Meloni, show ad Atreju: difesa a spada tratta per Musk, attacchi a Schlein e Ferragni

La presidente del Consiglio si scaglia anche contro Roberto Saviano, rivendica lo stop al Superbonus e reddito di cittadinanza

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Giorgia Meloni conclude il suo intervento ad Atreju con un discorso di oltre un’ora a tutto tondo su questi 14 mesi di governo, unendo i fili dei rapporti all’interno della maggioranza. Nel suo discorso, rivolge un nuovo saluto postumo a Silvio Berlusconi, esprime gratitudine a Matteo Salvini e Antonio Tajani per la loro amicizia e lealtà nei mesi trascorsi. Affronta inoltre i principali temi all’ordine del giorno, affiancando molte incursioni di carattere popolare.

Tra queste, spicca una frecciatina a Chiara Ferragni, seppur senza citarla direttamente, ma facilmente riconoscibile grazie al riferimento al panettone e al cachet personale. Meloni cita anche un detto di stampo morettiano, sottolineando che “mi si nota di più se non vengo o se vengo e mi metto da una parte”, chiaramente indirizzato a Elly Schlein.

Le parole di Salvini e Tajani

Prima di Giorgia Meloni, hanno infiammato il pubblico di Atreju il controverso leader di Vox, Santiago Abascal, e i due vicepremier, Antonio Tajani e Matteo Salvini. Quest’ultimo ha cercato di sfatare le voci sulla sua presunta “sete” di leadership, affermando: “Stare al secondo posto va benissimo, soprattutto se è al fianco di una leader come Giorgia Meloni che guida il convoglio”, suscitando applausi mentre accarezzava metaforicamente la pancia di Fratelli d’Italia. Nel suo intervento, Salvini ha alternato attacchi a Maurizio Landini con il ricordo delle sue azioni come ministro dell’Interno per fermare gli sbarchi dei migranti.

Il secondo vicepremier, Antonio Tajani, ha assicurato al pubblico che il centrodestra è unito e procede compatto come una testuggine, sottolineando che le elezioni europee non saranno in grado di dividerli.

Meloni sul palco: critiche a chi attacca Musk

Giorgia Meloni trascorre oltre un’ora sul palco, dissetandosi direttamente dalla bottiglietta d’acqua, sulla quale alla fine salgono i giovani militanti che hanno prestato servizio volontario nella kermesse FdI. La leader del partito si unisce a loro indossando la felpa e si commuove. Rivolgendosi alla platea con un informale “tesò” in risposta agli incitamenti, ringrazia altrettanto informalmente coloro che si sono impegnati per organizzare l’intera manifestazione, compresa Arianna, sua sorella e responsabile di vertice del partito.

Nonostante le accuse di ipocrisia legate alla presenza di Elon Musk ad Atreju, la premier ignora tali critiche e continua a dichiararsi “fiera” della sua battaglia contro la gestazione per altri (Gpa), sottolineando che per lei “la maternità non è un business”. Accantonando le contestazioni sulla presunta doppia morale, evidenziate dagli oppositori a seguito del ricorso di Musk alla surrogazione di maternità.

Sui migranti Meloni torna ad ammettere “che ci aspettava di più” e si dice pronta “a pagare un prezzo”, ma afferma di non voler imboccare “scorciatoie”. Tuttavia non sembra affatto spaventata dal possibile scotto elettorale, “sono trascorsi 14 mesi e il consenso cresce, sarà che non siamo un fuoco di paglia e al governo siamo arrivati per il coraggio della verità”.

Attacchi a Schlein e Conte, la segretaria dem risponde

Critica la mancanza di sincerità a sinistra, attaccando Elly Schlein per la sua assenza ad Atreju e il polemico commento di Giuseppe Conte riguardo alla mancata ricezione di un invito.

“C’è chi ha scelto di non essere presente e chi, invece, si lamenta di non aver ricevuto un invito. Mi viene in mente Ecce Bombo di Nanni Moretti – sì, facciamo una citazione di sinistra – ‘mi si nota di più se vado o se non vado?’. Cara Elly, hai la libertà di decidere di non partecipare, ma non è corretto insultare coloro che hanno accettato l’invito mostrando il coraggio che a voi manca”, grida Giorgia Meloni tra gli applausi.

Nei giorni scorsi era montata la polemica sul rifiuto di Schlein ad andare ad Atreju, con la leader di Fratelli d’Itali che aveva attaccato la segretaria del Pd di voler evitare il confronto. “Un tempo Fausto Bertinotti non aveva timore a presentarsi e a dialogare, con l’orgoglio della diversità delle posizoni. Prendo atto che le cose sono cambiate. Mi sono sempre presentata quando sono stata invitata, e ho aperto agli inviti. I leader che hanno partecipato in questi 25 anni sono stati di tutti gli schieramenti, ricordo capi di governo della sinistra, Gentiloni, Letta”, aveva affermato nei gironi scorsi Meloni.

Nel frattempo, la risposta della segretaria dem, Elly Schlein, non si fa attendere. Mentre Meloni è ancora sul palco, le agenzie di stampa riportano una replica decisa: “Mentre fa festa ad Atreju, il governo lascia 900mila famiglie in povertà senza nessun tipo di aiuto, fa cassa sui poveri solo per finanziare i suoi condoni fiscali. Cara Giorgia, non continuate a insultare gli italiani. Una volta si diceva panem et circenses, voi alle famiglie il pane lo state togliendo”, sono le parole di Schlein.

