Le domande alle quali dovrà rispondere Giorgia Meloni nella conferenza stampa del 4 gennaio

La premier sarà interrogata dai giornalisti su temi economici, oltre che politici e sociali. Si va dalle notazioni di Mattarella sul Ddl Concorrenza alla bocciatura del Mes, dal Superbonus al taglio del cuneo fiscale

Foto di Maurizio Perriello

Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

Pubblicato: 3 Gennaio 2024 18:42

Costretta a rinviare il classico appuntamento di fine anno con la stampa per un problema di otoliti (ecco di cosa si tratta), la premier Giorgia Meloni inizia il suo 2024 istituzionale con una conferenza stampa sui generis.

Tanti i temi sul tavolo che saranno al centro delle domande dei giornalisti e che promettono di mettere in difficoltà la presidente del Consiglio. Dalle concessioni balneari al caso della pistola del deputato Emanuele Pozzolo, dal caso Verdini alle elezioni europee, dai rimandi del Presidente Mattarella sul Ddl Concorrenza alla bocciatura sul Mes.

Le domande economiche dei giornalisti a Giorgia Meloni

Durante la conferenza stampa convocata per le 11 del 4 gennaio, Meloni dovrà spiegare la posizione del Governo su tutti queste tematiche. Particolare importanza rivestono quelle relative all’economia, a partire dal Ddl sulla concorrenza e dalle notazioni di Sergio Mattarella, che ha promulgato il provvedimento ma ha anche scritto a Governo e Parlamento perché “la proroga delle concessioni per gli ambulanti va contro il diritto Ue e la Costituzione”.

La questione del Ddl Concorrenza

L’inquilina di Palazzo Chigi dovrà dunque chiarire se ha intenzione di modificare la norma dopo i rimandi del Presidente della Repubblica o se andrà allo scontro con l’Unione europea. Sergio Mattarella non ha lasciato molto margine di movimento all’Esecutivo, che sta violando apertamente le norme comunitarie sia per quanto riguarda le concessioni balneari sia per i venditori ambulanti.

La vera sfida di Giorgia Meloni sarà trovare un baricentro politico che rispetti le “correzioni” del Quirinale e che non comprometta la tenuta interna del Governo, messa a dura prova soprattutto dai malcontenti della Lega sulla questione. Il Carroccio sembra infatti chiudere a una qualunque trattativa con Bruxelles. L’ultima parola spetterà alla premier.

La mancata ratifica del Mes

Una frattura con l’Ue è data anche dalla mancata ratifica del Mes, tradotta in una bocciatura da parte della Camera negli ultimi giorni del 2023. Il Meccanismo europeo di Stabilità ha ricevuto il parere contrario di Fratelli d’Italia e Lega e l’astensione di Forza Italia, facendo diventare il nostro Paese l’unico nell’Unione europea a non aver dato l’ok al fondo comunitario. Respingendo l’idea di governance europea, l’Italia rischierebbe così una perdita di credibilità.

La risposta della Meloni a questa domanda de La Repubblica farà comprendere come intende muoversi il Governo: farà qualche compromesso e darà vita a un nuovo negoziato con Bruxelles oppure sarà vittima di un’esclusione decisa a tavolino dagli altri Stati membri? Il tutto con sullo sfondo una frattura interna alla maggioranza, con Montecitorio che si è espressa contro la linea fortemente sponsorizzata dal ministro Giancarlo Giorgetti.

Superbonus, PNRR e aiuti alle imprese

Un’altra più che probabile domanda riguarda il Superbonus, destinatario di un decreto legge ad hoc il cui costo per lo Stato potrebbe mettere ancora più in difficoltà l’Italia di fronte all’Europa e a se stessa. Il Sole 24 Ore riferisce inoltre di voler interrogare la premier sulla revisione del PNRR, che stanzia oltre 12 miliardi di euro per le imprese. “In che modo saranno messi a terra e quanto verrà destinato ai crediti d’imposta?”, chiederà la testata.

Inevitabile poi un passaggio sul PNRR, che ha visto l’Italia primo Stato Ue a richiedere il pagamento della quinta rata. Il Governo dovrà tuttavia specificare come intende contrastare il basso livello di spesa.

Taglio del cuneo fiscale e Patto di Stabilità

Il Sole 24 Ore interrogherà la presidente del Consiglio anche sulle modalità di rinnovo del taglio del cuneo fiscale e dell’Irpef, in scadenza a fine 2024 e del valore di oltre 14 miliardi di euro. Una domanda più che opportuna alla luce del nuovo Patto di stabilità, che ora impedisce di creare voci di extra deficit.