Preoccupa in Italia la morte per virus H1N1 di due italiani, entrambi ricoverati all’ospedale di San Bortolo di Vicenza. Dopo la prima vittima di 55 anni domenica 7 gennaio, lunedì 8 è stato confermato il secondo decesso, un altro uomo di 47 anni. Nel caso delle due vittime per la cosiddetta “influenza suina“, si tratta in entrambi i casi di pazienti con patologie pregresse, e che non si erano sottoposti a vaccinazione anti-influenzale, nonostante il Ministero della Salute lo raccomandi proprio in particolare a soggetti affetti da malattie.
Attualmente ci sono altri altri 4 pazienti in gravi condizioni nel reparto di rianimazione di Vicenza, tutti in pericolo di vita, secondo quanto trapela dall’ospedale: la paziente considerata più grave è una donna sottoposta a circolazione extracorporea, una procedura che prevede il prelievo, la filtrazione e l’ossigenazione del sangue per poi reinserirlo nel corpo.
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I casi di influenza H1N1 a Vicenza: cosa sappiamo
Il primario della terapia intensiva del San Bortolo, dott. Vinicio Danzi, ha espresso profonda preoccupazione, parlando di situazione complessa e impegnativa. “Personalmente è la prima volta che vedo arrivare così tanti casi critici di A/H1N1 in rianimazione” ha detto. E il picco non è ancora arrivato, visto che è atteso per metà mese o appena dopo. Scenario decisamente non roseo se pensiamo che i pronto soccorso si dichiarano full da settimane, e diversi ospedali hanno iniziato a rinviare visite, esami ed interventi chirurgici, per poter gestire questa nuova emergenza stagionale.
L’unica arma che abbiamo davvero a disposizione per proteggerci contro l’influenza è la vaccinazione: “L’unico modo per sconfiggere questa infezione virale è vaccinarsi, basta essere vaccinati per l’influenza, un siero che copre anche la variante suina”.
Resta da capire se sia rilevante o meno che i due casi siano entrambi avvenuti a Vicenza e se esista una correlazione con il luogo di provenienza: entrambe le vittime morte per il virus dell’influenza H1N1 infatti provenivano dalla stessa area vicentina, in particolare da quella occidentale di Arzignano.
Casi anche in Ogliastra, Sardegna
Ma anche in Sardegna, in Ogliastra per la precisione, due pazienti si trovano al momento in terapia intensiva e altri tre ricoverati nel reparto di Medicina dell’ospedale Nostra Signora della Mercede di Lanusei. Le condizioni dei due pazienti sono gravi. Uno di Bari Sardo, 60 anni, e l’altro di 45, di Tertenia, sono intubati. Secondo quanto riporta l’Unione sarda, in particolare il quadro clinico di quest’ultimo è giudicato piuttosto critico.
L’Asl Ogliastra dal canto suo precisa che “in Ogliastra, al momento, non esiste alcun allarme legato all’influenza: l’azienda mantiene comunque la massima attenzione sul fenomeno”.
Regione Veneto: “Definizione impropria di influenza suina“
Riguardo ai casi a Vicenza, la Regione Veneto ha diffuso una nota ufficiale in cui parla di “definizione impropria di influenza suina“. L’influenza di questa stagione è caratterizzata dalla circolazione del virus H1N1 pdm09 (Pandemic disease Mexico 2009): si tratta del virus influenzale che circola in modo diffuso in tutte le stagioni influenzali dal 2009, chiarisce il comunicato stampa.
“Chiamarlo virus da ‘influenza suina’ è un retaggio mediatico che fa pensare a un virus non stagionale. Non esiste, al momento, alcun nuovo caso di ‘influenza suina’, bensì contagi da virus H1N1, alla base della ‘normale’ ondata influenzale che sta coinvolgendo ampie porzioni di popolazione”.
Ogni anno – prosegue il documento – i virus respiratori determinano un aumento dei ricoveri e della mortalità nel periodo di circolazione. Dati che, allo stato attuale, sono in linea con le stagioni influenzali del periodo pre-pandemico, spiega la giunta di Zaia. “Il recente report dell’Oms conferma infatti che la mortalità è sovrapponibile a quella precedente al periodo della pandemia Covid. Rimane in ogni caso importante la sorveglianza attraverso i medici di medicina generale e pediatri e la sorveglianza ospedaliera”.
I sintomi dell’influenza e i campanelli d’allarme da non sottovalutare
Come chiarisce l’Istituto Superiore di sanità, l’attuale virus influenzale A/H1N1 è un nuovo sottotipo di virus di influenza umana che contiene geni di virus aviari, suini e umani in una combinazione che non era mai stata osservata prima, in nessuna area del mondo. I nuovi virus sono spesso il risultato di un riassortimento di geni provenienti da altri virus, il cosiddetto scambio di geni. Questo virus A/H1N1 è il risultato di una combinazione di due virus dell’influenza suina che contenevano geni di origine aviaria e umana. Non c’è alcuna prova che questo riassortimento sia avvenuto in Messico, precisa l’ISS.
