Manovra, cosa succede alle pensioni: da Quota 102 a 104

Il governo Draghi ha approvato all'unanimità il Documento Programmatico di Bilancio. Ecco le ipotesi in campo sul tema pensioni

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Il governo Draghi ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico di Bilancio che verrà ora inviato a Bruxelles. Prende così forma lo schema della Manovra 2022, dopo una riunione del Consiglio dei ministri durata 2 ore e 40. Tante le conferme delle misure già in vigore, ma con importanti novità.

Uno dei nodi cruciali è quello relativo alle pensioni. Come superare senza troppi traumi Quota 100 e quale alternativa trovare alla vecchia legge Fornero? Una preoccupazione della Lega in primis, le cui riserve sull’ipotesi Quota 102 hanno di fatto messo in stand by la decisione sulla riforma pensionistica.

Pensioni, dopo Quota 100 arrivano Quota 102 e 104?

Stando alla formulazione messa a punto dal ministro dell’Economia Daniele Franco, con il sostegno del premier Mario Draghi, Quota 100 sarebbe passata prima per Quota 102 nel 2022 fino ad arrivare a Quota 104 nel 2023.

Questa la proposta avanzata nella cabina di regia sul Dpb e poi anche in Cdm dal ministro Franco per riformare Quota 100, misura fortemente appoggiata dalla Lega con il primo governo Conte per superare la legge Fornero.

In sintesi, con Quota 102 si può andare in pensione a 64 anni, con 38 di contributi all’attivo. Con quota 104 i requisiti salirebbero di 2 anni. È su questo punto che la Lega ha espresso una riserva “politica”.

Quota 102, il no dei sindacati

Anche ai sindacati Quota 102 non piace. “Non è possibile continuare ad affrontare un tema così complesso e sensibile come quello delle pensioni attraverso indiscrezioni passate agli organi di stampa. L’unico modo serio di parlare di pensioni è quello di aprire un vero tavolo di confronto con il sindacato”, ha sbottato il segretario confederale della Cisl Ignazio Ganga.

Notizie come quelle che ipotizzano nuove quote e pensioni a rate rischiano di alimentare confusione e incertezza. La Cisl ribadisce la propria posizione: non è accettabile uno scalone con la fine di Quota 100. “È necessaria una flessibilità per accedere alla pensione a partire dai 62 anni di età. In ogni caso, 41 anni di contributi a prescindere dall’età dovrebbero essere più che sufficienti”.

Inoltre, bisogna tutelare sul piano previdenziale le donne ed i giovani, e chi svolge lavori di cura e lavori usuranti. Come è necessario garantire un adeguato potere di acquisto ai pensionati e rafforzare la quattordicesima, conclude.

Pensioni in stand-by, tutto rimandato

Il comunicato stampa finale rilasciato da Palazzo Chigi offre spunti di riflessione sul futuro delle pensioni in Italia, con un’attenzione particolare alla necessità di garantire un passaggio graduale e equilibrato verso un regime pensionistico ordinario. Tuttavia, nonostante l’interesse suscitato da queste affermazioni, rimane ancora in sospeso la questione riguardante l’applicazione o la modifica del sistema Quota 100.
Il ministro Giancarlo Giorgetti ha chiarito che non è previsto alcun ritorno alla legge Fornero, rassicurando così i cittadini sul fatto che non ci saranno cambiamenti bruschi o involuzioni nel sistema pensionistico attuale. Questa dichiarazione è stata accolta con interesse e sollievo da parte dei lavoratori e dei pensionati, che da tempo seguono con attenzione le discussioni sulla riforma pensionistica.
Resta però aperto il dibattito su quali saranno esattamente le modalità e i tempi delle modifiche al sistema pensionistico e tale incertezza alimenta una certa ansia tra i cittadini, soprattutto tra coloro che si avvicinano all’età pensionabile o che già ricevono un assegno pensionistico. La possibilità di cambiamenti nel sistema può infatti generare preoccupazioni riguardo al proprio futuro finanziario e alla sicurezza economica dopo il pensionamento.
È quindi necessario che il governo fornisca chiarezza e trasparenza riguardo alle prossime mosse in materia pensionistica, in modo da garantire una pianificazione efficace da parte dei cittadini e una gestione oculata delle proprie risorse finanziarie.