Giancarlo Giorgetti sul Mes si smarca dal governo Meloni: “Conveniva approvarlo”

Il ministro dell'Economia ha rivelato che a suo giudizio l'approvazione del Mes sarebbe stata opportuna per motivi economico-finanziari

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Il giorno dopo il no della Camera alla ratifica del Mes, con Lega e Fratelli d’Italia tetragoni nella loro opposizione al Meccanismo europeo di stabilità, arriva la voce eretica del ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti. Il capo del Mef avrebbe detto di sì al Mes, ma per questioni di opportunità politica non ha insistito.

Giorgetti favorevole al Mes

“Il ministro dell’Economia e delle Finanze aveva interesse che il Mes fosse approvato per motivi economico-finanziari. Ma per come si è sviluppato il dibattito negli ultimi giorni, con giurì d’onore e queste cose qui, non mi pare ci fosse aria… mi è sembrato non ci fosse aria ma per motivazioni non soltanto economiche”. Così ha detto Giorgetti parlando ai giornalisti dopo il voto al Senato che ha decretato il via libera alla Legge di Bilancio.

“Che sul Mes che ci fossero problemi era noto a tutti”, ha aggiunto il ministro. “Abbiamo fatto un passo in avanti sul Patto di Stabilità, ma le sfide in Europa sono ben altre. Non è che l’Europa ha sempre ragione”. Il leghista nega tuttavia che dopo il no al Mes ci sia stato uno strappo con l’Europa: “Tutto si può migliorare, anche il Mes“.

L’Italia ha detto no al Mes, ma la partita non è ancora chiusa: “Questi trattati sono stati fatti in certi periodi storici. Probabilmente anche la storia chiede altri tipi di risposte. Anche il Patto di stabilità, perché si è cambiato? Perché quando fu fatto col vecchio Patto c’era una situazione totalmente diversa e oggi ci sono altri tipi di necessità”. E ancora: “Il fattore rilevante dell’esclusione degli investimenti sulla difesa, una richiesta italiana che forse si sono dimenticati in tanti, solo due anni fa sembrava totalmente irrealistica da chiedere in Europa, adesso è diventata realtà”, ha spiegato Giorgetti. “Perché? Evidentemente perché in Europa si sono resi conto che dobbiamo anche pensare alla sicurezza”, ha aggiunto.

Giurì d’onore sul Mes

Come è noto, il ricorso al Giurì d’onore è stato invocato dal capo del M5S Giuseppe Conte. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva affermato che il leader pentastellato avrebbe firmato il suo assenso al Meccanismo europeo di stabilità un giorno dopo essersi dimesso, senza mandato parlamentare.

A norma dell’articolo 58 del Regolamento della Camera, “Quando nel corso di una discussione un deputato sia accusato di fatti che ledano la sua onorabilità, egli può chiedere al presidente della Camera di nominare una commissione la quale giudichi la fondatezza dell’accusa”.

Il ministro parla della Manovra

Giorgetti ha anche commentato la Manovra, che oggi ha ricevuto il via libera dal Senato: “Io faccio il mio mestiere. È quasi finita perché c’è ancora la Camera la settimana prossima. Poi avremo la nostra legge di Bilancio come l’ha voluta e concepita il governo”.

Le dimissioni di Giancarlo Giorgetti

Poi una battuta: in risposta a un cronista che gli chiedeva se si sarebbe dimesso come richiesto dall’opposizione, Giorgetti ha risposto in questi termini: “I consigli dell’opposizione sono sempre utili. Permettete, però, che poi decida io”.

L’attacco, durissimo, era arrivato dalla segretaria del Pd Elly Schlein: “Giorgetti dovrebbe valutare le dimissioni perché quella che la maggioranza ha messo in evidenza in Parlamento è una clamorosa smentita del ministro dell’Economia”.