I sintomi dell’influenza che circola ora in Italia sono in particolare naso che cola, mal di gola, tosse, febbre, malessere e stanchezza. Altri possibili sintomi sono dolori fisici, in particolare muscolari, mal di testa, brividi, affaticamento, vomito o diarrea, “sintomi non tipici dell’influenza ma riportati in alcuni dei recenti casi di infezione da virus di influenza suina” precisa l’ISS.
In alcuni casi possono insorgere difficoltà respiratorie come respiro affannoso, che rappresentano un campanello d’allarme. Questo può capitare quando l’influenza colpisce le basse vie respiratorie e genera una polmonite influenzale.
“L’unica vera misura efficace per prevenire l’influenza o per prevenirne le forme gravi – rimarcano anche dall’Asl Ogliastra – è rappresentata dalla vaccinazione antinfluenzale. La vaccinazione è raccomandata in qualsiasi momento, anche in una fase avanzata della stagione influenzale. Per prevenire il contagio è importante osservare una buona igiene respiratoria e il lavaggio regolare delle mani”.
Il virus si può contrarre nello stesso modo in cui si prende l’influenza stagionale. Si diffonde da persona a persona tramite le goccioline contenute negli sternuti o nei colpi di tosse di una persona infetta.
Vaccino anti-influenzale: chi deve farlo e come funziona
Questo ceppo influenzale è contenuto nel vaccino, disponibile gratuitamente per i soggetti a rischio e per tutte le categorie indicate dal ministero, e comunque suggerito a tutti, anche se a pagamento (il costo in farmacia si aggira tra i 18 e i 34 euro circa): la vaccinazione è quindi assolutamente consigliata, anche ad un pubblico più ampio. È in genere sufficiente un’unica dose, a inizio stagione, indicativamente tra metà e fine novembre.
Il vaccino antinfluenzale è raccomandato per tutti i soggetti a partire dai 6 mesi di età che non abbiano controindicazioni al vaccino. Nel caso dei bambini con meno di 9 anni di età e mai vaccinati in precedenza contro l’influenza deve essere somministrata una seconda dose dopo un intervallo di tempo di almeno 4 settimane.
I vaccini iniziano a proteggere circa 2 settimane dopo la loro somministrazione. La protezione immunitaria in un soggetto sano dura circa 6-8 mesi.
Come chiarisce ancora la Regione Veneto nella sua nota, rimane importante l’uso di mascherine nel caso di contagio (ricordiamo che proprio alcuni giorni fa è arrivata la proroga che le mantiene obbligatorie in determinati casi fino al 30 giugno 2024), e negli episodi più gravi un eventuale terapia tempestiva con antivirali soprattutto, nei soggetti con condizioni di rischio, ma solo dopo attenta valutazione medica.
Bassetti: “Abbiamo vaccinato poco”
Per Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, è tutta colpa della scarsa vaccinazione. “L’influenza H1N1 è quella che ha circolato più frequentemente in Italia quest’anno, si chiama ‘suina’ perché nel 2009 ci fu una pandemia con numerosi casi e diversi morti nel mondo” spiega all’Adnkronos Salute.
“È una forma di influenza A che conosciamo bene e ogni anno ci sono dei decessi. Nulla di nuovo all’orizzonte, purtroppo abbiamo vaccinato poco quest’anno. La campagna vaccinale è stata disastrosa e questi sono i risultati, insieme ad una bassissima copertura per il Covid (qui i nuovi sintomi più diffusi oggi). Sappiamo che i vaccini evitano le forme gravi dell’influenza, purtroppo quando ci sono queste forme così virulente che colpiscono anche soggetti giovani ci si ricorda dell’importanza dei vaccini”.
I due decessi per l’influenza H1N1 all’ospedale di Vicenza “ci ricordano quella che è la storia dell’influenza, che nel 95% dei casi non è una malattia grave dalle conseguenze letali ma c’è un percentuale della popolazione che invece rischia di più” rimarca all’Adnkronos Salute Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit, la Società italiana delle malattie infettive e tropicali.
“Abbiamo detto sempre i fragili, gli anziani e gli immunodepressi, ma raramente può essere letale anche per i più giovani e sani. Oggi l’80% dei casi di influenza in Italia è proprio H1N1 e non abbiamo, purtroppo, vaccinato bene”. Fortunatamente c’è ancora tempo per fare il vaccino: “Vediamo proprio da questi casi di cronaca quanto possa essere determinante essere immunizzati” conclude.