazie al Pnrr. Sulla carta rappresentano un grande vantaggio economico per gli utenti, ma di fatto stanno vedendo un grande aumento delle tariffe.

I sindaci di Milano, Brescia, Varese e Torino hanno chiesto al governo di intervenire, ma finora non hanno ricevuto risposta. Le associazioni dei consumatori stanno monitorando la situazione e hanno chiesto agli utenti di segnalare eventuali aumenti delle tariffe.

Un salasso per le famiglie

I pensionati e le famiglie monoreddito di Le Vallette sono in difficoltà: le loro bollette triplicate non sono sostenibili e non sanno come pagare. I residenti si sono organizzati, hanno raccolto firme e creato comitati contro gli aumenti del gestore Iren, ma senza successo. La Stampa ha raccolto testimonianze di chi in un anno ha visto la bolletta passare da 50 euro a 140. In generale, dal primo trimestre 2021 a quello in corso le tariffe a Torino sono passate da 0,072 euro a kilowattora (kWh) a 0,189 euro, crescendo di 2,6 volte. Un salasso per chi riceve 500 euro di pensione. E infatti c’è chi è già in arretrato e chi rateizza. Gli aumenti sul teleriscaldamento sono iniziati già nel 2021 e a gennaio 2022 la famiglia tipo è arrivata a 476 euro contro i 226 dell’anno precedente. Chi si riscalda con l’impianto a gas spendeva un po’ di più l’anno scorso, 250 euro mediamente, ma il pur consistente rincaro è arrivato a 440 euro, con il paradosso che il più efficiente teleriscaldamento conviene meno della caldaia a gas.

Una petizione contro il caro energia

A Brescia, il 70% del calore immesso in rete viene dai rifiuti termovalorizzati. Eppure, anche qui, i residenti hanno visto raddoppiare le bollette. Grazie a una petizione al comune, la tariffa è stata bloccata da parte del gestore A2A fino al 31 dicembre. Danilo Scaramella, presidente di Legambiente Brescia, spiega che, a conti fatti, stiamo pagando l’energia prodotta dai rifiuti come se fosse prodotta col gas naturale o l’energia elettrica.

La regolamentazione dei prezzi

Il problema del calore a Brescia non è una questione semplice. I prezzi dell’energia elettrica sono aumentati vertiginosamente, rendendo il teleriscaldamento un servizio molto costoso. Legambiente chiede uno sconto sul prezzo del gas per i prossimi anni e una revisione dell’algoritmo che lega il calore prodotto da fonti fossili al prezzo del gas naturale.

Soluzioni alternative

Nonostante l’aumento dei prezzi del gas, l’utenza può ancora valutare altre offerte. Tuttavia, passare ad un’altra tecnologia, come un impianto a gas, può essere difficile a causa dei costi dello switch off. L’Autorità di regolazione per l’energia sta cercando di trovare una soluzione che sia più conveniente per i consumatori.

La richiesta dei sindaci

I sindaci di Milano e Brescia hanno scritto al Governo per chiedere maggiori tutele per gli utenti di teleriscaldamento. A causa dell’esclusione dagli sgravi introdotti dal governo sull’elettricità e sul gas naturale, i teleriscaldati rischiano di dover affrontare aumenti significativi delle bollette. I sindaci chiedono che il teleriscaldamento sia reso più conveniente, al fine di evitare che le famiglie e le imprese vengano penalizzate.