I rimandi al Signore degli Anelli: “Più forte dell’anello c’è la compagnia”

La premier rivendica con forza le decisioni prese, sostenendo la decisione di porre uno stop al reddito di cittadinanza e criticando le opposizioni, schernendo la loro battaglia sul salario minimo. Afferma di cancellare “altre mille volte” il sussidio introdotto dal governo Conte per chi è senza lavoro e riguardo al salario minimo dichiara: “Ora ci danno lezioni, non le accetto…”. La leader torna a citare l’amato Tolkien, respingendo le critiche sulla sua presunta scarsa lettura: “La sinistra dice che il suo è l’unico libro che ho letto, non me ne curo, lasciamogli almeno qualche presunta certezza…”.

Utilizza il richiamo a ‘Il Signore degli Anelli’ per sottolineare la coerenza politica del suo movimento. “L’anello” del potere, sostiene, cerca di lusingare e far perdere il senso della realtà, ma più forte di quell’anello c’è una compagnia che accompagna, dove ognuno svolge il proprio ruolo ed è pronto a sostenere chiunque ne abbia bisogno. Conclude ribadendo che quell’anello non li avrà mai, sottolineando che oggi sono le stesse persone di ieri e che domani saranno le stesse di oggi.

Attacchi anche a Chiara Ferragni (senza mai citarla) e Saviano

Meloni lancia un attacco inaspettato a Chiara Ferragni, coinvolta nella controversia legata al panettone di lusso e all’incertezza riguardo ai fondi destinati alla beneficenza. “Il vero modello da seguire non sono gli influencer che fanno soldi a palate indossando degli abiti o mostrando delle borse o addirittura promuovendo carissimi panettoni con i quali si fa credere che si farà beneficenza ma il cui prezzo serve solo a pagare cachet milionari”, afferma. Meloni esalta invece il vero modello italiano, quello di chi inventa, disegna e produce l’eccellenza italiana, competendo con successo a livello globale grazie alla superiorità nelle competenze.

La sua critica si estende anche a Roberto Saviano, personaggio estraneo alla politica con cui la premier è in conflitto da tempo. Nell’attacco, Meloni rivendica l’impegno del governo a Caivano, un territorio precedentemente abbandonato dallo Stato, ringraziando le forze dell’ordine che presidiano la zona. “Voglio ringraziare di cuore le forze dell’ordine che presidiano quel territorio, uomini e donne talvolta figli e figlie di quei territori che hanno scelto la libertà e la legge che difende quella libertà. Storie da raccontare che nessuno scrittore racconta, forse perché i camorristi fanno vendere molto di più, ci si fanno le serie televisive, regalano celebrità, ricchezza e magari un pulpito da New York da cui dare lezioni di legalità agli italiani, sempre si intende a pagamento”.

Le rivendicazioni sul Superbonus e le colpe dei governi precedenti

Meloni rivolge i suoi colpi più affilati ai governi che l’hanno preceduta, criticando severamente le scelte della legge di Bilancio. Sottolinea di aver implementato una legge di Bilancio espansiva nonostante l’eredità drammatica dei conti pubblici, soprattutto a causa del Superbonus. Critica coloro che hanno promosso la campagna elettorale affermando che la ristrutturazione delle case sarebbe stata gratuita, sottolineando che questa promessa ha lasciato un buco di 140 miliardi, equivalente alla spesa annuale dello Stato per l’intero settore sanitario. Ora, secondo Meloni, si richiedono fondi per la sanità, ma i soldi sono stati utilizzati per ristrutturare meno del 4% del patrimonio immobiliare italiano, prevalentemente seconde case, abitazioni di pregio, e persino sei castelli, lasciando a ogni italiano un debito di 2.000 euro.

Infatti, secondo gli ultimi dati della Direzione generale del Tesoro, il contributo al Prodotto Interno Lordo (PIL) derivante dal Superbonus e dal bonus facciate ha ammontato complessivamente a 62 miliardi di euro nell’arco di due anni. A questa cifra si sono aggiunti 29 miliardi di euro di maggiori entrate fiscali, portando il totale a 91 miliardi di euro. Tuttavia, il costo sostenuto dalle finanze pubbliche è risultato notevolmente più elevato: il Superbonus ha comportato una spesa di 76,1 miliardi di euro, ben al di sopra dei 35 miliardi inizialmente stimati, mentre il bonus facciate ha avuto un costo di 19 miliardi anziché i 5,9 miliardi preventivati. In totale, dunque, si è raggiunta una cifra di 95 miliardi di euro. In altre parole, ogni euro investito nei due bonus ha generato un beneficio inferiore a un euro.

Meloni affronta la situazione con determinazione, consapevole che i prossimi mesi saranno caratterizzati da una “guerriglia elettorale” senza esclusione di colpi. “Si conclude un anno durissimo, se ne sta per aprire un altro con sfide talmente imponenti che solo una comunità politica capace di enormi slanci ideali e fisici la può affrontare. Noi verremo contrastati con ogni mezzo, anche non proprio legittimi temo, ma in fin dei conti è un bene perché gli avversari ti spingono a fare meglio”, si dice convinta.