Transnistria senza gas dalla Russia entro il 2024, lo spettro della crisi

La Transnistria va incontro a una crisi socioeconomica? Il gas gratuito dalla Russia potrebbe interrompersi entro il 2024

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Redazione

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La Transnistria, regione filorussa, ha chiesto aiuto alla Russia per le crescenti pressioni ricevute dal governo moldavo. Da un punto di vista socioeconomico, la Transnistria sopravvive grazie agli aiuti offerti dalla Russia, come la fornitura gratuita di gas da parte di Gazprom. Il bilancio del Paese deriva soprattutto dalla vendita del gas nel mercato interno. L’economia locale, a sua volta, si basa in buona parte sui lavori legati al gas e su manifattura e agricoltura.

Il ruolo russo in Transnistria è ingombrante, tanto che arriva a pagare le pensioni a una buona parte dei residenti locali e ha offerto finanziamenti importanti per la creazione di infrastrutture sociali. Si tratta di uno scambio conveniente, che ha portato benefici ai cittadini che vivono condizioni migliori rispetto ai Paesi vicini. Il problema di questa dipendenza è la sua fine improvvisa. Il 31 dicembre 2024 scade l’accordo tra Ucraina e Russia per il transito del gas verso l’Europa e così anche il 100% del gas che arriva in Transnistria. Le conseguenze potrebbero essere catastrofiche per la piccola regione dipendente, dove oltre la metà del bilancio delle autorità di fatto dipende dal gas russo gratuito.

L’Ucraina verso il blocco del transito del gas russo in Transnistria

L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, e le future mire, potrebbe avere conseguenze sull’economia della Transnistria. La regione è autonoma dal 1990 ed è stata descritta come “un buco nero filorusso in Europa”, al confine tra Moldavia e Ucraina. La Transnistria non è riconosciuta come Stato, tranne da Abcasia, Ossezia del Sud e Nagorno Karabakh.

La  Transnistria non è semplicemente un Paese filorusso, ma più una sorta di stato dipendente dalla Russia e che vive di aiuti economici, energetici e militari da parte di questa. Il 31 dicembre 2024 parte del sistema economico della Transnistria potrebbe venire meno, sparire letteralmente da un giorno all’altro. Questo perché l’accordo tra Ucraina e Russia, che permette il passaggio del gas sui suoi territori, potrebbe (con molta probabilità) non essere rinnovato.

Al contrario della Moldavia, che nel corso degli ultimi due anni è andata alla ricerca di fonti alternative di gas, la Transnistria resta ancora fortemente dipendente dal gas gratuito dalla Russia. Proprio l’economia generata dalla vendita del gas russo permette di pagare i dipendenti e di mantenere le attività pubbliche fondamentali come sanità e istruzione.

Transnistria verso la crisi economica e sociale: scenario verosimile

I rischi all’orizzonte per la Transnistria sono diversi. Senza il gas russo gratuito, oltre a non pagare i dipendenti pubblici, verrebbe a mancare un ingrediente fondamentale dell’economia locale. Le grandi attività che ruotano intorno al gas potrebbe dover chiudere, facendo perdere agli abitanti il posto di lavoro. Lo shock economico rischia di essere di grandi proporzioni, ma secondo l’Osservatorio Balcani e Causaso anche l’impatto sociale potrebbe creare una situazione difficile da gestire.

Lo scenario descritto è verosimile, ma potrebbe non verificarsi. A dettare la catena di eventi è il rinnovo dell’accordo tra Russia e Ucraina. Questo permetterebbe alla fornitura di Gazprom verso la Transnistria di continuare senza interruzione, così anche la Moldavia avrebbe più tempo per finire la transizione ad altre fonti di energia. Le soluzioni pragmatiche potrebbero venir meno rispetto ai motivi politici e di immagine, oppure il rinnovo dell’accordo potrebbe aprire una finestra di opportunità per negoziare. Al momento è difficile dirlo. Saranno gli eventi del 2024, come una forza maggiore, a delineare il futuro della Transnistria o i suoi cittadini, animati dallo spettro di una crisi socioeconomica?