Conti correnti, italiani in fuga: risparmi prelevati e investiti altrove

Cosa sta accadendo ai conti correnti? Gli italiani stanno dando un segnale alle banche: ecco i due motivi principali della fuga in atto da mesi

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Qualcosa sta cambiando in maniera rapida e drastica sul fronte dei conti correnti. Dati alla mano, infatti, si registra una crescente diffidenza da parte dei risparmiatori italiani nei confronti delle banche.

Le statistiche citate da Il Giornale spingono a una riflessione e di certo, in potenza, indicano una via che potrebbe generare un cambio di rotta rispetto all’attuale sistema. Non è di certo qualcosa di “regolare” il prelievo di ben 71 miliardi di euro in appena sei mesi da parte dei cittadini. Una pioggia di contante non più digitalizzato e ben stipato dagli istituti di credito. Ecco le cause e le prospettive in tal senso.

Conti correnti: i dubbi degli italiani

La consistenza dei depositi dei conti correnti bancari è calata del 3.4%. Il 31 dicembre era di 2.065 miliardi di euro, mentre il 30 giugno si mostrava a quota 1.994 miliardi. Una statistica ottenuta calcolando il saldo tra quelli che sono stati i soldi reinvestiti nei conti di deposito, 50 miliardi di euro, e la somma prelevata, uscita e non tornata, 121 miliardi.

A fornire i dati non è il quotidiano, che li ripropone, bensì il Centro studi di Unimpresa, che garantisce una particolare fotografia della condizione bancaria in Italia attualmente. La prima analisi, più semplice ma non per questo meno aderente alla situazione odierna, conduce a puntare il dito contro l’inflazione. L’impatto sulle capacità economiche degli italiani è enorme.

La spesa è aumentata enormemente, al di là degli interventi provvisori che il governo di Giorgia Meloni può attuare, e con essa svariati servizi, come il carburante. Se è vero che è possibile tentare di risparmiare il più possibile sulla spesa, a partire dalla scelta dei prodotti e del tipo di supermercato. Se è vero che è possibile trovare alternative, in alcune situazioni almeno, all’auto. Non si può sfuggire all’aumento delle rate del mutuo a tasso variabile, che rappresenta un problema enorme per l’intero Paese.

Un insieme di condizioni che hanno costretto numerose famiglie con reddito medio-basso a ricorrere a quello che può essere considerato il cuscinetto bancario, ovvero i propri risparmi. Al fine di far tornare i conti, si sacrifica il domani, rappresentato da quanto messo da parte, per il quotidiano, che risulta sempre più incerto.

L’aumento dei tassi

Generalmente differente il discorso per quanto riguarda le famiglie con reddito medio-alto. A pesare maggiormente è infatti l’aumento dei tassi, il che ha avuto un’ovvia ricaduta sui rendimenti dei titoli di Stato e bond.

Per questo motivo in molti hanno scelto di prelevare numerose risorse economiche dai conti correnti, che vantano una remunerazione pari a zero, per spostarli prevalentemente su strumenti finanziari come i Btp, con rendita di circa il 4%.

È Intesa Sanpaolo a evidenziare il processo. L’istituto bancario spiega come nel corso degli ultimi dieci anni si sia assistito a una generale crescita. A partire da febbraio, però, i depositi delle famiglie italiane sono andati in netto calo, dopo averne registrato uno in merito ai depositi delle imprese nell’ultima parte del 2022.

“L’andamento risente dei deflussi causati dall’uso di riserve di liquidità e dalla diversificazione dei risparmi verso titoli governativi e obbligazioni”. Il risultato? Nel corso dei prossimi mesi potremmo assistere a dei cambiamenti sul fronte dei rendimenti dei conti correnti. Bbva, ad esempio, ci ha già pensato ed è passata dal 2 al 4%.