Psiche, stress e stili di vita impropri: un adolescente su due a rischio entro il 2030

Più di un miliardo di adolescenti vivono in paesi in cui problemi di salute prevenibili e curabili rappresentare una minaccia quotidiana per la salute, il benessere e le opportunità di vita

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Federico Mereta

Giornalista scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica. Raccontare la scienza e la salute è la sua passione, perché crede che la conoscenza sia alla base di ogni nostra scelta. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Pubblicato: 26 Maggio 2025 15:26

La seconda Commissione Lancet, attraverso una pubblicazione sulla rivista omonima, lancia un allarme. Se non facciamo qualcosa in termini di educazione, informazione ed attenzione alla salute attraverso un’azione mirata, entro il 2030 più della metà degli adolescenti (oltre un miliardo nel mondo) potrebbe trovarsi in Paesi a rischio per il benessere psicofisico, stando a quanto emerge da diversi indicatori, come la salute mentale e il sovrappeso legato alla cattiva alimentazione e alla scarsa attività fisica.

I numeri preoccupano

L’analisi utilizza i dati dello studio Global Burden of Disease del 2021. La Commissione stima che quasi 1,1 miliardi di adolescenti vivano in paesi in cui problemi di salute prevenibili e curabili come HIV/AIDS, gravidanze precoci, rapporti sessuali non protetti, depressione, cattiva alimentazione e infortuni continuano a rappresentare una minaccia quotidiana per la loro salute, il loro benessere e le loro opportunità di vita. Questo dato si confronta con poco meno di 1 miliardo di adolescenti che vivevano in paesi multi-burden (cioè con le caratteristiche succitate) nel 2016.
Insomma: si rileva una carenza di progressi nell’affrontare la salute degli adolescenti. Nuove proiezioni suggeriscono che, senza volontà politica, iniziative politiche e finanziamenti. Nonostante gli investimenti, nel 2030 ci saranno ancora più di 1 miliardo di adolescenti che vivono in paesi con molteplici oneri.

Rispetto al rapporto pubblicato nel 2016, dieci anni fa, la Commissione analizzando i dati su giovani di oltre 36 Paesi mette in fila cosa è migliorato e cosa invece sta andando peggio. Con risultati che certo non invitano all’ottimismo, anche in termini di disomogenità per la salute pubblica. In genere, infatti, si è assistito ad un calo per fumo e consumo di alcol con un miglioramento nella partecipazione ai percorsi educativi, in particolare per le ragazze. Ma sono in crescita le patologie legate all’obesità e i problemi come ansia e depressione, praticamente in tutto il mondo. Andando più in analisi si scopre che gli adolescenti nei Paesi a basso e medio reddito rappresentano oltre un quarto della popolazione e sopportano una quota sproporzionata del carico globale di malattie (9,1%), eppure ricevono solo il 2,4% degli aiuti globali allo sviluppo.

Attenzione a psiche, anemia e sovrappeso

Sia chiaro. Il quadro a tinte fosche disegnato dalle stime per il futuro lascia spazio anche a qualche osservazione positiva. In particolare, rispetto all’analisi apparsa dieci anni orsono, vanno segnalati i miglioramenti globali nell’istruzione e nella riduzione dei tassi globali di fumo e consumo di alcol, pur nella bufera legata all’impatto della pandemia Covid.

Ma ci sono ancora aspetti che presentano ampi margini di miglioramento, anche in aree apparentemente poco “sospettabili”. Pensate in questo senso al rischio di anemia. Stando a quanto riporta la Commissione stima poco meno di una giovane su tre potrebbe avere deficit di emoglobina rispetto ai fabbisogni entro i prossimi cinque anni, con potenziali impatti sia sul fisico che sulle capacità cognitive. L’anemia può causare affaticamento, ostacolare la crescita e lo sviluppo cognitivo e, in casi estremi, portare anche a danni a diversi organi per la cronica carenza di ossigeno.

Capitolo salute mentale. Prosegue il trend negativo degli ultimi decenni, con l’impatto davvero pesante legato alla pandemia da Covid-19 e alla rarefazione dei rapporti sociali, che ha ulteriormente influito sulla situazione. Le stime della Commissione indicano che per il 2030 42 milioni di anni di vita sana andranno persi a causa di disturbi mentali o suicidio (2 milioni in più rispetto al 2015). Ulteriori proiezioni indicano che un terzo degli adolescenti nei paesi ad alto reddito, in America Latina e in Medio Oriente sarà sovrappeso entro il 2030, il che evidenzia le carenze nella lotta all’obesità in questa fascia d’età. Nel 2030, la Commissione stima che 464 milioni di adolescenti a livello globale saranno sovrappeso o obesi (143 milioni in più rispetto al 2015).

Un approccio One Health

Oltre a questi aspetti, gli esperti indicano possibili nuove minacce significative per la salute degli adolescenti, legate a situazioni come il cambiamento climatico e il percorso verso un mondo più digitale. In particolare si segnala come gli adolescenti di oggi siano la prima generazione che vivrà per tutta la vita con una temperatura globale media annua costantemente superiore di 0,5 gradi rispetto ai livelli preindustriali. Entro il 2100, 1,9 miliardi di adolescenti vivranno in un mondo che si prevede si riscalderà di circa 2,8 gradi rispetto ai livelli preindustriali, con conseguenti rischi catastrofici per la loro salute, come malattie legate al caldo, riduzione della qualità e della disponibilità di cibo e acqua e un aumento dei problemi di salute mentale correlati agli eventi climatici.

La Commissione ha avviato una nuova revisione sistematica per identificare l’impatto del cambiamento climatico sulla salute mentale degli adolescenti. La revisione ha rilevato che sia i disastri climatici a rapida azione, come gli uragani, sia gli effetti più lenti, come l’insicurezza alimentare cronica, contribuiscono a disturbi di salute mentale negli adolescenti, come il disturbo da stress post-traumatico, l’ansia e la depressione.

Oltre a segnalare l’importanza di prestare attenzione ad un approccio One Health, la Commissione segnala come  la transizione digitale offra agli adolescenti nuove opportunità di interazione sociale, istruzione, occupazione e promozione della salute. Ma mette anche in guardia: molte esperienze sociali ed emotive chiave avvengono online e non più attraverso contatti diretti possono influire sul futuro. Insomma. Sebbene l’impatto del mondo digitale, in particolare dei social media, sulla salute mentale degli adolescenti rimanga ampiamente dibattuto e con limitate evidenze causali, è necessario ricordare quanto è importante proteggere i giovani su questo fronte, cercando di prevenire eventuali danni legati all’eccesso dell’impiego dei sistemi di rapporto virtuale o alla  limitazione eccessiva dell’accesso digitale.

Le indicazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a scopo informativo e divulgativo e non intendono in alcun modo sostituire la consulenza medica con figure professionali specializzate. Si raccomanda quindi di rivolgersi al proprio medico curante prima di mettere in pratica qualsiasi indicazione riportata e/o per la prescrizione di terapie personalizzate.