Ad Atreju 2023 Elon Musk, Edi Rama e Rishi Sunak: da festa minore a evento internazionale

Elon Musk si presenta ad Atreju e fa un assist alle politiche meloniane su sostegno alla natalità e immigrazione. Identità di vedute anche con i premier albanese e britannico

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Dopo il primo anno del governo Meloni, Atreju assume un nuovo significato. La festa giovanile della destra italiana era nata come evento minore, spesso variegato da siparietti goliardici. Oggi assume invece un’aura più istituzionale. L’edizione 2023, la 24esima, ha preso il via giovedì 14 dicembre per terminare domenica 17 nei giardini di Castel Sant’Angelo a Roma.

Il culmine del programma di Atreju

Come i più sanno, il nome di Atreju è ispirato a quello del cacciatore de La storia infinita, romanzo fantasy per ragazzi del 1979 poi divenuto un film di culto. Nell’intreccio, il giovane membro del popolo dei Pelleverde viene convocato dall’Infanta Imperatrice per salvare il regno di Fantàsia che rischia di venire inghiottito dal Nulla.

Tanti gli ospiti, ministri e parlamentari (soprattutto del centrodestra), giornalisti e il leader di Vox Santiago Abascal. Tre i fuoriprogramma di peso nella giornata di sabato 16 dicembre: la partecipazione di Elon Musk, e quella dei premier Rishi Sunak (Uk) ed Edi Rama (Albania), a Roma per incontrare Giorgia Meloni a Palazzo Chigi.

Elon Musk ad Atreju

Il miliardario visionario Elon Musk ha più di una caratteristica che stride rispetto ai programmi delle destre italiane, a partire dal consumo di marijuana durante una diretta con il commentatore Joe Rogan e dal fatto che alcuni dei sui figli sono nati grazie all’utero in affitto. Ma ci sono anche alcune analogie che lo stesso Musk, ospite nella giornata di sabato 16 dicembre, ha voluto evidenziare come la diffidenza verso gli ambientalisti, la preoccupazione per la denatalità, l’astio per le politiche progressiste e la chiusura all’immigrazione.

Musk e la denatalità

“Sono favorevole all’espansione dell’umanità e alla creazione di un futuro entusiasmante”, ha esordito Musk. “Guardo ai tassi di natalità ed è deprimente. Sembrano calare ogni anno. Il mio primo suggerimento ai leader di governo e alle persone in generale sarebbe di assicurarsi di avere figli per creare la nuova generazione. Ogni incentivo utile ad avere la nuova generazione sarebbe lungimirante. È fondamentale, e non posso sottolinearlo abbastanza”, ha aggiunto. Un assist non da poco per il programma del governo Meloni che vede nel sostegno alla natalità uno dei suoi pilastri.

Elon Musk e i migranti

“I Paesi non possono dipendere dai flussi migratori per risolvere i loro problemi demografici”, ha aggiunto il papà di Tesla. Musk ha quindi fatto l’esempio cinese: “Al ritmo attuale la Cina perderà forse il 40% della sua popolazione ogni generazione. Si tratterebbe di 600 o 700 milioni di persone. Gli interi Stati Uniti dovrebbero emigrare lì due volte ogni generazione per mantenere i livelli di popolazione attuale, solo per la Cina”.

Musk ha poi sottolineato “l’importanza delle culture”: “Non vogliamo che il Giappone sparisca, che l’Italia e la Francia spariscano. Dobbiamo mantenere ragionevolmente l’identità culturale dei Paesi, o quei Paesi non esisteranno più”.

Musk sugli ambientalisti

Il patron di X, il fu Twitter, ha speso alcune parole anche per criticare l’atteggiamento degli ambientalisti, giudicato estremo e catastrofista.

Musk ammette che le attività umane immettono anidride carbonica nell’atmosfera e dunque questo cambia il clima. Ma, sostiene, il ricorso ai combustibili fossili non va demonizzato. Semmai occorre orientarsi verso un “futuro gradualmente più sostenibile”. “Gli ambientalisti – ritiene – sono andati troppo avanti: guardano all’umanità come una cosa cattiva. Pensano che ci sono 8 miliardi di persone al mondo e pensano che questo è un male”.

“Mi considero uno dei più grandi ambientalisti al mondo – ha aggiunto riferendosi alle sue attività nel campo dell’elettrico e dell’energia solare – ma l’ambientalismo deve basarsi sui fatti“. La strada tracciata dal patron di Tesla è quella di concentrarsi sul contenimento “dei miliardi di tonnellate di CO2 che immettiamo nell’atmosfera” evitando la “demonizzazione di petrolio e gas”.

C’erano anche Edi Rama e Rishi Sunak

Invitare il premier albanese Rama e quello britannico Sunak ad Atreju è un chiaro messaggio all’Europa: l’Italia dialoga con Paesi che stanno fuori dall’Unione e che manifestano identità di vedute sul tema dell’immigrazione.

Edi Rama ad Atreju

Giorgia Meloni è legata da un’amicizia personale a Edi Rama, sebbene i due appartengano a schieramenti politici contrapposti. Rama ha accettato di mettere a disposizione l’Albania per accogliere parte dei migranti che raggiungono le coste italiane. L’accordo, contestato dalle opposizioni e accolto con freddezza dall’Europa, è attualmente stato bloccato da un ricorso.

“Sull’accordo sui migranti fra Italia e Albania c’è stato un rumore sproporzionato: l’Italia per noi è sempre stata una seconda patria”, ha detto Edi Rama ad Atreju. “La qualità della democrazia si basa non su quanto siamo d’accordo ma attraverso la capacità con cui siamo in grado di gestire i disaccordi”, ha aggiunto. E ancora: “È un onore per noi dare una mano all’Italia quando ce lo chiede, è un privilegio essere considerati un amico speciale dell’Italia. Dobbiamo fare di tutto per essere il Paese fratello d’Italia. E nessuno si deve meravigliare o spaventare o sorprendere quando facciamo accordi di comune intendimento e beneficio”.

L’accordo fra Italia e Albania sui migranti non è la soluzione definitiva ma un modo per affrontare il problema”, ha aggiunto. Per Rama l’accordo italo-albanese può fungere da deterrente: “Se in Africa vedono un Occidente problematico e si lascia terreno ad altre forze per fare business”.

Rishi Sunak ad Atreju parla di immigrazione

Anche fra Meloni e Sunak c’è un rapporto personale profondo. “Abbiamo un’amicizia molto solida e forte che si sta riconsolidando”, – ha dichiarato Sunak riferendosi a Meloni. “Siamo atlantisti, conservatori, sosteniamo la Nato e siamo contro l’aggressione russa all’Ucraina”, ha aggiunto. Poi un riferimento al tema dell’immigrazione: per Sunak è necessario “applicare il radicalismo di Thatcher per quanto riguarda l’immigrazione illegale. I nostri oppositori vogliono mettere la testa sotto la sabbia e lasciare che il problema vada via da solo ma non funziona così. Andate a Lampedusa, dove il 50% degli immigrati è arrivata quest’anno: non è più sostenibile, non è corretto ed è immorale”.

E ancora: “È importante per la sovranità che siamo noi a decidere chi entra nei nostri Paesi e non le gang criminali, se non arriveremo a questo gli elettori non saranno contenti e non ci sosterranno, dobbiamo avere il controllo dell’immigrazione”. Giorgia Meloni, ha continuato Sunak, “ha fatto un accordo con l’Albania e noi ne abbiamo fatto uno con il Ruanda, vogliamo interrompere il business di queste gang criminali”.