Cos’è il lavoro subordinato?

Scopri cosa si intende in Italia per lavoro subordinato, quali sono le caratteristiche e i diritti del lavoratore

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Gabriele Zangarini

Content Specialist

Gabriele Zangarini, Content Writer freelance. Dopo 11 anni nel settore Content Specialist freelance, si occupa di produrre guide utili sul mondo dell'economia e del risparmio.

Il lavoro subordinato, chiamato anche lavoro dipendente, è un rapporto di lavoro tra un individuo lavoratore e un datore di lavoro, che può essere una società, un’impresa individuale, uno studio professionale, un’associazione o altro. Nel contratto di lavoro subordinato il lavoratore si impegna a offrire le proprie prestazioni, che possono essere manuali o intellettuali, in cambio di una retribuzione definita a priori.

Caratteristiche del contratto di lavoro subordinato

All’interno del contratto di lavoro subordinato ci sono quindi due contraenti:

  • Il lavoratore, chiamato lavoratore dipendente o prestatore di lavoro subordinato
  • Il datore di lavoro, ovvero l’imprenditore

Ogni contraente ha dei diritti e dei doveri, come stabilito dal contratto individuale di lavoro. Si tratta dei principi delineati dalla Costituzione, dai CCNL (Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro), dalla legislazione sul lavoro e, se presenti, dai Contratti territoriali.

All’interno del contratto individuale di lavoro vengono definite le caratteristiche del lavoro, vale a dire le modalità di svolgimento del lavoro, gli orari, le istruzioni da seguire e gli strumenti forniti al lavoratore per espletare le proprie mansioni.

Il contratto di lavoro può essere individuale o collettivo. Nel primo caso la stipula avviene solo tra lavoratore e datore di lavoro. Nel secondo caso invece il contratto è legato ad un accordo firmato tra i sindacati e le associazioni dei datori di lavoro. Così facendo si dà vita a un Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) che offre una definizione generale e omogenea delle caratteristiche contrattuali di una determinata categoria di lavoratori (per es. il CCNL dei metalmeccanici).

Età minima e tipologie contrattuali

Per poter sottoscrivere un contratto di lavoro subordinato è obbligatorio aver terminato il periodo di istruzione obbligatoria, che è stata portata a 10 anni complessivi. Di conseguenza è aumentata anche la soglia di età per accedere al lavoro subordinato, ora fissata a 16 anni.

Una volta raggiunti i 16 anni è possibile sottoscrivere un contratto di lavoro dipendente, attraverso diverse tipologie contrattuali. Vediamole nel dettaglio:

  • Contratto a tempo indeterminato: contratto che offre maggiore stabilità al lavoratore, nonché più tutele e garanzie. Termina solamente quando il dipendente si licenzia o si dimette. Si tratta di un contratto continuativo per cui il datore di lavoro non può licenziare il dipendente se non per una motivazione di giusta causa;
  • Contratto a tempo determinato: contratto che prevede una scadenza prefissata. Viene solitamente utilizzato dalle aziende che vogliono testare i dipendenti con un periodo di prova;
  • Contratto di lavoro part-time (che può essere indeterminato o determinato): contratto di lavoro a tempo parziale, che prevede per i dipendenti gli stessi diritti e doveri di un contratto full time. Può essere di 3 tipologie: orizzontale (stesso numero di ore per tutti i giorni della settimana), verticale (lavoro full-time per un tot di giorni a settimana) e misto (combinazione delle due modalità precedenti);
  • Contratto di apprendistato: tipologia di contratto finalizzato alla formazione professionale;
  • Contratto di lavoro intermittente: tipologia di contratto che pone il dipendente a disposizione del datore di lavoro per svolgere prestazioni “a chiamata”;
  • Contratto di somministrazione: contratti che prevedono la presenza di una terza parte, l’agenzia del lavoro. In questi contratti il lavoratore è assunto e retribuito dall’agenzia.

I diritti del lavoratore subordinato

Il lavoratore subordinato gode di determinati diritti e deve rispettare altrettanti doveri in seguito alla firma del contratto. Ecco i diritti principali:

