In questi anni la normativa in tema di lavoro a distanza, è stata progressivamente ritoccata al fine di favorire una procedura semplificata per la richiesta dei datori di lavoro e una priorità di diritto di accesso, per alcune categorie di lavoratori.
In questa ultima casistica è rientrato lo smart working per chi ha figli nella Pubblica Amministrazione e nel settore privato, oggetto di un regime emergenziale ad hoc.
Il Governo ha più volte riaffermato e tutelato in modo specifico il diritto al lavoro agile per i genitori con figli minori. Nel corso di questo articolo considereremo, nello specifico, il testo del decreto legge n. 30 del 13 marzo 2021, con il quale sono indicate le casistiche che hanno permesso di ricorrere a questa soluzione ed, infine, faremo un opportuno rinvio alle norme applicate nei tempi odierni – posto che queste ultime tengono conto del superamento della fase emergenziale della pandemia. Ecco i dettagli.
Indice
Smart working per chi ha figli piccoli: le casistiche normative
Ecco quali sono i punti salienti previsti dal decreto Draghi n. 30/2021 e relativi alla possibilità di richiedere lo smart working per chi ha figli. Il testo in oggetto recava misure urgenti per fronteggiare la diffusione del COVID-19 e interventi di sostegno per lavoratori, con figli minori in didattica a distanza o in quarantena.
N.B. Resta ferma la premessa che regola il concetto di lavoro agile: l’attività lavorativa deve essere tale da consentire lo svolgimento da remoto, pena il decadere di ogni presupposto.
Fino al 30 giugno 2021 il genitore convivente di un figlio minore di 16 anni (non più quindi smart working soltanto per chi ha figli sotto i 14 anni) ha potuto richiedere il lavoro da remoto nelle seguenti situazioni:
- sospensione delle attività didattiche e periodo corrispondente alla didattica a distanza (DAD)
- quarantena del figlio imposta dalle autorità sanitarie locali, per contagi avvenuti in qualsiasi contesto (questo punto ha allargato le casistiche, in precedenza ristrette al contagio nel plesso scolastico e/o durante attività extrascolastiche sportive e non solo)
- figlio affetto da infezione da COVID -19.
FAQ smart working per genitori
All’epoca della pubblicazione del decreto Draghi, avevamo fatto un quadro riassuntivo su genitori e smart working, indicando le risposte alle più comuni domande. Giova ricordarlo di seguito, in modo da offrire una sorta di spaccato su ciò che è stata l’evoluzione normativa in materia, negli ultimi anni.
Entrambi i genitori hanno diritto allo smart working?
No. Per ogni nucleo familiare potrà fare richiesta di smart working soltanto una figura genitoriale di un figlio minore di 16 anni. Questo significa che se l’altro genitore convivente ha a sua volta inoltrato la domanda al datore di lavoro per lo smart working, oppure percepisce indennità di disoccupazione, non è consentito procedere con la richiesta.
Per quali casi è previsto lo smart working semplificato per chi ha figli?
Le casistiche sopra elencate (figlio minore di 16 anni, convivente e a carico, in DAD/in quarantena/con COVID-19 ) danno diritto a svolgere il lavoro in modalità agile, secondo quanto stabilito dall’art. 21 bis del DL n. 104 del 14 agosto 2020 convertito in Legge n. 126 del 13 ottobre 2020 e modificato dal DL 28 ottobre 2020 n. 137 (Decreto Ristori). Non solo, ma in tutti i suddetti contesti si può fare ricorso alla procedura semplificata che non prevede accordi individuali scritti.
Come funziona per i genitori che non possono richiedere lo smart working?
La premessa per la validità della richiesta di smart working è tassativa: la mansione lavorativa deve essere compatibile con la modalità telematica. Ci sono categorie di lavoratori, basti pensare agli operai e ai commessi, che non possono accedervi.
Per loro è prevista la possibilità di richiedere i congedi indennizzati al 50% con figli a carico fino a 14 anni di età, oppure l’astensione dal lavoro non retribuita per coloro i quali hanno figli a carico di età compresa fra i 14 e i 16 anni.
Quali sono le categorie prioritarie per lo smart working con figli?
Per alcune categorie di lavoratori dipendenti, è data un’indicazione precisa e fortemente caldeggiata ai datori di lavoro di favorire lo smart working. Si tratta di lavoratori che hanno diritto di accesso prioritario e privilegiato per motivi di salute personale e/o per situazioni familiari a rischio o penalizzanti.
In particolare si fa riferimento sia ai lavoratori dipendenti che abbiano un figlio affetto da disabilità grave (ai sensi della L. 104/1992 e del DL 104/2020, art. 21ter), sia alle madri lavoratrici dipendenti per un periodo valido fino ai tre anni successivi al termine del congedo di maternità.
Smart working, come funziona dal primo aprile 2024: aggiornamento e rinvio
Nel corso di questo articolo abbiamo ricordato gli aspetti salienti del decreto legge n. 30/2021 in tema di smart working, un provvedimento recante misure urgenti per fronteggiare la diffusione del COVID-19 e un insieme di interventi di sostegno per lavoratori subordinati, con figli minori in didattica a distanza o in quarantena.
Ebbene, dal primo aprile 2024 l’assetto normativo in materia di smart working è cambiato, o meglio è tornato a quanto previsto – in via generale – dalla legge n. 81 del 2017.
Dal primo aprile 2024 l’accesso allo smart working per tutti i lavoratori nel settore privato, inclusi i fragili e i genitori lavoratori con almeno un figlio di età al di sotto dei 14 anni conviventi, è invece possibile solo con previ accordi individuali. Insomma nessuna proroga per la modalità agevolata di smart working, che è rimasta in vigore solo fino al 31 marzo 2024.
Ne parliamo in un altro nostro articolo, dove poniamo l’attenzione sul ritorno degli accordi individuali e delle multe, mentre altrove indichiamo cosa serve per poter lavorare da remoto – a partire dal primo aprile 2024.