La Russia interromperà le esportazioni di benzina: le conseguenze sul prezzo in Italia

La Russia taglierà le esportazioni di benzina con conseguenze per il prezzo anche in Italia

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Redazione

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La Russia sospenderà completamente le esportazioni di benzina verso l’estero dal 1 marzo per 6 mesi. Lo ha annunciato il vice primo ministro Alexander Novak tramite una portavoce. Il Paese, secondo per esportazioni di petrolio al mondo, è solito utilizzare il suo ruolo nel mercato energetico per condizionare gli Stati rivali, come accaduto per le forniture di gas all’Europa all’inizio della guerra in Ucraina.

Le conseguenze sull’Italia potrebbero esserci, in particolare sul prezzo del carburante, ma è difficile definirne l’entità. Una delle ultime occasioni in cui si è interrotta una fornitura di carburante dalla Russia al nostro Paese era stato proprio nel 2022, quando le sanzioni avevano bloccato l’arrivo del gasolio. In quell’occasione il prezzo del diesel aveva raggiunto quello della benzina.

La Russia bloccherà le esportazioni di benzina

Il vice primo ministro russo Alexander Novak ha annunciato che Mosca interromperà completamente le esportazioni di benzina. Il Paese è tra i maggiori fornitori di diversi Stati africani, tra cui alcuni molti vicini all’Italia come Libia e Tunisia. Mosca è tra i più grandi produttori di petrolio al mondo. L’anno scorso ha estratto 43,9 milioni di tonnellate di oro nero e ne ha esportate 5,76, seconda solo all’Arabia Saudita.

Il blocco delle esportazioni di benzina comincerà dal primo marzo e riguarderà tutti i Paesi tranne alcuni strettissimi alleati della Russia. Si tratta delle ex repubbliche sovietiche di Bielorussia, Kazakistan e Turkmenistan. Un divieto simile era stato introdotto lo scorso settembre ma era durato molto meno di quello che entrerà in vigore dal prossimo mese. Allora Putin aveva deciso per un blocco di un mese, mentre ora si prospetta uno stop di ben sei mesi.

Buona parte degli analisti vede questa decisione come un modo di mettere in difficoltà i Paesi occidentali. La Russia ha tenuto un atteggiamento simile dall’inizio della sua invasione dell’Ucraina, arrivando a interrompere le forniture di gas all’Europa nella speranza di far desistere l’Ue dal sostenere la resistenza di Kiev. La Commissione europea ha però recentemente sancito che le politiche di risparmio di gas e la diversificazione delle fonti di approvvigionamento hanno reso l’Unione quasi del tutto indipendente dal metano russo.

Le conseguenze sul prezzo della benzina in Italia

Difficile prevedere se ci saranno conseguenze dirette sul prezzo della benzina in Italia dopo questa decisione della Russia. Due sono i casi simili avvenuti di recente. Alla fine di settembre del 2023 Mosca interruppe per circa un mese le esportazioni. In quel caso il prezzo della benzina e del diesel nel nostro Paese, già molto alto per le tensioni internazionali e altri fattori legati al mercato petrolifero, non solo non salì ma cominciò a scendere, tornando sotto 1,9 euro al litro.

In precedenza però, le sanzioni alla Russia imposte dai Paesi europei nel 2022 avevano impedito a Mosca di vendere diesel all’occidente. La Russia è tra i principali produttori di gasolio, e in questo caso un impatto diretto sui prezzi c’era stato. Questo carburante, tradizionalmente meno caro in Italia rispetto alla benzina, aveva raggiunto e superato la verde in quel periodo. Ancora più complesso poi ipotizzare effetti indiretti, in particolare per l’impatto che il blocco delle esportazioni di benzina dalla Russia potrebbe avere per due dei Paesi che più ne comprano: Libia e Tunisia, molto vicini all’Italia geograficamente.