Test di Medicina, prove rimandate e addio quiz: la ministra Bernini vuole corso di 6 mesi più esame

La responsabile del Mur ha rinviato le prove di entrata previste a febbraio, annunciando una nuova modalità di ammissione alla facoltà di Medicina

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Cambia tutto sui test di ammissione alla facoltà di Medicina. La ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini ha annunciato l’intenzione di mettere in cantina il modello Tolc introdotto nel 2023 e di comporre l’esame con domande “pescate” da una banca dati “aperta e pubblica” che i candidati potranno consultare prima della prova. Il primo effetto della rivoluzione è il rinvio di qualche mese delle prove in programma a febbraio, probabilmente ad aprile e maggio, in modo da aver più tempo per pianificare la nuova tipologia di esame.

L’annuncio della ministra

È evidente che le regole per l’ingresso a Medicina ad oggi non hanno funzionato. Puntiamo a un meccanismo più equo che premi merito e conoscenze” ha scritto così Anna Maria Bernini in un post sui social, con il quale ha presentato le linee guida per cambiare il sistema di ammissione alla facoltà di Medicina.

“Vogliamo un sistema efficiente, che valorizzi la preparazione degli studenti e l’orientamento alla formazione” ha scritto la ministra, sottolineando come questo intervento sia solo un primo passo: “Siamo già indirizzati su un percorso di riforma complessiva per l’iscrizione a Medicina. L’idea è consentire agli studenti di frequentare corsi caratterizzanti, sostenere degli esami e accedere alla facoltà in base all’esito. La preparazione sarà nelle mani delle università, non più di corsi extra-accademici”.

La responsabile del Mur punta al superamento del numero chiuso che, ha sottolineato, “per come lo abbiamo conosciuto ed ereditato non esiste più”,

Il numero dei posti è già aumentato e continuerà a crescere in maniera graduale – ha spiegato  Bernini – Un’apertura sostenibile significa continuare a garantire la qualità della formazione, vuole dire ascoltare le necessità di tutte e tutti e dare risposte concrete, non vendere sogni” (qui avevamo scritto del possibile aumento dei posti a Medicina entro il 2030).

“Darsi l’obiettivo dell’apertura non è sbagliato – ha scritto infine – ma è appunto un obiettivo intorno al quale costruire le condizioni sistemiche, con gradualità, realismo e senso di responsabilità”.

Le novità

La riforma dovrebbe prendere forma attraverso due disegni di legge già allo studio in commissione al Senato. Uno dei punti fermi, come riporta il Corriere della Sera, sarebbe l’idea di far accedere liberamente un semestre con un percorso di studi comune a tutti gli studenti di facoltà come biotecnologie mediche e scienze motorie e sportive.

Terminati i sei mesi, chi ha superato i tre esami previsti (fisica medica, biologia cellulare e genetica, principi di anatomia umana) può iscriversi al test che serve per determinare la graduatoria nazionale e l’accesso ai diversi Atenei, come previsto attualmente. I candidati che non passano la prova avrebbero però il vantaggio di poter continuare il proprio corso o iscriversi ad un’altra laurea (qui abbiamo anticipato lo slittamento ad aprile 2024 del test di Medicina).

La struttura del nuovo test di ammissione dovrebbe restare la stessa in vigore dal 2023: novanta minuti per rispondere a 50 domande di comprensione del testo, biologia, chimica e fisica, matematica e ragionamento.

All’esame dovrebbero poter partecipare anche gli studenti del quarto anno delle scuole superiori come accaduto nel 2023: il ministero potrebbe decidere di fare valere la prova a coloro che l’anno scorso erano al quarto anno e hanno già fatto il test (qui avevamo parlato del boom di iscritti al test di Medicina di aprile 2023).