Sciopero dei medici il 5 dicembre: perché i camici bianchi incrociano le braccia

Confermato lo sciopero di infermieri e medici di martedì 5 dicembre 2023: i camici bianchi protestano contro i tagli del governo

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Disagi negli ospedali martedì 5 dicembre per lo sciopero di medici e infermieri. I camici bianchi hanno deciso di incrociare le braccia contro la manovra del governo Meloni che ha imposto tagli alla sanità. Si protesta anche contro l’annunciato ridimensionamento delle pensioni ai lavoratori del settore.

Disagi negli ospedali

Le strutture sanitarie garantiranno il rispetto dei servizi pubblici essenziali. In particolare verranno garantiti i servizi di emergenza e di pronto soccorso. Potranno invece subire interruzioni e sospensioni le attività prenotate e programmate.

Lo sciopero dei medici del 5 dicembre 2023

Quello del 5 dicembre non sarà l’unico sciopero: le rappresentanze degli operatori sanitari hanno già reso noto che ci saranno altre agitazioni e altre manifestazioni.

“Promettono un maxiemendamento sulle pensioni da 20 giorni, ma ancora non si vede niente”, attacca Piero Di Silverio di Anaao-Assomed, il sindacato dei camici bianchi.

Il pezzo forte dell’agitazione si terrà a Roma dove a partire dalle 11:30 a piazza Santi Apostoli verrà inscenato un sit-in di protesta. Scenderanno in piazza medici, infermieri, ostetriche e altre professioni sanitarie. Il sit in è organizzato da Anaao, Cimo-Fesmed e Nursing up.

“La sanità pubblica non si svende, si difende. Dopo l’ennesima manovra economica, che ignora le esigenze dei professionisti della salute, mette in discussione i loro diritti acquisiti, e dimentica le necessità della sanità pubblica, è giunta l’ora di scioperare. In piazza esprimeremo a gran voce tutta la nostra rabbia e la nostra delusione”. Questo il comunicato congiunto di Piero Di Silverio (Anaao – Assomed), Guido Quici (Cimo-Fesmed) e Antonio De Palma (Nursing up).

PNRR e tagli alla sanità

L’ultima versione del PNRR riduce il numero di posti letto per terapia intensiva da realizzare entro giugno 2026. Si passa quindi dagli originari 7.700 a 5.992 posti. Vengono previsti tagli anche all’edilizia sanitaria. Sale invece la quota dei pazienti che dovranno essere assistiti con la telemedicina: da 200mila a 300mila. L’entrata in funzione di oltre 3mila nuove apparecchiature diagnostiche viene spostata in avanti di due anni, dal 2024 al 2026.

Il PD e CGIL sostengono lo sciopero dei medici

“Le modifiche portate dal Governo al PNRR per la parte sanità suscitano grandi interrogativi: non solo si riducono Case e Ospedali di Comunità, senza garantire altre fonti di finanziamento, ma si tagliano anche i posti letto per le terapie intensive e sub-intensive, che rappresentano un tassello fondamentale per il nuovo piano anti pandemico. Una ragione in più per essere a fianco di medici, infermieri e altri professionisti della sanità pubblica che si preparano a scioperare il 5 dicembre”. Lo dice Marina Sereni, responsabile Salute e Sanità nella segreteria nazionale del Partito Democratico.

La stretta sulle pensioni dei medici e di alcune categorie di statali è “da cancellare” ha detto il segretario generale della Cgil Maurizio Landini a Start su SkyTg24. “Stanno mettendo in discussione dei diritti acquisti e stanno peggiorando la legge Fornero”, ha aggiunto.

Allarme sanità in Italia

Gli ospedali italiani sono allo stremo: mancano medici e infermieri e, come anticipato, sono in arrivo altri tagli. Non solo mancano i professionisti, ma è fuga anche dalla facoltà di Medicina.

Per fronteggiare la crisi di personale, la sanità si è orientata sui gettonisti: medici privati che lavorano in convenzione guadagnando molto di più. Previsto anche il reclutamento di 65mila infermieri indiani.