Cosa sappiamo sul nuovo vaccino bivalente

Mentre si parla di quarta dose e possibile richiamo per over 50, il Covid continua ad essere una minaccia, così si fa sempre più strada l'ipotesi di un vaccino bivalente

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Redazione

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La tecnologia mRNA dei vaccini Covid potrebbe essere usata anche contro l’influenza, così, mentre si parla di quarta dose e di un possibile richiamo per gli over 50 (qui le ultime indicazioni del ministero della Salute), gli esperti stanno valutando la possibilità di passare, già dal prossimo autunno, alla somministrazione di un nuovo vaccino bivalente.

Cosa sappiamo del nuovo vaccino bivalente contro il Covid e l’influenza

Nonostante la fine dello stato di emergenza, e il progressivo ma definitivo abbandono delle restrizioni, continuano a registrarsi contagi Covid e la curva pandemica non smette di preoccupare in Italia. Siamo lontani da un possibile ritorno alla chiusura completa delle attività (anche se c’è già una nazione in lockdown, uno dei più grandi dall’inizio della pandemia), ma il ministro della salute Roberto Speranza ha rimandato a dopo Pasqua la decisione se abbandonare o meno l’uso delle protezioni di sicurezza al chiuso (qui il calendario delle riaperture).

La strategia vincente, comunque, continua a essere la campagna vaccinale. Anche se il numero dei positivi cresce, infatti, le terapie intensive reggono e gli ospedali non rischiano il collasso come avvenuto nel marzo 2020. Per questo motivo, come e con chi procedere con la somministrazione di una quarta dose del vaccino è oggi l’argomento di punta, una questione su cui le autorità sanitarie si stanno confrontando.

Quello che sappiamo, al momento, è che si sta prendendo in considerazione l’ipotesi di procedere, già dal prossimo autunno, con la somministrazione di un nuovo vaccino bivalente, contenente due ceppi Covid (l’originario rivelato a Wuhan e la variante Omicron, che è la più diffusa) e l’aggiunta dell’antinfluenzale.

Gli attuali vaccini antinfluenzali che utilizzano agenti patogeni indeboliti o inattivati sono efficaci solo dal 40 al 60% circa contro le infezioni causate dal virus. Ma gli scienziati sperano che i colpi a base di mRNA – che attivano una risposta immunitaria stimolando le cellule a produrre proteine ​​spike influenzali – possano offrire una maggiore protezione.

Moderna sta già lavorando sul primo vaccino antinfluenzale mRNA

È presto per dire se sarà il primo vaccino bivalente disponibile sul mercato, ma Moderna lunedì 11 marzo ha confermato di aver iniziato le sperimentazioni cliniche per un vaccino antinfluenzale che utilizza la stessa tecnologia mRNA utilizzata nei vaccini anti Covid.

L’azienda ha affermato che una singola dose sarà somministrata a 560 partecipanti, che saranno quindi monitorati per analizzare l’insorgenza di possibili effetti collaterali. Lo scopo, però, è quello di rilevare quanto la risposta immunitaria sia efficace contro l’influenza stagionale, a partire dagli studi di Fase 1/2.

I colpi (soprannominati mRNA-1020 e mRNA-1030) sono stati progettati per colpire diversi ceppi influenzali, incluso il tipo H1N1 noto per essere causa di origine pandemica. Sono il secondo e il terzo vaccino antinfluenzale a base di mRNA di Moderna ad entrare negli studi clinici e gli unici a prendere di mira due tipi di proteina spike, che il virus usa per aggredire le cellule e proliferare, aggravando la salute del paziente positivo.

In generale, i produttori di vaccini stanno davvero facendo una corsa contro il tempo per sviluppare un vaccino antinfluenzale a base di mRNA, dopo aver avuto i primi feedback di conferma su efficacia e possibilità di riuscita.