  • Retribuzione: che, secondo la Costituzione, deve essere proporzionale alla quantità di lavoro svolto e deve permettere al lavoratore di assicurare “un’esistenza libera e dignitosa” alla famiglia;
  • Orario di lavoro: per legge il tetto massimo di ore settimanali di lavoro è di 40. Alcuni CCNL possono prevedere anche limiti massimi di 38 ore. Se un lavoratore supera gli orari settimanali previsti le ore lavorate in più fino a giungere a 40 sono ritenute supplementari, se superano 40 sono da ritenere straordinarie;
  • Riposo giornaliero: il riposo giornaliero deve essere almeno di 11 ore nelle 24 ore, da ciò si deduce che non è possibile lavorare oltre le 13 ore quotidiane;
  • Risposo settimanale: ogni sette giorni il lavoratore ha diritto a 24 ore di riposo continuativo;
  • Ferie e festività: le ferie e le festività sono regolate dai CCNL e dalla legge. La legge prevede la garanzia di un periodo annuale di ferie (retribuite) non inferiore a 4 settimane, di cui 2 (anche consecutive) da godere entro il 31 dicembre dell’anno di maturazione;
  • Congedo matrimoniale: per legge in caso di matrimonio con validità civile il lavoratore può godere di un congedo retribuito pari a 15 giorni di calendario,
  • Maternità/Paternità: per quanto riguarda la maternità ci sono diverse tutele per la lavoratrice. Le più importanti sono: il divieto di licenziamento della lavoratrice madre nel periodo che parte dalla gestazione fino al primo anno di vita del bambino, l’astensione dal lavoro per un periodo obbligatorio e uno facoltativo, la possibilità di ottenere permessi retribuiti per la cura del bambino;
  • Studio: i lavoratori studenti hanno la possibilità di avere turni o orari di lavoro agevolati per permettere di seguire i corsi;
  • Malattia e infortuni sul lavoro e malattie professionali: un lavoratore dipendente può ovviamente andare incontro a malattia, infortuni sul lavoro o malattie professionali. La legge stabilisce al lavoratore il diritto di ricevere la retribuzione in caso di malattia. In alcuni casi l’onere retributivo è completamente a carico del datore di lavoro, in altri viene erogata un’indennità di malattia da parte dell’INPS a partire dal quarto giorno; importo che viene poi integrato dal datore di lavoro a seconda del contratto collettivo. Se la causa dell’assenza è un infortunio sul lavoro o una malattia professionale (per es. un’intossicazione per inalazione di sostanze chimiche sul lavoro) spetta al datore di lavoro retribuire fino al quarto giorno, mentre dal quinto fino alla guarigione clinica il pagamento è a carico dell’INAIL;
  • Attività sindacale: ogni lavoratore dipendente ha il diritto di aderire ad associazioni sindacali e di fare attività sindacale, manifestando liberamente il proprio pensiero;
  • Diritto alla sicurezza del lavoro: un diritto fondamentale del lavoratore subordinato è quello alla sicurezza sul lavoro. In tale contesto il datore di lavoro deve implementare tutte le misure necessarie per la tutela della salute e l’integrità fisica del dipendente. Il testo a cui fare riferimento in merito ai diritti per la sicurezza sul lavoro è il Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro;
  • Richiamo alle armi: se un lavoratore dovesse essere richiamato alle armi la legge prevede la conservazione del posto di lavoro (e un’indennità INPS);
  • Sciopero: il lavoratore subordinato ha il diritto allo sciopero, con sospensione della retribuzione;
  • Parità di genere: lavoratrice donna e lavoratore uomo hanno gli stessi identici diritti.

I doveri del lavoratore subordinato

Ovviamente i lavoratori dipendenti hanno anche dei doveri nei confronti del proprio datore di lavoro. Ecco i più importanti:

  • Dovere di diligenza: disciplinato dall’art 2104 c.c., riguarda l’impegno del lavoratore nello svolgimento della professione, in modo tale che il datore di lavoro abbia un metro di valutazione oggettivo per comprendere la capacità di rispondere alle mansioni richieste;
  • Dovere di obbedienza: semplicemente il dovere di osservare in modo preciso le disposizioni del datore di lavoro, al fine di eseguire correttamente il lavoro richiesto;
  • Dovere di fedeltà: ovvero operare sul lavoro nel rispetto del datore di lavoro, senza porsi in concorrenza con l’imprenditore o senza creare pregiudizio sull’attività svolta.

Lavoro parasubordinato: cos’è

Come definito dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali il lavoro parasubordinato si pone in una posizione intermedia tra il lavoro subordinato e il lavoro autonomo.

Nel lavoro subordinato, o lavoro dipendente, vige il concetto di eterodirezione, ovvero la soggezione del lavoratore alle direttive dell’imprenditore o datore di lavoro. Può succedere in alcuni casi che l’eterodirezione non sia così esplicita, ma vi siano comunque elementi (chiamati indici suppletivi) che indicano come vi siano gli estremi per un lavoro subordinato. Questi indici possono essere la continuità operativa delle prestazioni, la percezione di una retribuzione fissa e il rispetto degli orari di lavoro. In questo caso si parla di lavoro parasubordinato.

La questione del lavoro parasubordinato è di estrema attualità e sarà al centro delle valutazioni degli esperti negli anni a seguire. Questo perché sempre più datori di lavoro fanno ricorso a tipologie contrattuali diverse dai contratti di lavoro subordinato, sia per esigenze momentanee sia per un risparmio sui costi di forza lavoro. Vi è altresì da sottolineare come le tendenze economiche abbiano, negli ultimi anni, spinto verso la creazione di nuove figure professionali, in una sorta di ecosistema economico dalla natura liquida e dall’assenza di vincoli di subordinazione.