Salve le pensioni dei medici: dopo i 70 anni chi vorrà potrà continuare a lavorare

Molto rumore per nulla per le pensioni dei medici: la proposta di portarle a 72 anni è rientrata. Ma i camici bianchi sono ancora sul piede di guerra: uno sciopero di 48 ore è stato annunciato per gennaio 2024

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Nessun taglio alle pensioni dei medici, così come a quelle di dipendenti di enti locali, insegnanti e ufficiali giudiziari. La sforbiciata inizialmente prevista sulle pensioni di vecchiaia è in seguito rientrata durante una maratona notturna di cinque ore in commissione Bilancio al Senato.

Dietrofront sulla pensione dei medici a 72 anni

Il caso era scoppiato domenica 17 dicembre e ha tenuto banco fino al voto in commissione. L’idea, portata avanti tramite la riformulazione di un emendamento del governo, era quella di alzare l’età di pensionamento dagli attuali 70 anni a 72 per dirigenti medici e docenti universitari impegnati in medicina e chirurgia.

Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani ha giustificato l’iniziativa parlando di una “esigenza oggettiva, dettata da una carenza notevole di medici sul territorio”. I sindacati di categoria sono immediatamente insorti: “È un insulto alla categoria, siamo disposti a indire nuovi scioperi da subito”. Così ha detto il sindacato Anaao Assomed.

Qualcosa però cambia: restano penalizzate le pensioni anticipate: i sanitari subiscono una riduzione di un 36esimo del taglio per ogni mese in più di permanenza al lavoro. Dirigenti medici e infermieri potranno rimanere al lavoro fino a 70 anni.

È vero che dopo lo scatenarsi delle polemiche il governo ha fatto marcia indietro e il testo non è stato depositato, ma la cosa non finisce qui: “La nostra era una proposta, una disponibilità da parte del governo e della maggioranza a discuterne, ma in questo momento un argomento così importante a quest’ora rischierebbe di essere oggetto di un dibattito un po’ troppo frettoloso”, ha aggiunto Ciriani puntualizzando che se ne riparlerà “nei prossimi mesi”.

La Manovra andrà all’esame dell’aula mercoledì 20 dicembre. C’è spazio per piccoli ritocchi ai numeri, ma vengono esclusi stravolgimenti e colpi di scena.

Braccio di ferro fra medici e governo

Fra i sindacati di medici, infermieri e personale sanitario e governo è in corso un lungo braccio di ferro. Lo scorso 5 dicembre i camici bianchi hanno inscenato uno sciopero. La protesta, di 24 ore, è stata reiterata il 18 gennaio. E non è tutto: i sindacati di area sanitaria hanno annunciato una protesta di 48 ore per gennaio 2024, in una giornata ancora da individuare.

Durante ogni sciopero dei medici tutti gli interventi non urgenti vengono bloccati. Stop anche agli interventi programmati. Il personale, ridotto all’osso, rimane in funzione unicamente per la gestione delle urgenze. Nello sciopero del 18 dicembre si stima che siano saltati circa 25mila interventi chirurgici, con 9 sale operatorie su 10 ferme, secondo il resoconto degli organizzatori (Aaroi-Emac, Fassid, Fvm-Federazione veterinari e medici e Cisl medici, fra gli altri).

Perché i medici protestano contro il governo Meloni

La rivisitazione del Pnrr ha ridotto il numero di posti letto per terapia intensiva da realizzare entro giugno 2026: dagli originari 7.700 posti si scende a 5.992. Previsti anche tagli anche all’edilizia sanitaria. Aumenta da 200mila a 300mila la quota dei pazienti che dovranno essere assistiti con la telemedicina. L’entrata in funzione di circa 3mila nuove apparecchiature diagnostiche viene spostata dal 2024 al 2026.

Ma il problema dei problemi è la scarsità di personale sanitario, che costringe medici e infermieri a turni massacranti. Questo ha spinto il Servizio sanitario nazionale verso l’impiego dei cosiddetti gettonisti, con ulteriore aggravio per i conti della sanità. I maggiori guadagni come gettonisti hanno inoltre spinto migliaia di medici a preferire la carriera privata a quella pubblica.