Riforma Irpef 2024: si va verso 2 scaglioni e meno tasse oltre i 50mila euro

La recente riforma del Fisco era solo un obiettivo intermedio: il governo punta a ridurre a 2 gli scaglioni Irpef. La meta finale sarà la flat tax

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

L’ultima Manovra ha rivoluzionato il Fisco: le nuove aliquote Irpef 2024 scendono da 4 a 3 scaglioni. Ma il governo vuole spingersi oltre puntando a 2 soli scaglioni di reddito. Previsto anche un taglio delle tasse per i redditi più alti.

Irpef verso due scaglioni, ma l’obiettivo è la flat tax

È il viceministro dell’Economia Maurizio Leo di Fratelli d’Italia a fare il punto sulle intenzioni del governo Meloni nel corso di un’intervista rilasciata al Corriere della Sera.

“Se sarà possibile, scenderemo a 2 aliquote Irpef, a beneficio dei ceti medi”, annuncia il viceministro facendo una previsione per il 2025. Ma l’obiettivo finale, ambizioso e di difficile realizzazione, resta quello di una sola aliquota per tutti: la flat tax “resta un obiettivo di legislatura, compatibilmente con le risorse a disposizione”, spiega Leo.

Per fare quello che ha in mente il viceministro occorrerebbero decine di miliardi, obietta l’intervistatore. Ma Leo punta sui maggiori introiti per le casse dello Stato: “Mi aspetto almeno un discreto aumento del gettito, perché abbiamo messo in campo tanti strumenti nuovi di cooperative compliance, che porteranno a un aumento della base imponibile. Per prudenza non facciamo stime, ma siamo confidenti che ci saranno le risorse per andare avanti con la riduzione delle imposte”.

Attualmente le aliquote Irpef sono scese da 4 a 3:

  • aliquota al 23% fino a 28mila euro di reddito;
  • aliquota al 35% da oltre 28mila e fino a 50mila euro di reddito;
  • aliquota al 43% oltre i 50mila euro di reddito.

C’è poi una no tax area per i redditi fino a 8.500 euro per pensionati e lavoratori dipendenti. Confermato il limite di 5.500 euro per la no tax area dei lavoratori autonomi.

Da dove arriveranno i soldi

I soldi a sostegno delle nuove riforme, nelle speranze del governo, arriveranno da più fronti: “Contiamo molto sulle risorse che verranno dalle varie forme di collaborazione tra Fisco e contribuente varate finora, dal concordato preventivo biennale per gli autonomi alla cooperative compliance per le imprese”, dice Leo. “Inoltre, un aiuto verrà dalla tassazione internazionale con la global minimum tax e, infine, speriamo in una crescita del Pil. Per ora non potevamo fare di più con le risorse a disposizione. Le abbiamo concentrate sui redditi medio-bassi, i più colpiti dall’inflazione”.

Meno tasse oltre i 50mila euro

Poi il viceministro ipotizza una rimodulazione del Fisco favorevole ai redditi più alti. Attualmente lo sconto sull’Irpef si azzera sopra i 50mila euro di imponibile. “Siamo partiti dalle fasce medio-basse, ma la prossima tappa riguarderà proprio i redditi più elevati, perché certo non si può pensare che chi ha 50 mila euro lordi di reddito debba subire una tassazione che, comprendendo anche le addizionali regionali e comunali, va ben oltre 50%”, considera Maurizio Leo.

Sanzioni più leggere

Viene infine annunciata una rimodulazione al ribasso del sistema delle sanzioni: “Vogliamo riportare il sistema ai livelli europei. Non è pensabile, per esempio, che in materia di Iva ci siano sanzioni dal 120 al 240%. Bisogna arrivare al massimo al 60%, come nella media europea, compatibilmente con le risorse. Ovviamente, frodi e truffe non rientrano in questo discorso”, rassicura Leo.