Un politico italiano ha dato in beneficienza lo stipendio

La storia di Ismaele La Vardera, deputato all’Assemblea Regionale Siciliana ed ex volto noto de Le Iene, ha riacceso i riflettori sui compensi degli eletti

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Federico Casanova

Giornalista politico-economico

Giornalista professionista specializzato in tematiche politiche, economiche e di cronaca giudiziaria. Organizza eventi, presentazioni e rassegne di incontri in tutta Italia.

Nell’Italia in cui i cittadini si sentono sempre più distanti dalla politica, dove i rappresentanti delle istituzioni hanno scavato un solco difficilmente colmabile fra il popolo e il palazzo, c’è una storia che ha richiamato l’attenzione dell’opinione pubblica per il segnale in controtendenza che ha saputo lanciare il suo protagonista. Una vicenda in cui l’ennesimo privilegio ottenuto dalla classe dirigente si trasforma in uno strumento per aiutare la società a combattere una delle piaghe più atroci degli ultimi decenni, ossia quella della tossicodipendenza.

La storia di Giulio Zavatteri e lo stipendio del politico devoluto alla lotta contro la tossicodipendenza

In un sistema in cui i beni confiscati alla criminalità organizzata tornano nelle mani di aziende colluse con la mafia, in cui ogni bonus deciso dallo Stato viene preso d’assalto da centinaia di furbetti e malfattori, anche un gesto semplice ma di grande valore come quello di Ismaele La Vardera – deputato dell’Assemblea Regionale Siciliana (Ars) – viene visto con diffidenza e sospetto. Quasi come se non potesse esistere che un politico devolve parte del proprio compenso per una buona causa.

Tutto è partito da una lettera ricevuta dal parlamentare siciliano – con un passato televisivo come inviato della trasmissione Le Iene – e inviata dal signor Vincenzo Zavatteri, cittadino di Palermo:

Il 15 settembre dell’anno scorso mio fratello Giulio è venuto a mancare a causa di un’overdose. Aveva solo 19 anni ed è stato trovato senza vita da mio padre nella sua stanza. Da quel giorno abbiamo deciso di raccontare la sua storia per sensibilizzare la città sulla dilagante piaga del crack tra noi ragazzi, in modo che a nessuno possa più capitare quello che è successo a Giulio.

Un dramma che si trasforma in forza di volontà, sofferenza e dolore che diventano voglia di lottare. Un desiderio di raccontare quanto accaduto, anche a costo di dedicarci anima e corpo:

Qualche giorno dopo la morte di mio fratello, mio padre ha fondato l’associazione ‘La Casa di Giulio’ assieme ad alcuni amici. Il gruppo si pone come obiettivo la realizzazione di un centro di accoglienza a bassa soglia per il contrasto del disagio giovanile e delle tossicodipendenze. Giulio continuerà a vivere non solo nel ricordo della nostra famiglia, ma anche in tutte le attività de ‘La Casa di Giulio’, che vuole essere il ristoro, il rifugio e la salvezza di tanti giovani.

Chi è Ismaele La Vardera, che ha donato il proprio compenso da deputato per una giusta causa

Nel giro di qualche ora Ismaele La Vardera si mette in contatto con l’associazione e decide di devolvere a La Casa di Giulio parte del proprio stipendio come deputato dell’Ars (un po’ più alto rispetto alla media dei colleghi, ma più basso dei parlamentari, in quanto ricopre anche il ruolo di vicepresidente della Commissione regionale antimafia).

Rovistando fra i suoi canali social, si scopre anche un altro fattore che rende questa storia assolutamente particolare: la cifra che l’ex Iena ha destinato alla causa della famiglia Zavatteri è pari all’aumento della busta paga che i politici siciliani hanno votato a proprio favore a poche settimane dal loro insediamento (ricordiamo che le elezioni regionali sull’isola si sono svolte lo scorso settembre).

Un gesto davvero molto forte, in un periodo storico di forte disaffezione dell’elettorato verso i propri rappresentanti. Lo scorso 5 marzo – presso il Teatro Massimo di Palermo – si è svolta anche una serata di musica, spettacolo e intrattenimento per far conoscere a più persone possibili il progetto de La Casa di Giulio. Il ricavato è stato totalmente devoluto all’associazione e servirà per mettere le prime fondamenta del centro di accoglienza per i ragazzi in difficoltà.