Cassa integrazione, cosa fare se si è inserito l’IBAN errato

L'INPS ha provveduto a spiegare quale sia la nuova procedura semplificata da adottare nel caso sia stato commesso un errore nella richiesta

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Non ci sono solo i ritardi delle Regioni o degli uffici territoriali dell’INPS, a complicare la vita di chi è rimasto senza lavoro ed è in attesa di ricevere i pagamenti della cassa integrazione. Ma ci si mettono anche alcuni errori in fase di compilazione delle domande. Così, l’Istituto di previdenza è stato costretto a correre ai ripari, pubblicando sul proprio sito web il messaggio 1904/2020, con il quale ha spiegato cosa fare se ci si trova in questa particolare situazione.

Nello specifico, in fase di liquidazione l’INPS ha notato che in alcuni casi il codice fiscale del richiedente non corrisponde con il codice fiscale dell’intestatario del conto corrente sul quale dovrebbe essere accreditato il sussidio. Un errore che comporta, per l’Istituto Nazionale Previdenza Sociale, l’impossibilità a completare la transazione. Ciò vuol dire che, nonostante la domanda sia stata accolta e processata correttamente, il lavoratore non riceverà l’accredito della cassa integrazione che, almeno in linea teorica, gli spetterebbe.

Codice IBAN errato, le indicazioni dell’INPS per il pagamento della CIG

I problemi più comuni, si legge all’interno del messaggio dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, sono legati alla mancata corrispondenza tra l’intestatario del conto su cui accreditare il sussidio e il lavoratore che dovrebbe usufruire dello stesso o errori nella trascrizione dell’IBAN. Così, quando i sistemi automatizzati INPS provano a effettuare il pagamento della CIG ricevono un messaggio d’errore e non riescono a proseguire. Il calcolo del codice IBAN è molto semplice e può essere effettuato anche quando non si è muniti delle cifre che identificano il conto bancario.

In una situazione di normalità, il lavoratore sarebbe costretto a fare da capo la domanda, chiedendo il supporto dell’azienda presso cui si è dipendenti o del professionista che ha inoltrato la domanda. Vista la situazione emergenziale, però, l’INPS ha previsto una procedura semplificata, che aiuti gli inoccupati a ricevere il sussidio nel minor tempo possibile.

In caso di errore, l’operatore INPS dovrà procedere alla variazione della modalità di pagamento, provvedendo alla domiciliazione postale del sussidio. Questo vuol dire che l’importo verrà accreditato presso i conti correnti di Poste Italiane, che si occuperà di avvisare il destinatario della somma con una raccomandata a casa (l’indirizzo di residenza verrà fornito direttamente dal datore di lavoro). Una volta ricevuta la comunicazione a casa, il lavoratore potrà recarsi presso un qualsiasi ufficio postale in Italia dotato di un documento di riconoscimento in corso di validità per ritirare la somma dovuta.

Per quanto riguarda i pagamenti successivi, il lavoratore avrà comunque la possibilità di avvalersi dell’accredito sul conto corrente, nel caso in cui gli strumenti di riscossione dovessero risultare a lui intestati o cointestati.

Pagamento CIG in ritardo, cosa fare se non si ricevono comunicazioni

Cosa fare, invece, se non si riceve comunicazione di alcun tipo, né dall’INPS né dalle Poste Italiane? Il lavoratore dovrà verificare lo stato del pagamento dal suo fascicolo previdenziale. Dovrà dunque accedere all’area personale del sito INPS con il codice PIN o lo SPID personale, entrare nell’area “Fascicolo previdenziale del cittadino” e poi dentro “Riepilogo pagamenti”.